Contatore utenti connessi

PD Tempio


Vai ai contenuti

Rassegna Stampa

UNIONE SARDA

Tempio
L'Udc sconfessa i suoi tre “eretici”
Mercoledì 12 maggio 2010

L 'Udc sconfessa la sua stessa minoranza, che ha dato vita alla terza lista “Alternativa per Tempio”, e ribadisce l'impegno e la linea del partito a sostegno della coalizione “Lista civica per Tempio” capeggiata da Francesco Quargnenti. I toni, della nota redatta dal segretario cittadino dei centristi Tore Diana, sono garbati e privi di risentimento per gli “eretici” Franco Marotto, Giuseppe Mula e Marco Fenu che, al momento non risultano ancora espulsi dal partito. Nel ribadire la posizione assunta nel direttivo si apprende che: «Il partito dell'Udc è fermamente convinto che la coalizione di cui fa parte con Pdl-Psd'Az-Psi-Riformatori-Lega Nord Sardegna, è la sola che possa realmente offrire ai cittadini tempiesi la migliore amministrazione possibile». Nella parte conclusiva del documento il segretario ribadisce: «L'unità d'intenti nei vari enti territoriali è il necessario presupposto perché Tempio ottenga lo sviluppo e il ruolo che merita». Parole, dunque, che servono a rasserenare il proprio elettorato, disorientato dalla doppia candidatura di Francesco Quargnenti e Franco Marotto sotto insegne diverse. Dopo lunghissime trattative sotterranee dell'Udc per gettare un ponte verso il Pd, il tentativo non è stato accolto dai democratici, decisi al taglio netto con le precedenti amministrazioni. Pd e Sinistra ora possono approfittare del duello tra i due litiganti.
FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 11 MAGGIO 2010
Il Centrosinistra apre al territorio

La coalizione che sostiene Romeo Frediani punta su ecologia e ambiente
GIAMPIERO COCCO


TEMPIO. Una coalizione di centrosinistra, quella che a fine maggio tenterà di conquistare il palazzo comunale, nata in «sinergia con i candidati a presidente e consiglieri della Provincia, perchè è indispensabile il dialogo tra Enti a favore del cittadino, dell’ambiente, del territorio».
Romeo Fradiani, il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, prende la parola nella sala convegni dell’Istituto Euromediterraneo per spiegare il suo programma elettorale dopo che, ieri pomeriggio, avevano parlato il candidato alla Provincia Gesuino Achenza, il senatore Giampiero Scanu, l’eurodeputato dell’Ivd Giommaria Auggias, il parlamentare Giulio Calvisi e gli altri esponendi della sinistra isolana e gallurese.
«Rinnovare un consiglio comunale ormai da dieci anni fossilizzato nelle sue scelte, poche per la verità, e portare avanti, con coerenza e senza inciucci con la giunta uscente, un serio programma che vede al centro dell’interesse politico la persona e i suoi bisogni, ma anche l’ambiente e la sua tutela. Intraprendere nuove forme di amministrazione, inserendo forze giovani che hanno a cuore le sorti del territorio e dell’ambiente. Ci sarà - assicura il candidato del centrosinistra - una costante integrazione tra gli amministratori e i cittadini. La nostra amministrazione - dice Romeo Frediani, fiducioso di ottenere le chiavi della città grazie alla unità del gruppo di partiti e movimenti che lo sostiene - sarà trasparente, come saranno trasparenti tutti gli atti amministrativi che andremo ad attuare. Il centrodestra, in questi anni, ha azzerato questo contronto ritenendo che il loro operato fosse insindacabile, esente da ogni forma di democrazia e insofferente alle critiche. Dobbiamo ribaltare questi concetti, restituendo alla città il suo ruolo e ai cittadini i loro diritti».
Una doppia presentazione, quella di ieri pomeriggio, che ha visto riuniti in città tutti i candidati alla Provincia e al Comune nella sala del seminario vescovile di Viale Don Sturzo. Un incontro che ha aperto la campagna elettorale in Alta Gallura, dove la posta in palio è importante: la conquista di un Comune amministrato da dieci anni da una coalizione di centrodestra. I malumori della vigili sono scomparsi.

«C’è un impegno comune, tra i vari partiti e movimenti che sostengono la mia candidatura - ha spiegato Romeo Frediani -, che ha già superato gli immancabili dissapori preelettorali. Uniti possiamo farcela, ne abbiamo la consapevolezza, e altrettanto uniti saremo sconfitti, se questa sarà la volontà degli elettori. Ma è necessario far conoscere le nostre proposte, che sintetizzo in due concetti: rinnovamento e centralità dell’individuo».

UNIONE SARDA
CRONACA DI TEMPIO

Provinciali
Il centrosinistra presenta i candidati tempiesi
Martedì 11 maggio 2010

«Il nemico da combattere non sta qui, ma a Cagliari e a Roma». Duro l'attacco al governo e all'amministrazione regionale da parte del candidato del centrosinistra alla carica di presidente della Provincia, Gesuino Achenza, nella sala congressi dell'Istituto Euromediterraneo, ieri, in occasione della presentazione dei candidati tempiesi. «In questi luoghi - continua Achenza - vi è una classe dirigente che fa in modo che il nostro territorio non sviluppi le sue peculiarità». Achenza, assieme agli altri dirigenti dei partiti che appoggiano la sua coalizione, ha inoltre elogiato l'operato dall'uscente amministrazione. Sulla stessa linea Antonio Addis, assessore provinciale uscente: «L'amministrazione provinciale - ha detto Addis - ha lavorato bene, nonostante le carenze economiche, visto che il Governo non ci ha riconosciuto come organo dello Stato per due anni». L'europarlamentare dell'Idv, Giommaria Uggias, ha paventato lo spauracchio di un altro nemico: l'astensionismo. «Un avversario ancora più subdolo è l'astensionismo, calcolato intorno al 40 per cento. Per questo motivo dobbiamo far capire ai cittadini, che votare è il loro futuro». I temi cardine del programma si racchiudono in 6 parole chiave: giovani, ambiente, lavoro, unione, rispetto ed autonomia. I candidati tempiesi: Gerolamo Balata, Vittorio Masu, Michele Nieddu, Pasquale Pirodda, Andrea Muzzeddu, Franca Pedroni, Guido Bellinzis, Giampiero Cannas, Patrizia Mureddu, Marco Morello e Marcello Doneddu.
SEBASTIANO DEPPERU

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 27 APRILE 2010
Elezioni comunali: i partiti rischiano di frantumarsi in vista del voto, liste ancora in alto mare a causa delle contrapposizioni interne
Guerra aperta per la candidatura a sindaco
Il Pdl rompe con l’Udc e il Pd è pronto a raccogliere il testimone per governare la città

GIAMPIERO COCCO

TEMPIO. L’incertezza, nelle coalizioni che si contenderanno gli scranni del palazzo comunale nelle prossime elezioni di fine maggio, regna sovrana. In linea con quanto accade nel resto dell’isola. A correre, per conquistare il palazzo, saranno probabilmente tre liste.
Ma il tempo stringe, e entro giovedì si dovrà decidere con chi stringere alleanze e, punto più che controverso, chi candidare alla carica di primo cittadino.
Problema, quest’ultimo, che attanaglia e crea malumori in tutte le formazioni politiche, dal Pd al Pdl, con l’Udc che rischia di frantumarsi e i partiti della sinistra che hanno già fatto sapere che intendono andare al voto da soli, senza l’inconcludente Pd. Il Partito Democratico ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale esprime un pare «preoccupato e critico verso l’amministrazione Pintus e sostiene di perseguire un deciso rinnovamento nei metodi di gestione politica. A tal fine il Pd è impegnato, in vista delle prossime elezioni comunali, nella costituzione di una coalizione forte e autorevole che possa governare responsabilmente la città per i prossimi cinque anni. Tale coalizione comprende i partiti della sinistra democratica, i partiti moderati e tutte le forze vive della città che intendano concorrere al suo sviluppo».
La rosa di nomi che il Pd propone come candidati, dopo accesi confronti tra delegati e dirigenti del locale circo cittadino, sono quelli di Nico Aisoni - commercialista e indipendente di sinistra, da quì le perplessità che il suo nome ha suscitato in più di uno dei dirigenti del Pd - e Romeo Frediani, professionista e consigliere di lungo corso, ex socialista e ora aderente al Partito democratico. Per contro il Pdl, dentro il quale le varie anime del partito del predellino si stanno punzecchiando vicendevolmente per garantire visibilità ai loro protetti, ha rotto l’accordo preelettorale con l’Udc, che proponeva come candidato a sindaco il segretario cittadino, l’avvocato Tore Diana. La deliberazione del partito berlusconinano (che in città è rappresentato da Franco Anziani), avrebbe deciso di candidare a sindaco il pediatra Salvatore Sassu. Suscitando malumori all’interno del partito della libertà e le decise prese di posizione degli alleati. Il rischio è quello di una corsa alla viva il parroco, dove ognuno porterà voti per il suo candidato preferito. Ma il tempo sta per scadere, ed entro le prossime 24 ore si saprà, con certezza, come si presenteranno i partiti alla contesa elettorale. Con queste premesse sarà arduo comporre le liste, anche perchè stanno per saltare tutti gli schemi politici e si rischia una esplosione generalizzata che creerebbe una galassia di rappresentanti che, nei fatti, non rappresenterebbero altro che se stessi.

UNIONE SARDA
CRONACA DI TEMPIO
Il centrodestra rinasce con Lega, Sardisti, Riformatori e il gruppo dei socialisti
Udc e Pdl: alleanza per le comunaliEscluso Marotto. Il medico potrebbe presentare la sua lista

Martedì 27 aprile 2010

Ora sul tavolo ci sono i nomi di Gianni Addis, Francesco Quargnenti e Giuseppe Pirinu. La sorpresa potrebbe potrebbe essere Salvatore Diana.

