Falcucci a Laerru
Falcucci giunse a Laerru verso la fine del 1901. Se oggi le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero del comune anglonese, ciò è dovuto ad una circostanza del tutto casuale.
Capitò, infatti, a Laerru, perché vi giunse in compagnia della nipote Anna, sua prima biografa e donna di lettere. La nipote non si limitava ad assistere lo zio diventato cieco da qualche anno; in un certo senso, si prese cura della sua principale eredità letteraria, il Vocabolario della lingua corsa alla cui pubblicazione, avvenuta nel 1915, si deve grande parte della sua postuma notorietà.
Quando Falcucci giunse a Laerru, la cecità ormai totale e il suo stile di vita estremamente "schivo" (per usare alcune parole di Pier Enea Guarnerio) gli impedirono di prendere piena consapevolezza della vita del paese, della sua gente e del luogo nel quale si sarebbero poi consumati gli ultimi suoi giorni. Si sa con certezza che a Laerru Falcucci ricevette rare visite e che sua consuetudine fu quella di recarsi frequentemente in chiesa.
Uomo alieno, per la sobrietà anche estrema del suo carattere, a qualsiasi forma di mondanità, Falcucci - è da credere - avrebbe però trovato nello stile di vita dei suoi nuovi concittadini più di un'affinità.
Una sorta di affetto sotterraneo lega oggi i laerresi al nome di Falcucci, personaggio che ha sempre destato la curiosità e l'interesse dei laerresi. Curiosità e interesse che potranno essere soddisfatti grazie alle giornate falcucciane, propiziate dal centenario della morte, avvenuta il io settembre 1902.