Pro Loco di Tempio Pausania

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La Storia


CENNI STORICI

Nel territorio di Tempio Pausania vi sono numerose tracce di presenze umane in epoca preistorica, meno appariscenti quelle del periodo neolitico. (6000 - 2000 a. C.); molto più evidenti e numerosi i resti di età nuragica (2000 - 500 a. C.). Alcuni nuraghi sono stati inglobati all'interno della città ed è attualmente difficile individuarne grosse tracce. Sono comunque testimonianza di una continuità abitativa che si è protratta fino ai nostri giorni. Nel circondario si trovano numerosi altri nuraghi, ma solo uno, per il suo stato di conservazione merita una visita da parte del turista o del visitatore: il "Nuraghe Majori" sulla strada per Palau.
Agli inizi del V sec. a.C., assoggettata la Sardegna ai Cartaginesi, solo la parte interna della Gallura raccolta attorno al Limbara e la Barbagia si sottrassero all'occupazione. Questo stato di cose non mutò sotto il dominio Romano durato 7 secoli. Come punta avanzata verso l'interno, nel luogo dove oggi si trova Tempio, sorse la "mansio" GEMELLAE, punto di incontro delle strade per Olbia, Tibula (Capo Testa) e Turris Libissonis (Porto Torres).
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la costa gallurese divenne inabitabile, Olbia compresa che fu distrutta dai Vandali, e gli abitanti si rifugiarono nell'entroterra andando ad incrementare la popolazione dell'interno. Quando in Sardegna, fra il nono ed il decimo secolo, si formarono i quattro Giudicati, il capoluogo della curatoria di Geminis, facente capo al cosiddetto "Giudicato di Gallura" era proprio Villa Templi alla quale appartenevano le cinque ''ville'' esistenti nel suo territorio: Aggius, Bortigiadas, Calangianus, Luras e Nuchis.

Nel XIII secolo Tempio, come tutto il Giudicato di Gallura passò sotto l'egemonia Pisana. Di questo periodo, il personaggio più celebre è il giudice Ugolino Visconti: il Nino di Gallura o Nin Gentile immortalato da Dante nella sua Divina Commedia. Una antica tradizione riconosce in ciò che resta di un vetusto edificio situato appunto in Via Nino di Gallura una corte del Giudice. Dopo i Pisani, gli Spagnoli (Castigliani, Catalani e Aragonesi) per altri 400 anni. Durante questa dominazione, la città conobbe una lenta ma continua crescita, favorita dalla salubrità dell'aria, dall'abbondanza di acqua e dalla posizione geografica appartata dai pericoli dei litorali marini.
Via via, Tempio divenne per la Gallura un vero e proprio capoluogo, sia per il ruolo politico che andava assumendo, sia per l'economia che si andava sviluppando. Dal punto di vista religioso e culturale divenne un preciso riferimento per diversi secoli. Testimonianze ne sono ancora la Chiesa di San Francesco con l'annesso convento, fondata nel 1543 ed il Collegio degli Scolopi edificato nel 1665, che tanta cultura ha trasmesso ai galluresi.
Quando la Sardegna passò all'Austria (1713) è successivamente al Piemonte (1720) i ceti nobiliari locali svolsero un ruolo egemone in tutta la Gallura consolidandone il prestigio nell'intera Sardegna.
Verso la metà del XVIII secolo, la Gallura iniziò a subire una importante trasformazione a causa del massiccio trasferimento degli abitanti che, piano piano occuparono le coste e costruirono i loro "stazzi" nelle vicinanze o a ridosso delle tante chiese campestri, facendo nascere, così, gli odierni centri di Bassacutena, San Pasquale, Aglientu, Arzachena, Luogosanto, Palau, Telti ecc . Intanto l'importanza di Tempio aumentava e, nel 1807 divenne Prefettura, mentre nel 1821 fu nominata Provincia. Carlo Alberto le diede il titolo di città nel 1836 diventando il centro più importante dell'omonima provincia creata dalla suddivisione amministrativa pre unitaria. Nel 1839, il Papa Gregorio XVI fece di Tempio la nuova sede della diocesi vescovile. Oggi Tempio è una cittadina industrializzata, dotata di buoni servizi civili e ben attrezzata turisticamente, anche se un po' carente per i collegamenti viari. Con la nuova strada a scorrimento veloce Sassari-Tempio-Olbia, attualmente in costruzione, Tempio e la Gallura superiore. potranno sopperire a questo grosso svantaggio, uscendo finalmente da un lungo isolamento.

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