Vedi le altre foto
DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA BUSIA
TEMPIO Il centrodestra risorge e tramonta Franco Marotto. Ieri sera Udc e Pdl hanno fatto un importante passo avanti verso la lista unica che mette insieme centristi, sardisti, Lega, ex Forza Italia ed ex An, socialisti e Riformatori. Dentro il gruppone però non è stato trovato l'accordo sul nome di Franco Marotto, il candidato Udc della prima ora. Il consigliere provinciale ha preso malissimo la bocciatura. A quanto pare è pronto a presentare una civica tutta sua, insieme a Marco Fenu, Rocco Addis, Manuel Marotto e Nicola Manconi. Un bel pasticcio per l' Udc che esce con le ossa rotte da questa tormentata fase delle trattative.
Il Pdl e gli altri alleati hanno accolto senza riserve la richiesta del partito di Casini, il candidato sindaco sarà centrista, sul punto non ci sono dubbi.
Il problema per il centrodestra è trovarlo il nome giusto da proporre ai tempiesi. Marotto, qualche settimana fa, sembrava la prima scelta, per certi versi quasi una strada obbligata. Invece gli alleati dell'Udc, anche quelli potenziali, hanno chiesto altri nomi. Sino a quando è stata trovata la quadratura del cerchio con la riproposizione dell'alleanza più ampia, il vecchio centrodestra allargato ai sardisti. Ma non c'è posto per Marotto ed è un guaio. Gli ultimi incontri in casa Udc sono stati burrascosi, con durissimi scambi di accuse. Franco Marotto di fatto ha abbondonato il tavolo iensieme ai suoi.
Ora in ballo ci sono i nomi degli assessori uscenti Gianni Addis e Francesco Quargnenti e del consulente del lavoro, Giuseppe Pirinu. Ci potrebbero essere delle sorprese però. In tanti fanno il nome dell'avvocato Salvatore Diana, coordinatore cittadino Udc. Le prossime ore saranno decisive. Ma a Tempio si profila una corsa a tre: centrodestra, lista del Pd e alleati, squadra di Marotto.

UNIONE SARDA
«Macché primarie, è una lotta dentro il Pd»Deriu: a Nuoro i veri notabilati sono quelli che vogliono bloccare un modello che funziona
Lunedì 26 aprile 2010

Al centro di tutti i litigi del centrosinistra c'è la vicenda nuorese, e al centro di quella vicenda c'è Roberto Deriu: il presidente della Provincia che il Pd regionale ha difeso a testa bassa, anche a costo di subire la candidatura concorrente di Efisio Arbau. Ora, a complicare il quadro, anche l'Idv sembra separarsi dai democratici. Deriu non si stupisce di tutta questa agitazione: «Nuoro - osserva - è il cuore del Pd, ma anche del centrosinistra. Ne dimostra la vitalità il fatto che la mia maggioranza si è allargata, eppure rimarranno fuori altre sigle».
Ma se la prendono con lei.
«Se la prendono con un'amministrazione che ha colto risultati importanti: credo che dia un po' fastidio».
Quali risultati?
«Una Provincia salvata dalla bancarotta, residui passivi dimezzati, il piano strategico votato da tutti i Comuni. Una macchina che è una risorsa anziché un problema».
Perché darebbe fastidio?
«Perché c'è un sistema politico in trasformazione, i notabilati romani e cagliaritani sono al tramonto e si ha paura delle cose nuove».
Di notabilati parla Di Pietro riferendosi proprio a Nuoro. E Arbau dice cose simili.
«In realtà c'è un tentativo reazionario di sconfiggere un'esperienza che fa paura: perché può diventare un modello politico e di governo, un centrosinistra che sa vincere».
Non era più facile accettare le primarie? Magari lei avrebbe vinto, e addio problemi.
«È la domanda fattami da Francesca Barracciu: sappiamo che tu le vinci, perché non vuoi farle? E io risposi: se sapete che le vinco, perché le chiedete?»
Invece Arbau dice che lei ha rifiutato per paura di perdere.
«Io mi sono messo a disposizione del partito, non mi iscrivo a una gara di mia iniziativa. Vorrei rappresentare altri. Non credo a uomini della provvidenza o a partiti di ambizioni e ambiziosi. Il Pd nuorese, secondo statuto, ha ricandidato l'uscente con 103 voti su 123. E poi: a Nuoro le primarie sono state chieste, da Arbau e Barracciu, due giorni prima di quelle per la segreteria regionale. Tra elettori o iscritti abbiamo votato sei volte, e sempre con lo stesso risultato. In realtà era una lotta sul controllo del partito».
Ancora Soru sì-Soru no?
«No, credo che la battaglia sia contemporanea. Un confronto sul futuro del Pd».
Non negherà i guai degli ultimi anni nel Pd nuorese.
«Come in tutta Italia. Qui è un partito di governo, quindi c'è più visibilità rispetto alle aree in cui siamo all'opposizione».
Alla base delle attuali difficoltà, non ci sono errori nella sua azione amministrativa?
«Mai sentite critiche di merito, in maggioranza. Abbiamo perso i sardisti, ma perché sono passati dall'altra parte».
Non teme una clamorosa vittoria del centrodestra?
«No, loro sanno di essere minoritari: infatti nessun partito vuole il candidato presidente. A Nuoro ci sarà una clamorosa vittoria del centrosinistra».
Ma quale centrosinistra?
«Tra di noi ha vinto la linea Bersani: il centrosinistra è costruito attorno al Pd. Nella mia maggioranza oggi ci sono tre partiti, invece l'alleanza si allargherà a dieci sigle: e spero che anche l'Idv sia della partita».
E se sostenesse Arbau?
«È una trattativa complessa, mi auguro che l'Idv partecipi alla vittoria».
Il Pd regionale è stato criticato per come ha gestito il tavolo di coalizione.
«La trattativa è stata guidata da Silvio Lai, con lealtà e stile. È positivo che l'abbia diretta: il partito non ha mai subìto gli argomenti altrui. E poi è un percorso ancora in atto, aspettiamo a valutare».
Al ballottaggio è possibile un suo accordo con Arbau?
«Purtroppo vinceremo al primo turno».
In tutto, quante Province vincerà il centrosinistra?
«Questo non saprei. In queste cose sono affetto da un certo provincialismo. Del resto mi sembra la circostanza adatta».
GIUSEPPE MELONI

UNIONE SARDA
Tempio, si tratta di tre consiglieri comunali uscenti

Il Partito democratico cala un tris per chiudere il cerchio sul sindaco
Lunedì 26 aprile 2010

Potrebbe scaturire dalla rosa dei nomi trapelata, nonostante il riserbo, il candidato del centrosinistra. Il Pd cala un tris: Vittorio Masu, Romeo Frediani e Nico Aisoni, tutti consiglieri uscenti con un passato politico molto diverso.
Vittorio Masu, dipendente della Asl, con i suoi 35 anni è il più giovani dei tre e rappresenta quel ricambio che nel Pd s'intravvede timidamente. Alcuni veti interni al suo stesso partito, dovuti proprio al dato anagrafico, sarebbero la ragione dei principali mugugni verso la sua candidatura.
Romeo Frediani, 55 anni, geometra, è un ex socialista di lungo corso che offre maggiori garanzie sul piano dell'esperienza, avendo ricoperto anche il ruolo di vice sindaco nei primi anni Novanta. Propenso alla riconciliazione, Frediani potrebbe essere il candidato più appropriato per far deporre l'ascia di guerra dentro un partito dilaniato da lotte intestine.
Quanto a Nico Aisoni, consulente del lavoro di 48 anni, è espressione della sinistra vendoliana, ma non gode del favore dei numerosi ex esponenti della Margherita confluiti nel Partito democratico. Chi ha invece ceduto definitivamente il testimone dalla corsa per il ruolo di primo cittadino, sotto le insegne dei democratici, è Gerolamo Balata, che ha accettato di battersi per un posto nel prossimo consiglio provinciale.
Una certezza che si aggiunge ad un'altra, ovvero l'unità del Pd che ha seriamente corso il rischio di una scissione nel tentativo di trovare un accordo con l'Udc, e in particolare con Franco Marotto. A scongiurare il rischio è il segretario cittadino del Pd Nicola Comerci: «Nonostante le differenti visioni che si confrontano, posso garantire che il mio impegno massimo è rivolto a salvaguardare l'integrità del partito, perché reputo questo un obiettivo tutt'altro che secondario». Un altro dato di fatto inconfutabile è che, a 5 giorni dal termine ultimo dalla presentazione delle liste, i partiti sono ancora alle prese con una matassa fatta di personalismi e interessi altri dalla collettività.

FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
LUNEDÌ, 26 APRILE 2010

GALLURA

La ribellione dei nizziani contro i Sanciu, Pd diviso sul nome dell’Upc

OLBIA. Separati in casa delle libertà. Pdl contro Pdl, in guerra totale. Fedele Sanciu e Matteo Sanna, coordinatore e vice del Pdl in Gallura, non sembrano turbati dalla ribellione di una parte del partito, guidata da Settimo Nizzi. Al centro della lotta tra colonnelli azzurri la scelta di Francesco Sanciu, fratello di Fedele, come candidato alla presidenza della Provincia. I nizziani vanno allo scontro frontale. Presentano un documento firmato da Nizzi, dal sindaco Gianni Giovannelli, dai primi cittadini di Golfo Aranci, Monti, Loiri, Monti. Dal presidente della Port authority Paolo Piro, dal consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu, da 4 assessori comunali, Tiziano Pinna, Marco Piro, Giampiero Palitta e Angelo Cocciu, 12 consiglieri comunali, una manciata di vicesindaci. In poche parole tutti i nizziani di Gallura. «La scelta del nome di Francesco Sanciu - riporta il documento indirizzato a Cappellacci, al coordinamento nazionale e al regionale - non è mai stata ratificata dal coordinamento provinciale, né è frutto di una indicazione arrivata da Roma. Non c’è stata nessuna riunione. La scelta è un atto di prevaricazione. Le modalità che hanno portato Fedele Sanciu a dare comunicazione agli alleati della scelta del candidato sono irresponsabili. Per questo chiediamo ai coordinamenti una riunione urgentissima per arrivare a una scelta condivisa». Sanciu e Sanna tritano il dissenso. «Entro stasera chiuderemo le candidature delle liste - annuncia Sanciu -. Per il presidente è già tutto definito. Capisco la delusione di chi non è stato scelto. Ma noi abbiamo seguito le indicazioni arrivate dai vertici regionali e lo statuto».
Il centrosinistra afflitto dalla sindrome di Penelope prova a disfare la tela costruita con fatica. Il candidato dovrebbe essere Giorgio Spano dell’Upc. Ma nulla sembra più incerto di questa scelta. Una parte della coalizione che spinge per spodestare Spano a favore di Gesuino Achenza. Un’altra sogna di vedere Pierluigi Caria, Pd, alla guida della coalizione. (l.roj)

