L'IMPERFETTO PESSIMISTA
Saggio sul pensiero di Carlo Michelstaedter
LALLI EDITORE
Presentazione
Vale anche per Michelstaedter l'avvertenza, che si può trovare a volte nelle pagine introduttive di uno studio specialistico, con la quale si invita il lettore a non dare per scontata e facilmente acquisibile una serie di contenuti filtrati attraverso la lente mediatrice dell'interpretazione. La mediazione interpretativa - giocoforza presente là dove si racconta altro ad altri e si rende conto di un'alterità che si da solo in quanto si lascia dominare - rimanda per necessità al confronto diretto con l'opera dal cui esame scaturisce.
Un saggio interpretativo non nasce (o almeno non deve nascere) da un negozio tra l'autore e i lettori precedente la stesura dell'opera. Un saggio interpretativo non può inoltre indulgere ad intese facili e deve evitare di trasformarsi in una sorta di avviamento alla lettura di un'opera alla quale poi ripetutamente rimanda.
La mediazione arricchisce il lettore che sa procedere pazientemente per gradi, ma ostacola chi invece ne abusa, pensando di servirsene per cogliere l'integrità di quel che l'interprete, per sua stessa ammissione, ha scoperto solo in parte.
Michelstaedter è un pensatore difficile. Difficili e concettualmente dense sono tutte le sue pagine. Una sua interpretazione non potrà essere da meno.
Il negozio tra l'autore e il suo lettore si regge d'altronde su un altro impossibile rapporto: quello tra Michelstaedter e il suo interprete, tra le difficili pagine di un'opera postuma e il proposito critico di non banalizzarne, con l'impiego di parole diverse, il tono di grande e profonda austerità morale.
Un libro è immancabilmente una richiesta di soccorso. Nel libro l'autore custodisce il suo S.O.S., getta dentro tutto se stesso ed immancabilmente finisce col perdere le proprie tracce.
Giuseppe Pulina