UNIONE SARDA
Il centrosinistra

Giorgio Spano (Upc) sempre più vicino all'investitura

Sabato 24 aprile 2010
Fa ancora un passo verso l'incoronamento ufficiale, Giorgio Spano, il coordinatore gallurese Upc sempre più vicino alla candidatura da presidente. Dalla sua ci sono le ultime mosse sullo scacchiere regionale. Accordi di ieri. Perché l'Idv ha scelto di piazzare la bandierina sull'Ogliastra, lasciandolo quindi ai cristiano-popolari la leadership in Gallura. Insomma, il passaggio nel tavolo provinciale si preannuncia una tappa in discesa per Spano. Vero è che il Pd, in nome dell'automonia locale, non rinuncerà a fare i suoi nomi. Ma è altrettanto certo gli equilibri sardi della coalizione non si possono stravolgere più di tanto, men che meno a sei giorni dalla chiusura delle liste. Non solo. Spano è capace di drenare il voto moderato, prerogativa che non ha un candidato della sinistra antagonista. Per ovvie ragioni di appartenenza. ( a. c. )

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 24 APRILE 2010

Il parlamentare del Pd Giulio Calvisi chiede di defiscalizzare l’intero comparto del sughero, dalla produzione al commercio

Crisi, abbattere l’Irap e i redditi d’impresa


L’emendamento da inserire nella finanziaria prevede sgravi per 25 milioni di euro in 3 anni
Finanziare le aziende con fondi comunitari per prodotti ecologici

GIAMPIERO COCCO

TEMPIO. Finanziare la filiera del sughero con fondi statali e comunitari, gli unici disponibili per prodotti ecocompatibili. E detassare degli investimenti nel settore.
Questa la proposta di legge, da inserire in uno degli articoli della prossima finanziaria, firmata dal parlamentare del Pd Giulio Calvisi e sottoscritta, oltre che dai deputati del gruppo della sinistra sarda, anche da altri colleghi di diverse formazioni politiche.
«Presenteremo gli emendamenti, da aggiungere alla legge finanziaria, sin dai prossimi giorni, anche perchè non è possibile che un settore importante come quello del sughero non goda, a distanza di decenni, incentivi fiscali per poter crescere e mantenere intatta la forza occupazionale».
Giulio Calvisi, che ieri era a Tempio, nei saloni dell’Exme, per spiegare ai rappresentati del Consorzio del sughero di Calangianus e agli amministratori la sua proposta di legge, ha anche espresso tutta la sua perplessità sui fondi a pioggia decisi dalla finanziaria per aiutare i diversi settori manifatturieri.
«Una vera miseria, quella stanziata dal Governo, poco più di 300 milioni di euro, la stessa cifra che lo stesso Governo ha messo a disposizione del comune di Catania per abbattere il pauroso buco di bilancio. Le agevolazioni fiscali che noi chiediamo per un settore importante come quello del sughero è di 25 milòioni di euro, suddivisi nel triennio 2010-2012. Per raggiungere questo scopo - ha poi spiegato il deputato del Pd - ho mutuato un sistema infallibile, già collaudato da un collega delle Masrche. Il quale, sistematicamente, aveva inserito sgravio fiscali in ogni finanziaria per le aziende marchigiane che producomo mobili e arredi per uffici. Dopo due tentativi il suo emendamento è passato».
Giulio Calvisi ha anche parlato di sovvenzioni per il comparto sugheriero consentiti dalla comunità europea, trattandosi di prodotti naturali, ecocompatibili, che possono trovare impiego in disparati settori.

UNIONE SARDA
TEMPIO.
La proposta, in discussione alla Camera, illustrata dal deputato Giulio Calvisi
«Incentivi anche per il sughero»Emendamento al decreto del Governo presentato dal Pd
Sabato 24 aprile 2010
Anche il comparto del sughero potrebbe trarre vantaggio dal decreto incentivi del Governo che ha stanziato 300 milioni.

Estendere il decreto incentivi del Governo al settore sugheriero per incrementare la domanda e sostenere il comparto in crisi. Questo il senso dell'emendamento che sarà proposto la prossima settimana alla Camera dei deputati, e presentato dal suo relatore, Giulio Calvisi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nell'ufficio turistico. «Quello che auspichiamo - ha precisato l'esponente del Pd - è che il Governo possa aumentare la dotazione dell'attuale fondo di 300 milioni, e 5 dei quali possa destinarli, per 3 annualità 2010/2012, al comparto del sughero perché corrispondente con le esigenze di risparmio, ricerca, economia verde e più in generale di ecocompatibilità di cui parla il decreto».
Ai dieci settori e 19 tipologie di beni individuati, che spaziano dalle cucine componibili, alle gru per l'edilizia, ai ciclomotori, si vorrebbero includere nuovi macchinari e nuove apparecchiature per la fabbricazione dei prodotti della lavorazione del sughero. La detassazione dell'investimento, per l'acquisto di tali strumenti della filiera del sughero, sarà pari al 70 per cento che andrà ad essere escluso dall'imposizione del reddito d'impresa e dall'imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Calvisi in seguito si è soffermato sull'attuale situazione di crisi che è contingente, considerato il grado di saturazione raggiunto dal mercato del tappo. Quel che occorre non un intervento circoscritto ad alcuni aspetti della filiera, ma da estendere a tutta la struttura: dalla fase di produzione della materia prima, alla lavorazione, fino alla commercializzazione. Ma soprattutto è indispensabile ampliare la produzione considerato l'impiego del sughero nel settore edile, aerospaziale e fotovoltaico, e far leva, sull'esempio del settore agricolo. Il deputato del Pd ha affermato che è allo studio un disegno di legge.
FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 23 APRILE 2010

Il Partito democratico passa la mano
Silvio Lai: «Il tavolo regionale non prevede la nostra candidatura in Gallura»
Presidenza, salgono le quotazioni dell’Upc e di Giorgio Spano

ENRICO GAVIANO
OLBIA. Il Pd si fa da parte e apre alla candidatura del centrosinistra alla presidenza della Provincia all’Upc. Un atto sancito ieri dal segretario regionale del Partito democratico. Silvio Lai a Olbia ha riunito la direzione provinciale ricordando gli accordi raggiunti nel tavolo regionale che, per la Gallura, prevedono la candidatura alla presidenza per un partito diverso dal Pd. Una decisione che lascia scontenti tutti nel partito ma era difficile invertire la rotta.
Nel centrosinistra ora salgono vertiginosamente le quotazioni dell’Upc che ha sempre chiesto al tavolo regionale la candidatura alla presidenza della Provincia Olbia-Tempio. L’altro contendente sarebbe l’Idv che però dovrà, presumibilmente, accontentarsi di altre candidatura. Nel partito di Antonio Satta il grande favorito è Giorgio Spano, attuale coordinatore provinciale dell’Upc, che sembra poter avere la meglio sul consigliere provinciale Gesuino Achenza.
Il Partito democratico gallurese avrebbe anche potuto cambiare la storia di questa candidatura, ma non c’è riuscito. L’idea di Carlo Careddu di mettere sul tavolo un nome di un proprio candidato era buonissima. Sarebbe servita a sparigliare le carte sul tavolo provinciale e anche a rimettere insieme il partito che è uscito spaccato dalla corsa alla segreteria provinciale. Ma le divisioni hanno avuto la meglio sul progetto politico. Quindi la maggioranza si è arroccata su un nome, quello di Marino Achenza, la minoranza su un altro, quello di Pierluigi Caria. La terza via, quella di un candidato che accontentasse tutti, non è stato trovato visto che l’unica proposta, nata già da qualche mese, e legata al nome di Carlo Mannoni, è naufragata subito per il cortese rifiuto del diretto interessato.
La mossa che avrebbe dunque dato un bello slancio al Pd gallurese è invece fallita. Ieri, nel corso del dibattito tenutosi nella sede di via Roma, dopo l’intervento di Silvio Lai, ci si è rammaricati parecchio della piega che ha preso la situazione. Tutti d’accordo solo sul fatto che non presentare un nome del Pd per la presidenza era un’occasione perduta. E ora c’è da preparare la lista in cui, la prima nota negativa, è che si ricandideranno pochi degli uscenti (Tore Derosas e Gianni Ricciu hanno già detto di no).

UNIONE SARDA
PROVINCIALI
Il coordinatore gallurese incoronato dal partito come candidato presidente
L'Upc ha scelto: «Il leader è Spano»Sull'urbanista manca solo l'ok definitivo del centrosinistra
Venerdì 23 aprile 2010
Ieri visita a Olbia del segretario regionale Pd, Silvio Lai: il partito farà i suoi nomi, ma su Spano non ci sono veti. Fuori corsa Achenza e Satta.

C'è voluta la pioggia per far uscire il centrosinistra dalla secca del candidato leader. Da ieri, l'aspirante presidente ha un nome. E all'ottanta per cento non cambierà. La freccetta della diplomazia politica è finita su Giorgio Spano, bandiera Upc, quella che il neo-incoronato (per ora dal suo partito) sventola anche da coordinatore gallurese. Certo: la scelta dei cristiano-popolari deve passare per il tavolo provinciale. Ma sugli assetti di Olbia-Tempio ha ripreso a influire la spartizione delle poltrone su scala regionale. Ragion per cui all'Upc ne spetta una e quasi con certezza fa il paio con la Gallura.
LA SVOLTA Dunque è fatta (quasi). Il centrosinistra sembra aver trovato la quadra sul candidato presidente. La svolta è di ieri, quando i colonnelli Upc si sono chiusi in una stanza a Olbia. Sul tavolo la rosa dei papabili. I petali sono stati tolti uno ad uno, in un paio d'ore. Alla fine è rimasto solo Spano, l'urbanista classe '56 (è nato il 25 gennaio) che all'anagrafe ha pure altri due nomi, Salvatore e Gavino. Il coordinatore Upc ha sbaragliato la concorrenza sotto la spinta del segretario regionale, Enrico Piras. Praticamente una benedizione su cui mancava solo l'accordo interno ai cristiano-popolari. A cominciare da Gesuino Achenza, il consigliere provinciale uscente, altro papabile lanciato nell'arena dal numero uno nazionale, Antonio Satta. Achenza ha ceduto il passo, mentre Satta, anche lui in corsa sino all'ultimo, è stato messo fuori gioco dagli alleati della coalizione con la “colpa” di essere il vice di Pietrina Murrighile.
CHI È SPANO Eccolo allora il profilo del candidato presidente, all'80 per cento. Spano ha 54 anni. E una passione politica: lo scudo crociato. Da democristiano (corrente: sinistra di base) è entrato in Consiglio a Olbia, la prima volta nell'85. Fino al '95, nelle due legislature Scanu, ha ruotato in tre assessorati: Servizi sociali, Commercio e Sanità. Poi si è preso dieci anni sabbatici, seppure dietro le quinte sia sempre rimasto. In aula è tornato nel 2007, all'opposizione e da vicepresidente della commissione Urbanistica. Spano è un imprenditore del mattone, molto vicino a Luigino Donà delle Rose, il conte-fondatore di Porto Rotondo col quale ha fatto business nelle costruzioni.
IL PD Adesso c'è l'ultimo ostacolo per Spano. Ovvero il verdetto degli alleati. Ieri a Olbia c'era il segretario regionale Pd, Silvio Lai, che ha ribadito la filosofia del partito gallurese: autonomia nella scelta, con le mani libere da influenze esterne (leggi assetti cagliaritani). Vuol dire che i democratici non rinunceranno a fare i loro nomi, ma apertura e condivisione saranno massime al tavolo con gli alleati. Certo: Rifondazione, Rossomori e Sinistra e Libertà, i nanetti della coalizione (ma lo è anche l'Upc) i piedi li pesteranno, visto che preferiscono un candidato Udc. Ma a un mese dalle elezioni non c'è più nemmeno il tempo per litigare.
ALESSANDRA CARTA

LANUOVA SARDEGNA

GIOVEDÌ, 22 APRILE 2010
Provinciali. Nello scacchiere regionale la Gallura è assegnata all’Upc che ha quasi scelto il suo uomo guida per la coalizione

Centrosinistra, corsa a 2 per la presidenza
Sfida tra Gesuino Achenza e Giorgio Spano. Oggi arriva il segretario regionale Pd, Silvio Lai

LUCA ROJCH

OLBIA. Effetto presepe. I partiti del centrosinistra, immobili come statuine, continuano a decorare il tavolo della coalizione. Ma dopo mesi di trattative, altro che Yalta, sono arrivati alla quasi conclusione. Stasera arriverà Silvio Lai travestito da deus ex machina a dare al centrosinistra il suo candidato. In lizza sono rimasti un paio di candidati. Nella complicata architettura delle alleanze regionali del centrosinistra la Gallura spetterà all’Upc. Il partito di Antonio Satta, ha già pronti due candidati Giorgio Spano e Gesuino Achenza. Con un leggerissimo vantaggio per il consigliere provinciale uscente. Tagliato fuori il segretario nazionale del partito Satta, che non si è mai mostrato troppo interessato alla candidatura e da tempo si è concentrato sulle Comunali per diventare sindaco della sua Padru. Il partito democratico non ha abdicato e in teoria la segreteria provinciale è in grado di proporre una rosa di nomi da proporre al tavolo della coalizione. Su tutti Pierluigi Caria e Marino Achenza. Che già avevano superato con un buon successo il battesimo di un sondaggio interno. Ma in queste ultime ore spuntano anche i nomi di Domenico Mannironi ed Elena Burrai. Ma con molta probabilità Silvio Lai stasera chiederà ai suoi di fare un passo indietro in nome degli accordi presi a nel tavolo regionale. Il Partito democratico si prepara a vivere un altro momento ad alta tensione in Gallura, con un confronto interno tra le diverse anime. L’Upc si avvicina al tavolo di coalizione con una riunione a porte chiuse per scegliere compatto il nome da presentare al resto del centrosinistra. Anche l’Italia dei Valori ha un suo candidato, Pier Paolo Spano, ma a dominare le scelte di tutto il partito sono gli accordi presi al tavolo regionale. Per questo l’Idv può fare solo da spettatore in questa contesa per la scelta del candidato alla Provincia. Ora diventa quasi indispensabile chiudere intorno al nome di un presidente, per preparare le liste che dovranno portare la coalizione ad affrontare la corazzata del centrodestra. Nelle liste per ora gli unici punti fermi sono i consiglieri uscenti del partito democratico in provincia. Per gli altri partiti si parte da zero, o quasi. Ma una volta scelto il candidato presidente completare il resto della scacchiera sarà molto più semplice. Sul centrosinistra pesa anche l’incognita Pietrina Murrighile. La presidente, che correrà per l’Alleanza per l’Italia di Rutelli, dopo avere invocato invano le primarie di coalizione sembra intenzionata a presentare una sua lista per tentare la missione impossibile e lanciarsi alla conquista della Provincia contro i suoi ex alleati.

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 22 APRILE 2010


ELEZIONI
Sinistra e Italia dei valori preparano la loro lista: «Non attendiamo il Pd»

TEMPIO. Stanchi di attendere il partito democratico i partiti del centrosinistra decidono di andare da soli. Il segretario cittadino dell’Italia dei Valori, Roberto Cossu, critica la trattativa infinita tra Pd e Udc e annuncia che il resto della coalizione completerà la lista e andrà avanti anche senza il partito democratico. «A due mesi dall’apertura del tavolo di centrosinistra ancora non è stata presa una decisione che vada oltre lo stallo dettato dalle trattative preliminari - dice Cossu -. A 10 giorni dalla chiusura delle liste non è mai stata affrontata la questione candidature di coalizione, la questione sindaco, né quella relativa agli equilibri interni. La causa è nella lotta interna al Pd ed è relativa a una ipotesi di allargamento dell’alleanza all’Udc. Una guerra legata a correnti e personalismi. Si rileva che l’Italia dei valori, Rifondazione comunista e Sinistra ecologia e libertà hanno atteso, finora inutilmente, con pazienza e fiducioso senso di responsabilità, la soluzione di questi problemi. Consapevoli di aver agito nell’interesse di una coalizione improntata al rinnovamento di idee, uomini e soprattutto programmi. Per questo Idv, Rifondazione e Sinistra ecologia e libertà, assieme a un gruppo di indipendenti, si avviano a completare la lista di centrosinistra in attesa che il Pd chiarisca la propria posizione e confermi la sua collocazione nel centrosinistra in coerenza con quanto avviene in sede regionale e provinciale».

UNIONE SARDA
Si lavora a una lista alternativa mentre resta in ballo l'accordo con l'Udc
Idv e sinistra lanciano l'ultimatum«Il Pd non decide, dilaniato da una guerra intestina»
Giovedì 22 aprile 2010
L'Udc resta l'ago della bilancia e, a otto giorni dal termine per la presentazione delle liste, non si conoscono coalizioni e candidati sindaci.

Riunioni e trattative proseguono, ma producono solo frutti sterili. A meno di 10 giorni dal termine per la presentazione delle liste, candidati sindaci e coalizioni continuano ad essere un mistero. Inevitabile che alcune parti politiche perdano la pazienza. È il caso dell'Italia dei valori che, unitamente a Rifondazione comunista e Sinistra ecologia e libertà, ha redatto un documento di denuncia contro la paralisi decisionale che affligge il Pd. «La causa - si legge nel testo - è nella logorante lotta interna al Partito democratico ed è relativa ad una ipotesi di allargamento dell'alleanza all'Udc. Una vera e propria guerra intestina legata a correnti e personalismi che nulla hanno a che vedere con la creazione di una coalizione di rinnovamento che vorrebbe cambiare la politica cittadina». Parole dure ma meditate che hanno il sapore di un ultimatum al principale partito della coalizione di centrosinistra. Infatti nel proseguo del documento si apprende che i tre partiti, rafforzati da un gruppo di indipendenti dove spicca il consigliere comunale Gianni Monteduro, si sta avviando verso il completamento di una lista alternativa a quella da realizzare con i democratici. Ovviamente la sinistra non è disponibile ad un ampliamento della coalizione all'Udc, e a fatica accetterebbe anche la confluenza di singoli esponenti dello scudocrociato. La linea è sempre quella del taglio netto con le precedenti amministrazioni di centrodestra. Se da sinistra il Pd viene richiamato ad una «collocazione naturale di centrosinistra coerente con quanto avviene in sede regionale e provinciale», i centristi lo accusano di autolesionismo. «Un accordo tra Pd e Udc - ha dichiarato Tore Diana, segretario cittadino dei centristi - avrebbe significato una sicura vittoria elettorale, ma fin quando prevarranno i personalismi e la rigidità, anziché dare un contributo alla città si rischia di seguire logiche che vanno nella direzione opposta».
FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 20 APRILE 2010

L’Udc comanda nella volata finale

Elezioni: braccio di ferro con destra e sinistra per l’alleanza vincente

GIAMPIERO COCCO

TEMPIO. Le consultazioni tra i partiti stanno per giungere al termine. Il bipolarismo e le alleanze che caratterizzano la politica regionale e nazionale hanno attecchito anche in città. Tutto ruota attorno al nome del futuro sindaco, buono per il centrodestra o il centrosinistra.
L’ago della bilancia - per fare pendere il quale si stanno gettando manciate di assessorati sui piatti di destra o di sinistra - è l’Udc guidato in Gallura da Andrea Biancareddu. I nomi che lo schieramento di Casini - che in città rastrella da sempre un buon numero di voti - propone come canditati sono quelli di Franco Marotto, il quale è però osteggiato dalle correnti interne al suo stesso partito guidate dai diretti concorrenti (e attuali assessori) Giannetto Addis e Francesco Quargnenti. Il Pdl, ricompattatosi nelle ultime ore, resta seduto al tavolo delle trattative con due nomi, quello dell’attuale vicesindaco Angela Masu (la quale candidatura è avvallata dal sindaco Antonello Pintus, Pdl) e quello di Salvatore Sassu, medico cattolicissimo (con il seguito che ne consegue) e pediatra di grande valore sponsorizzato dall’assessore al bilancio in quota An-Pdl, Franco Anziani. I partiti che andrebbero a completare questa non ancora formalizzata alleanza sarebbero i sardisti e lo Sdi.
Sul versante opposto, quello del centrosinistra che in città vede come capofila il Pd, le scelte sul nome del candidato sono ancora avvolte dal mistero, anche se in molti stanno ipotizzando che la candidatura dell’attuale consigliere di minoranza Gerolamo Balata, esponente di spicco del Pd, sia quello più indicato per andare a vincere le elezioni di maggio.
Anche per lo schieramento di centrosinistra, ovviamente, un accordo con l’Udc (che siede a quel tavolo portando gli stessi nomi come candidati alla carica di primo cittadino) è indispensabile per avere, pallottoliere alla mano, la quasi certezza di poter conquistare il Comune dopo dieci anni di governo di centrodestra.
Le incognite, però, sono rappresentate dalle differenze di vedute all’interno dell’Udc, che rischia una scissione se a conquistare la pole position di candidato (per l’uno o l’altro schieramento) fosse Franco Marotto al posto degli altri due contendenti. I malumori del partito di Casini affiorano quotidianamente dopo gli estenuanti e continui faccia a faccia e riunioni “interne”, dove vengono portate avanti le richieste di una o dell’altra parte. A muso duro. Tutto questo in vista della volata finale, che vede prevalere Franco Marotto sugli altri. Un nome sul quale stanno per stringersi accordi preelettorali utilizzando il vecchio ma sempre valido manuale Cencelli

UNIONE SARDA
CENTROSINISTRA.
Rifondazione, Rossomori e Sinistra e libertà di fatto isolano Idv e Upc
I piccoli della coalizione stanno col Pd«Nessun veto su un eventuale candidato democratico»
Martedì 20 aprile 2010

Si allunga la rosa dei papabili: entra in corsa Elena Burrai, ex vicepresidente della Provincia. Restano alte le quotazioni di Marino Achenza.


Valgono un voto come gli altri. Ma sono tre i “nanetti” del centrosinistra, e tutti già allineati con la filosofia Pd. Ovvero: Rifondazione, Rossomori e Sinistra e libertà possono diventare l'ago della bilancia, ora che il tavolo provinciale deve trovare la quadra sul candidato presidente. Con un risvolto: hanno il peso per mettere in minoranza gli altri due alleati, Idv e Upc. Entrambi rivendicano precedenza nella scelta e ora sono isolati.
IL QUADRO Dunque spunta un nuovo equilibrio nell'ex Ulivo. Protagonisti: i piccolini della coalizione che scoprono la strategia. Tutti e tre danno ragione ai democratici sulla svolta autonomistica («Il candidato si decide in patria Gallura»). Significa che un eventuale leader Pd non è affatto fuori dai giochi, come vorrebbero dipietristi e cristiano-popolari.
LE POSIZIONI Natale Tedde, coordinatore di Sinistra e leader, va di fioretto: «Il gioco di domino che vogliono fare a Cagliari (spartire le presidenze delle otto province su scala regionale) non ha senso. È giusto che la Gallura decida per sé, senza vincoli precostituiti». Tuttavia, ai democratici Tedde serve un monito: «Facciano sintesi nel più breve tempo possibile, e con la massima condivisione. Sono il primo partito dello schieramento. La loro unità è fondamentale per rendere la campagna elettorale efficace». Parole diverse, ma posizione identica per Angelo Filigheddu, alla guida dei Rossomori galluresi. «Il tavolo regionale ha valore fino a quando stabilisce le linee programmatiche. Il resto è prerogativa del confronto provinciale. Peraltro, sul nostro territorio a Cagliari c'è poco interesse. Noi, di sicuro, non presenteremo un nostro nome». In casa Rifondazione, il segretario Lorenzo Scagliotti è più ruvido, seppure non metta in discussione la scelta autonomista del Pd: «Nel caso in cui non ci convinca alcuna proposta, faremo la nostra. Di sicuro, nessun partito è in vantaggio».
IL PD Sul fronte democratico, i vertici non si contano più. Sabato la direzione provinciale, ieri un altro summit. Quanto basta perché la lista dei papabili si allunghi. È entrata in gioco anche Elena Burrai, l'anti-Murrighile per eccellenza, vicepresidente della Provincia nell'accordo della vittoria, quello che portò l'ex Ulivo a guidare l'ente di Olbia-Tempio. Poi la Burrai è stata scaricata proprio dalla presidente uscente che le ha preferito l'Upc Antonio Satta. In corsa pure Antonello Perinu, sindaco di Oschiri a fine mandato, nonché leader della minoranza (“Autonomia e rinnovamento”). Continua a tirare molto Marino Achenza, ex Ds, consigliere comunale di lunghissimo corso, dirigente ai tempi della Quercia. Pierfranco Zanchetta, assessore provinciale (Ambiente) non ferma il pressing su Pierluigi Caria, onorevole della massima assemblea sarda che sta bene dov'è. Ma a Zanchetta diventare leader non dispiacerebbe affatto.
ALESSANDRA CARTA

UNIONE SARDA
Tempio
Accordo più vicino tra Udc e Pdl Tutto tace nel Pd
Martedì 20 aprile 2010

I l fumo non è di origine vulcanica, ma nei cieli della politica tempiese non decollano né alleanze, né candidati sindaci, e la situazione è sempre più fluida. Si susseguono le riunioni dei direttivi dei principali partiti che proseguono le trattative, ma quel che trapela sono solo le divisioni interne nella scelta di campo. Nonostante le rassicurazioni del segretario Udc, Tore Diana, sul riavvicinamento al centrodestra, allargato al Psd'Az, ai socialisti e alla Lega, non è da escludere una clamorosa scissione nello scudocrociato capeggiata da Franco Marotto, propenso alla candidatura sotto le insegne del Pd. Proprio per evitare la rottura tra i centristi, nell'ultima riunione del direttivo non si è andati al voto evitando l'aprirsi di una pericolosa ferita negli equilibri interni. Non meno travagliata è la situazione dei democratici dove finora ha prevalso la linea del segretario Nico Comerci contrario ad un'alleanza con l'Udc, ma Gerolamo Balata e il suo gruppo mal digeriscono l'accordo con le sole forze di sinistra. Lo stesso vice segretario provinciale, Tomaso Visicale, ha criticato Comerci per le posizioni personalistiche e la mancanza di sintesi anche nelle semplici dichiarazioni ufficiali. Ma il Pd continua ad avere nel volto impassibile di Antonello Addis la soluzione del rebus. Memori delle precedenti due elezioni, solo 24 ore prima del termine ultimo, si dovrebbe conoscere il candidato sindaco del centrosinistra. Quanto al Pdl, il sindaco uscente continua a tirare la volata al suo vice Angela Masu, mentre Franco Anziani vorrebbe a capo della coalizione il pediatra Salvatore Sassu.
FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
DOMENICA, 18 APRILE 2010

Pdl, Pintus lancia la candidatura della Masu

Il sindaco vorrebbe come successore la sua vice. Pd, c’è l’apertura a un esponente dell’Udc

TEMPIO. Si moltiplicano le riunioni in vista delle comunali. Pdl, Lega, Udc e indipendenti si sono incontrati per definire una possibile alleanza. E per la prima volta sono emersi i nomi dei possibili candidati a sindaco. Antonello Pintus ha insistito per scegliere il successore.

Insieme a Tore Scanu, coordinatore del Pdl, il sindaco ha proposto i nomi della vice Angela Masu (tre legislature alle spalle) e di Salvatore Sassu, già ex assessore ai tempi della Dc.
Anche la Lega, rappresentata da Roberto Ruggero, ha indicato il proprio candidato a sindaco: Davide Mandaresu, dirigente Cargo Alitalia, non particolarmente presente in città.
Più difficile è stato per l’Udc fare un nome. Il segretario Salvatore Diana e il delegato Manuel Marotto non sembravano tra di loro in piena sintonia. I mal di pancia di questo partito, che potrebbe essere l’ago della bilancia (chi lo prende in pratica, almeno sulla carta, ha i numeri per vincere), sono noti e non più tanto nascosti.
Alla fine i due hanno convenuto sulla rosa dei quattro nomi presentati al sondaggio telefonico con una marcata preferenza a favore di Franco Marotto, tallonato da Giannetto Addis. La candidatura se la giocheranno loro e non si escludono colpi bassi né clamorosi abbandoni.
Gli indipendenti sono stati ad ascoltare. «Pensavamo di dover parlare dei problemi di Tempio - dice Pierino Masoni - e invece era il solito rito delle poltrone. Vedremo con chi allearci».
Si riunito anche il direttivo del Pd. All’unanimità si è confermata la trattativa con l’Udc, partner privilegiato, soprattutto se a guidarlo dovrebbe essere Marotto. Il Pd intende proporre una propria rosa di nomi. «Ma - fa sapere uno del direttivo - non forzeremo la mano né impiccheremo il partito alla poltrona del sindaco. Si prenderanno in considerazione anche altre proposte, nessuna pregiudiziale verso nomi di altri partiti».
Come dire che un sindaco Udc va bene lo stesso. Sarà così? (g.g.)

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 16 APRILE 2010

VERSO LE AMMINISTRATIVE
Il Partito democratico ritrovi unità e obiettivi condivisi per il voto del 30 maggio
Gli sforzi del segretario Silvio Lai non sono bastati a mettere d’accordo le diverse anime del partito

Il risultato delle elezioni amministrative nelle 13 regioni del marzo scorso non ha, per il centro sinistra, l’effetto sperato di lanciare la volata per le amministrative sarde del prossimo 30 maggio. Nonostante si sia ridotta, rispetto alle europee, le distanze tra i due schieramenti, la crisi economica e gli scandali che hanno colpito il premier ed il suo governo hanno avuto un impatto modesto sulle scelte degli elettori. Questa tornata elettorale conferma che non esistono ricette facili o scontate per conquistare il successo elettorale. Allargare le coalizioni è utile, ma non decisivo come dimostra il Piemonte dove è bastata la corsa del movimento No Tav di Grillo per compromettere, nonostante l’alleanza con l’Udc, il risultato elettorale del centro sinistra. Per vincere sono state determinanti leadership carismatiche come nel caso della Puglia o riconosciute capacità di buon governo come in Toscana.
Certamente non è utile, per migliorare la propria capacità attrattiva, prodursi in lunghe e tardive discussioni sul metodo di scelta dei candidati presidenti piuttosto che sul merito dei programmi proposti agli elettori. In Sardegna, poi, la proposta di primarie per i candidati presidenti di provincia è apparsa come una opzione residuale da imporre ad alleati reticenti piuttosto che come strumento utile per sviluppare apertamente un confronto su leadership e programmi.
Peccato che le primarie siano tali solo se il confronto di idee non è ridotto a pochi giorni, come nel ventilato caso sardo, e se il candidato vincitore ha poi il tempo di rimettere insieme tutti i pezzi eventualmente lacerati dal confronto interno. Non a caso il calendario delle primarie negli Stati Uniti parte 12 mesi prima e si conclude a 4 mesi dalla data delle elezioni presidenziali. Le difficoltà nella scelta dei candidati alla presidenza delle province e dei sindaci dei comuni maggiori rischia poi di sommarsi, per il Pd sardo, con i ritardi organizzativi e di capacità di elaborazione politica accumulati con la vicenda del commissariamento del partito e le elezioni regionali anticipate del febbraio del 2009.
Il notevole sforzo organizzativo portato avanti dal segretario Silvio Lai si è infranto su una serie di blocchi e condizionamenti delle diverse componenti del partito che hanno impedito il completamento degli organismi interni e l’avvio dei forum tematici per lo sviluppo di proposte e programmi. Dopo 6 mesi dal proprio Congresso il Pd sardo è ancora privo di un sistema di norme che ne regolino la vita interna avendo ulteriormente rinviato l’approvazione dello Statuto. La sensazione è che la ricerca di una ideale, ma irrealistica, unanimità nelle decisioni abbia finito per paralizzare il partito. Ma la capacità di un partito di essere riformista e progressista, facendo sintesi tra culture ed estrazioni diverse, si misura proprio sulla qualità della sua organizzazione interna e sulla rapidità con la quale arriva a prendere decisioni e a sintonizzarsi con il suo elettorato.
In Sardegna le sfide non mancano. Dalla crisi dell’industria alle problematiche sull’energia, dalle politiche sociali a quelle per l’istruzione, dalla salvaguardia dell’ambiente a quella dei beni comuni come l’acqua, dal nuovo rapporto federale con lo Stato al protagonismo di province e comuni.
Su questi temi il campo progressista deve sviluppare una proposta alternativa politica e culturale al centro destra sapendo che i cittadini sardi difficilmente avranno la pazienza, come lascia intravedere anche il trend di crescita dell’astensionismo, di attendere l’esito delle estenuanti ricerche di equilibrio interne ed esterne al Pd sardo.

UNIONE SARDA
CRONACA DI OLBIA

Il segretario aggiunto della Cisl avrebbe l'appoggio trasversale del partito
Tre big dicono “no”, e ora Farina fa tendenza
Venerdì 16 aprile 2010
Anche i “no” sono certezze. E così, nella lista dei papabili targati Pd, si leggono tre crocette. Tutte per indisponibilità, tutte politicamente pesanti. Ovvero, alle provinciali di maggio non saranno candidati presidente Carlo Careddu , Pierluigi Caria e Carlo Mannoni .
Intanto: il primo è il segretario del Pd gallurese, acclamatissimo dal popolo democratico. Ma l'avvocato di Olbia che ha trent'anni e occupa uno scranno nel consiglio comunale, preferisce la leadership del partito a quella della coalizione. Discorso simile per Caria: da febbraio 2009 rappresenta nella massima assemblea sarda i 26 comuni del territorio. La sua poltrona è in bilico per via del ricorso presentato da Elio Corda (stesso partito, ma è nella maggioranza interna), primo dei non eletti. Corda ha vinto già due round, sino all'appello, ma Caria conta di spuntarla in Cassazione. E comunque vuole fare il consigliere regionale. Tanto che la minoranza Pd, i suoi sostenitori - quelli della mozione “Autonomia e rinnovamento” - hanno deciso di ritirare la candidatura. Caria leader lo volevano Pierfranco Zanchetta (assessore uscente in Provincia), Ninni Chessa (consigliere comunale a Olbia) e Antonello Perinu , aspirante segretario del Pd (battuto da Careddu) nonché sindaco a fine mandato, a Oschiri. Pare non si sia arreso solo Giulio Calvisi , deputato e grande sponsor di Caria. Infine Mannoni. Il soriano di Santa Teresa, ex vicepresidente della Regione, ha declinato l'invito. Lui, però, non ha spiegato il motivo. O quantomeno: la ragione non è nota ai più.
Ma per tre nomi che finiscono fuori dalla rosa, ne spunta uno nuovo di zecca. È quello di Adalberto Farina , vicino alla mozione “Autonomia e rinnovamento”. Farina è un sindacalista storico della Cisl, sempre lì da trent'anni. Oggi è il segretario generale aggiunto in Gallura, ma è stato alla guida della sigla quando la Gallura faceva provincia insieme a Sassari. Farina è uno di quei jolly capaci di unire, anche i nemici. Ma per ora non ha detto né “sì” né “no”. In casa Pd attendono. Pensando anche a un possibile outsider, magari da pescare nel mondo delle imprese.
A. C.

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 13 APRILE 2010
L’Udc all’assalto della Provincia
Alleanza con il centrodestra «se il candidato sarà Andrea Biancareddu»
Il segretario Tore Diana «La Gallura interna deve avere il suo peso»


GIAMPIERO COCCO

TEMPIO. L’Udc entra a gamba tesa nella scelta del candidato a presidente della provincia, e lo fa gettando sul piatto della bilancia i 7000 voti rastrellati nell’ultima consultazione elettorale per le regionali. E proponendo il suo leader, Andrea Biancareddu, già assessore regionale all’urbanistica. «Su otto Province almeno un paio ci spettano» dice Tore Diana, segretario politico di Tempio.
La proposta sarà formalizzata, nelle prossime ore, alla coalizione di centrodestra che ieri si è riunita a Olbia per mettere a punto le liste e parlare del presidente. Con una scelta di nomi che sembra avvantaggiare solo Olbia. Oggi Fedele Sanciu, coordinatore, e il vice Matteo Sanna saranno a Cagliari. «Siamo alla vigilia di una consultazione elettorale - spiega Tore Diana - nella quale l’obiettivo finale è la conquista della Provincia, dopo 5 anni di assoluto immobilismo da parte del centrosinistra. Il nostro partito non chiude le porte agli attuali alleati in campo regionale, ai quali chiede d’essere consapevoli della posta in gioco e dell’importanza che la Provincia riveste per la Gallura. Le forze politiche non possono essere sbilanciate soltanto a favore della Gallura costiera o, con la scelta dell’assessore al turismo Bastianino Sannitu, di una fascia territoriale contigua. Anche l’Alta Gallura, e il suo capoluogo, Tempio, deve essere rappresentata in consiglio provinciale, questa volta in modo autorevole. Le nostre proposte saranno esposte nelle prossime ore nelle sedi competenti, anche perchè è giunto il momento del fare, non delle parole». Andrea Biancareddu conferma la scelta del suo segretario politico, e si dice pronto ad accettare la candidatura «a patto che sia condivisa dalle altre forze politiche con le quali cercheremo di costruire, anche nella nostra Gallura, le alleanze già presenti in consiglio regionale». Andrea Biancareddu aveva rastrellato 5000 voti personali alle ultime regionali, e farà pesare questi numeri.

LA NUOVA SARDEGNA
DOMENICA, 11 APRILE 2010

Il Pd al voto con il centrosinistra

Il direttivo cittadino vara una rosa di candidati: «L’Udc potrà aderire»

GIAMPIERO COCCO


TEMPIO. A pochi giorni dalla prima scadenza elettorale, quella della presentazione delle liste, il Pd esce allo scoperto. Andrà alle urne con lo schieramento di centrosinistra, nel quale, se vorrà, confluirà anche l’Udc. «Ma il candidato sindaco sarà nostro», dice il segretario Nicola Comerci.
Il condizionale (ovvero il rinviare a tempi migliori ogni decisione), è la sintesi di quanto è stato discusso nella riunione del direttivo cittadino durante il quale, oltre a trattare le tematiche sulla formazione delle liste e sul nome del candidato a sindaco - il Pd sta contattando diversi professionisti cittadini, persone che con la politica attiva hanno poco a che fare ma che possono, con la loro autorevolezza e riconosciuta simpatia per il centrosinistra, garantire quelle richieste di trasparenza e garanzia istituzionale che si è imposto il partito guidato da Bersani -, è servito a far togliere i sassolini dalle scarpe a molti dirigenti del partito.
Nicola Comerci, che si era già espresso contro una alleanza con l’Udc, contrastato dalle pesanti bordate di altri esponenti dello schieramento di centrosinistra, spiega che le sue precedenti dichiarazioni erano fatte a titolo personale, e riconosce che «il consigliere Gerolamo Balata, che è uomo navigato, ha diritto come tutti ad esprimere la sua opinione. Noi abbiamo proposto all’Udc tre condizioni per fare l’accordo: discontinuità con il passato, rinnovamento, coerenza tra schieramento politico tra Comune e provincia. Ci era stato risposto che non erano strade percorribili». Questo sino a ieri mattina, quando (e quì entrano in ballo i diversi condizionali), il direttivo di partito, all’unanimità, ha deciso di andare al voto con «una coalizione di centro sinistra e con un nostro elenco di candidati a sindaco, che sottoporremo poi al gradimento dell’Udc. Vedremo cosa ne uscirà fuori», ha spiegato il segretario cittadino Nicola Comerci.
Ma il punto focale, nel sempre più lontano accordo con l’Udc, resta proprio il candidato a sindaco.
Il partito di Casini, per la città, vuole mettere in pista una sua rosa di candidati, a partire dal consigliere provinciale Franco Marotto. Una scelta, quella della dirigenza dell’Udc, che stando agli incalzanti boatos registrati tra le varie anime del partito porterebbe all’implosione del gruppo dirigente, con schegge impazzite che potrebbero andare a confluire in schieramenti diversi, dal Pdl alla lista civica che si sta predisponendo per tirare la volata all’attuale vicesindaco, Angela Masu.
L’incertezza, al momento, attraversa come una freccia tutte le compagnini. Gli incontri proseguono ma il tempo incalza e le decisioni, quelle reali, stanno per arrivare.

UNIONE SARDA
TEMPIO
Il quadro politico a sinistra
Accordo Udc-Pd: stop alla trattativa e democratici in lite
Sabato 10 aprile 2010

«Per me non ci sono più le condizioni di un accordo, ma la decisione finale spetta al partito»: il segretario del Pd tempiese Nicola Comerci liquida così la trattativa con l'Udc. L'ultimo incontro tra i dirigenti dei due partiti probabilmente ha messo una pietra tombale sul progetto di una lista unitaria per le imminenti elezioni comunali. Oggi però è stata convocata l'assemblea del Partito democratico e saranno gli iscritti a dire l'ultima parola. Dentro il centrosinistra la spaccatura è evidente, c'è infatti chi preme per un accordo immediato con l'Udc di Andrea Biancareddu. A quanto pare le perplessità e la fronda arrivano dagli ex Margherita che non sembrano propensi ad entrare in una lista civica che vede la preponderanza dei centristi. «La mia posizione è questa - dice Comerci - dopo l'incontro di giovedì sera non mi sembra che ci siano i margini per proseguire la trattativa con l'Udc. Ma soltanto il mio partito potrà stabilire se andare avanti per un accordo».
Dall'altra parte c'è il coordinatore cittadino Udc Salvatore Diana: «Alcune condizioni poste dal Pd sono improponibili. Non possono chiederci di raggiungere l'accordo per le comunali di Tempio all'interno di una più ampia collaborazione a livello provinciale. Non siamo noi che determiniamo le decisioni dell'Udc nel territorio, ovviamente non ci spetta. Quindi chiederci un accordo che valga per tutto, è onestamente pretendere troppo».
Dunque oggi gli iscritti del Partito democratico voteranno per dare un mandato definitivo al segretario. È probabile che l'assemblea si concluda con una spaccatura. Il Pd, comunque, ha già pronta una lista di 20 nomi e ha chiuso l'accordo con Italia dei valori, Comunisti e un folto gruppo di indipendenti. ( a. b. )

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 10 APRILE 2010
Provinciali

Pd, l’ultimo disperato tentativo per evitare il massacro primarie

OLBIA. Il Pd tenta di evitare la disintegrazione del centrosinistra. Il meteorite delle primarie è a un passo. La direzione regionale le impone, in Gallura sono viste come una malattia terminale. Il Pd è ancora senza un candidato e un’idea per trovarne uno. Con la clessidra che non ha più granelli. Per presentare un candidato e le firme per le eventuali primarie di coalizione c’è tempo fino a mercoledì. Ma l’idea delle primarie non fa proseliti. L’Upc e l’Idv abbandonano il tavolo della coalizione. Entrambi contrari alle primarie. Per ora l’unica candidata certa è Pietrina Murrighile che con il suo Api ha ufficializzato la sua discesa in campo. Il Pd regionale con la sua scelta mette in fuga gli alleati. Quello provinciale deve riuscire nel miracolo di evitare le primarie. Fare sintesi, riunire le anime, e trovare un candidato. I vertici del partito si sono chiusi in una sorta di riunione non stop per trovare una soluzione al domandone che sembra non avere risposta. Tra gli alleati è gelo. «Noi abbiamo sempre detto di non essere disponibili alle primarie - spiega il segretario provinciale Upc, Giorgio Spano -. C’è un tavolo regionale su cui si cercava di trovare una convergenza. Mi pare che lo si voglia far saltare. A queste condizioni noi non ci stiamo». Anche l’Idv correrà da solo davanti all’ipotesi delle primarie di coalizione. Il presidente provinciale Pd, Carlo Careddu, ha convocato per stasera una direzione provinciale del partito alle 16, in cui ci saranno i 40 membri della direzione, consiglieri, assessori provinciali e coordinatori di circolo. (l.roj)

UNIONE SARDA
CRONACA REGIONALE

La decisione del direttivo del partito. Ma i vertici locali possono confermare gli uscenti: improbabile il ricorso agli elettori per il caso Nuoro
Il Pd: primarie di coalizione il 18 aprile
Venerdì 09 aprile 2010

Le primarie sono lì, come una pistola sul tavolo: che forse sparerà e forse no. Il Pd decide di farle e fissa una data, anzi due: domenica 18 aprile per il voto, martedì 13 per la presentazione delle candidature (con 1.250 firme, non più 2.500). Schema da riproporre agli alleati che hanno già detto no all'ipotesi di consultare gli elettori.
Sarà però rispettato lo statuto nazionale dei democratici, che prevede la riconferma di presidenti e sindaci uscenti se i vertici locali del partito danno il via libera con una maggioranza del 60 per cento. Per essere chiari: a Nuoro difficilmente si faranno primarie. Oggi l'assemblea provinciale riproporrà Roberto Deriu: per la minoranza del Pd, il dissidente Efisio Arbau avrebbe titolo per depositare le firme e sfidarlo. Ma dovrebbe prevalere l'interpretazione contraria.
IL BIVIO È la sintesi della direzione regionale del Pd. Riunione delicatissima, lo dimostra la presenza di Davide Zoggia della segreteria nazionale. E il fatto che vogliano intervenire tutti i big, da Antonello Cabras a Renato Soru (protagonista di un'accesa lite con Giuseppe Pirisi). Alla fine il segretario Silvio Lai ottiene un mandato unitario, senza votazione. Il sospetto è che ciascuno lo intenda in modo diverso.
Primarie sì-primarie no è appunto il tema del dibattito. Lai, nell'introduzione, illustra il bivio tra la necessità di creare la coalizione più ampia possibile, mostrando generosità con gli alleati, e quella di ribadire le regole andando a primarie (con chi ci sta) per risolvere i casi più difficili. La prima opzione convince la maggioranza interna ma anche il leader della minoranza bersaniana, Giampaolo Diana: «Serve un accordo che consolidi il più possibile la coalizione. Le primarie sono uno strumento utile, ma non a così breve distanza dal voto». Chi invece le pretende è l'area Barracciu-Franceschini.
LO SCONTRO La stessa Francesca Barracciu, con Marco Espa e altri, chiede che la direzione si esprima con una votazione. Un modo per prepararsi a esprimere una posizione contraria, se si rinunciasse a consultare gli elettori. Renato Soru insiste molto sul caso Arbau, chiedendosi perché non gli si conceda di contendere a Deriu la candidatura. L'ex governatore se la prende poi col segretario cittadino di Nuoro, che ha chiesto agli organi di garanzia «i necessari provvedimenti» (cioè l'espulsione) per Arbau. A Soru replica Pirisi: tra i due la ruggine è antica, e si riaffaccia con una lite verbale molto aspra.
LA SINTESI La soluzione finale si affacci nell'intervento di Cabras, che rivendica le primarie ma ricorda la regola pro-uscenti dello statuto nazionale (Zoggia concorderà sul punto). Lai difende gli uscenti ma soprattutto richiama «il documento sottoscritto dalle forze politiche del centrosinistra il primo marzo scorso», in cui si sceglieva insieme di «usare le primarie se non c'è una sintesi condivisa».
«Un metodo democratico, che evita le spartizioni», commenta Antonio Biancu, coordinatore del comitato che aveva elaborato regole comuni per dare la parola ai cittadini. Rigettate però successivamente da alcuni partiti, tra cui l'Idv. Nella direzione del Pd si respira disappunto verso i dipietristi, che in base alla propria forza elettorale accampano molte pretese. C'è il dovere di tenerli in considerazione, magari lasciandogli il sindaco di Nuoro, e la tentazione di reagire con una prova di forza ai loro veti, come quello su Graziano Milia a Cagliari.
GLI SCENARI Ora si attendono le reazioni degli alleati all'accelerazione del Pd. Tutto può accadere, anche che le primarie si facciano ovunque ma non a Nuoro. O che rispuntino a Sassari, dove sembrava pacifica la ricandidatura di Alessandra Giudici: ma lì la maggioranza del Pd non ha il 60 per cento necessario per evitare la consultazione. E l'area Franceschini potrebbe nuovamente cercare di raccogliere le firme su un altro nome.
GIUSEPPE MELONI

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 09 APRILE 2010
Verso il voto senza certezze

Pd, Balata contro la chiusura all’Udc annunciata da Comerci

ANGELO MAVULI

TEMPIO. A 20 giorni dalla scadenza dei termini per presentare le liste elettorali (le ore dodici del 1º maggio), il panorama politico tempiese è quanto mai confuso. Motivo del contendere il nodo delle alleanze. Con dichiarazioni opposte all’interno degli stessi schieramenti.
È quanto accade, ad esempio, nel Partito Democratico, nel cui dibattito interno interviene ora anche il consigliere comunale Gerolamo Balata: «Tempio - afferma - vive un momento difficile. Isolata e trascurata, ha necessità urgente di un’iniziativa politica che coinvolga oltre ai partiti, compresi quelli del centro, anche la società civile. Di un progetto costruito su accordi politici e programmatici condivisi e utili alla gente, non ai politici. Non sono quindi d’accordo con le affermazioni del segretario Nicola Comerci (contrario all’alleanza con l’Udc e all’impianto per l’incenerimento di biomassa, ndc), espresse a titolo personale, su argomenti per i quali all’interno del partito non è stata presa alcuna decisione. E nemmeno coi termini nei quali ha proposto una lista di nomi l’assessore provinciale al bilancio, Antonello Addis».
Nell’Udc il rischio di una spaccatura che vede da una parte Franco Marotto, candidato sindaco, e dall’altra gli assessori Gianni Addis e Francesco Quargnenti su posizioni diverse, è reale.
Nel Pdl, dove la scelta del candidato sindaco sembrava orientata verso Angela Masu, vice sindaco uscente, si registra ora l’opposizione di Franco Anziani, che invece candida il pediatra Salvatore Sassu e Raffale Pileci, presidente del consiglio comunale, ostile proprio alla candidatura della Masu.

UNIONE SARDA
Tempio
Trattative Udc-Pd
Venerdì 09 aprile 2010

Ore decisive nella trattative tra Udc e Pd per un'alleanza in vista delle prossime elezioni comunali. Nei giorni scorsi il segretario cittadino del Partito democratico, Nicola Comerci, aveva fatto le sue richieste ai centristi e soprattutto indicato le condizioni dell'accordo. Il nodo della trattativa è quello del quadro politico a livello provinciale. Gli ex Margherita e Ds chiedono infatti all'Udc una scelta unica sia a livello comunale, che per il rinnovo del consiglio provinciale. A quanto pare questa indicazione ha provocato una dura reazione da parte dei centristi che ritengono la richiesta non solo inaccettabile, ma anche improponibile. Ieri sera i dirigenti dei due partiti si sono incontrati di nuovo per un faccia a faccia che potrebbe rivelarsi decisivo. Un consistente gruppo di iscritti e dirigenti del Partito democratico sarebbe pronto comunque ad un accordo con i centristi. In ogni caso l'Udc ha deciso di chiudere la trattrativa, in un modo o nell'altro, entro questa settimana. ( a. b. )

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 08 APRILE 2010

Candidature, si parla di Carta, Cossu e Putzolu

Antonello Addis: il Pd consideri l’offerta Udc

GIOVANNI GELSOMINO

TEMPIO. Se Nicola Comerci, segretario cittadino di quel Partito Democratico che vorrebbe chiudere la porta all’alleanza con l’Udc, c’è invece chi, come l’assessore provinciale al bilancio e finanze, Antonello Addis, lascia aperto più di uno spiraglio. «Non dimentichiamo - ricorda ai compagni di schieramento - che per noi l’obiettivo è quello di mandare a casa il centrodestra».E di questo è convinto anche Francesco Marotto che all’interno del direttivo Udc si è battuto per un’allenza strategica con il Pd.
Secondo Addis la strategia è semplice: fare un passo indietro, trovare nuove persone, «cambio di passo e di uomini». Discontinuità col passato, rinnovamento dei gruppi dirigenti. Spazio alla società civile. L’idea, non nascosta, sarebbe quella di fare di Tempio il laboratorio della nuova politica, «uscire da un lungo incantesimo», ricominciare a praticare la politica. E l’ex Dc che fa capo all’Udc e al Pd sembra in questo in sintonia.
Per la carica a sindaco si propone un’ampia rosa di nomi. Niente di ufficiale per quanto riguarda il Pd ma candidati d’area pare abbiano fatto capire che potrebbe esserci un interesse: si tratta di Paolo Cossu, ingegnere conosciuto ed apprezzato in città, al pari di Antonio Carta, esperto fiscale, un nome che circola all’interno dell’ambito Pd come pure quello dell’avvocato Domenico Putzolu, tutti volti nuovi della politica.
E, tra le donne, Maria Erminia Satta, un nome che ritorna a ogni elezione e che la stessa fa subito accantonare dicendosi non disponibile. Ma questa volta, dicono, potrebbe rifletterci. Avanzata anche la candidatura di Maria Chiara Demuro, già assessore con la giunta Dibeltulu; e di Pina Luciano, dirigente scolastica, esperta sindacale.

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 08 APRILE 2010

Provinciali. I tavoli regionali dei due Poli lasciano in sospeso le decisioni per la Gallura


Il quiz dei candidati presidente

Centrodestra: risale Sannitu. Centrosinistra: prove di unità nel Pd

ENRICO GAVIANO

OLBIA. Coalizioni ancora in alto mare per la designazione del candidato presidente. Nel centrodestra rimescolamento delle carte con i Riformatori che risalgono. Nel centrosinistra tutto in alto mare.
Centrodestra. Il tavolo regionale di ieri non ha risolto nulla, per quanto riguarda la Gallura. Il Pdl ha ribadito con forza di voler indicare un proprio candidato presidente. I litigi interni sul nome potrebbero anche aver azzoppato un po’ la granitica compattezza del partito in Gallura. Fatto che consente ai Riformatori di ripartire di slancio per chiedere proprio la Gallura per la corsa alla presidenza di una Provincia. In questo caso, l’investitura andrebbe direttamente all’attuale assessore provinciale al turismo e sindaco di Berchidda Bastianino Sannitu.
Questa ipotesi, poi, aprirebbe anche la strada a un avvicendamento nell’assessorato regionale. Ma questa è già un’altra storia. Quello che resta da ricordare è che la designazione di Tonino Pizzadili, presidente del consiglio comunale di Olbia, per ora resta ferma al palo. Un’investitura che sembrava quasi certa dopo la prima riunione del centrodestra gallurese e dopo l’affermazione in una trasmissione tv del coordinatore provinciale Fedele Sanciu. La levata di scudi degli alleati ha invece avuto il potere di frenare Pizzadili.
Centrosinistra. Anche in questo caso, il tavolo regionale non ha partorito nulla di concreto per la Gallura. Al tavolo delle trattative i pretendenti sono diversi. A parte la presidente uscente Pietrina Murrighile, sostenuta dall’Api di Rutelli, hanno chiesto la candidatura alla presidenza l’Idv, il nome più ricorrente è quello del consigliere provinciale Pierpaolo Spano, e l’Upc, con il vicepresidente della Provincia Antonio Satta in pole position ma con l’affacciarsi anche di una seconda proposta, quella di Giorgio Spano, coordinatore provinciale del partito. Il tavolo ha deciso di non decidere e ora il Partito democratico terrà un’ulteriore riunione regionale che determini se dare il via libera o meno, nei casi spinosi, alle primarie.
Il Pd, in Gallura, aspetta questa decisione ma non è detto che si allinei a seguirla. C’è, intanto, l’esigenza di tenere riunita la coalizione, che vedrebbe invece il dissociarsi di Idv e Upc che non vogliono assolutamente le primarie. E poi le primarie, visto che si è ormai quasi a metà mese, arriverebbero troppo in ritardo. Semmai Carlo Careddu, il segretario gallurese del partito, non ha rinunciato ancora al fatto che sia proprio il Pd a indicare il candidato presidente. La mossa servirebbe a due scopi: cercare di far decollare finalmente i consensi in provincia e riunire le anime del Pd profondamente divise dopo il congresso che ha visto la vittoria di Careddu. Per riuscire nell’obiettivo, la missione difficile (ma non impossibile) è trovare un nome che metta d’accordo tutti, da presentare poi al tavolo provinciale, possibilmente con l’appoggio anche di altri componenti della coalizione come i Rossomori, Sinistra e Rifondazione. Un obiettivo che si può raggiungere solo con l’accordo con l’area minoritaria del Pd guidata da Antonio Perinu e Pierluigi Caria.

UNIONE SARDA
CENTROSINISTRA.
Sulle primarie il no di tante altre sigle mentre l'ex Ulivo è ancora in alto mare
Dipietristi e Upc escludono il Pd dalla corsaIl secondo e terzo partito della coalizione puntano a scegliere il leader
Giovedì 08 aprile 2010


L'urna delle primarie si allontana, e il Pd, d'improvviso, finisce accerchiato dal resto della coalizione. Anzi: addirittura escluso dalla terna dei candidati presidente. Arriva da Cagliari la sorpresa post pasquale con destinazione Gallura. L'hanno firmata Idv e Upc, di nuovo vicinissimi dopo i veti dei giorni scorsi. Ma da ieri lo scenario è cambiato: dipietristi e cristiano-popolari non solo respingono la consultazione interna all'ex Ulivo, ma fanno sapere ai democratici di aver già messo la bandierina su troppe scelte. Quindi, nel quadro delle poltrone da spartire su scala isolana, il secondo e terzo partito del centrosinistra vogliono scegliere il candidato presidente per Olbia-Tempio.
LA NOVITÀ Nessuno se l'aspettava. Men che meno i democratici. Invece lo sgambetto è servito, al tavolo dei segretari sardi, allargato per una volta a quelli provinciali. Le novità sono tante. Ma due spiccano. Intanto: tempo per fare le primarie ce n'è sempre meno. Non solo. Sempre meno partiti le vogliono, a cominciare da Idv e Upc, per continuare con i socialisti del Ps, Rifondazione e Sinistra e libertà. Quanto basta perché dipietristi e cristiano-popolari abbiamo chiesto che siano i tavoli locali a chiudere la partita delle candidature.
LA ROSA DEI PAPABILI Se questa linea dovesse passare (ma è difficile che il Pd prenda il ceffone senza reagire), sarebbero i coordinatori galluresi a trovare la quadra intorno al candidato presidente pescandolo da una terna Idv, Upc e Api (Alleanza per l'Italia). Per dare volto alla rosa, coi dipietristi sono ufficiosamente in lizza l'europarlamentare Giommaria Uggias e il consigliere provinciale uscente, Pier Paolo Spano. I rutelliani dell'Api sponsorizzano la presidente uscente Pietrina Murrighile. L'Upc, invece, potrebbe far correre il coordinatore gallurese Giorgio Spano al posto del leader nazionale Antonio Satta (all'Idv non piace perché è il vice della Murrighile).
L'OSTACOLO Cosa succederà adesso, è presto per dirlo. Ma il primo stop alla strategia arriva proprio da Marco Marraccini, coordinatore regionale Api. Nell'Alleanza sanno bene che se la scelta spettasse al tavolo provinciale, la Murrighile avere zero possibilità di arrivare alle urne. Ragion per cui, «noi siamo pronti ad andare da soli», è la stoccata. Ovvero, niente soluzioni discrezionali. «Quando ci sono più candidati, è giusto fare le primarie», ribadisce Marraccini. Di segno opposto la posizione di Uggias, che è anche coordinatore territoriale: «Per una consultazione interna alla coalizione non c'è più tempo. Noi crediamo sia corretto lasciare la decisione finale ai tavoli locali». Sui papabili Idv, l'europarlamentare non si sbilancia: «Abbiamo nomi autorevoli». Dal fronte Upc, nemmeno Spano si perde in chiacchiere. Sarà che da ieri la partita delle candidature lo tocca molto da vicino. Infatti dice: «La mia corsa è fantapolitica. Il nostro candidato resta Satta». Invece proprio Spano, più di Satta, potrebbe compattare la coalizione, nel caso in cui la casella della Gallura finisca in quota Upc.
A. C.

LA NUOVA SARDEGNA
MERCOLEDÌ, 07 APRILE 2010

L’Udc col Pd, malumori bipartisan

Il sindaco Pintus: «Scorretti, i primi alleati dovevano cercarli nel Pdl» E il segretario Comerci rifiuta la proposta del partito di Casini

TEMPIO. Dopo la tregua pasquale, è ripresa la corsa per la formazione delle liste per le elezioni comunali e provinciali. Incontri più o meno ufficiali fra partiti e correnti sono ricominciati da ieri sera. Se ne attendono gli sviluppi. prima di Pasqua c’era stato l’annuncio della decisione dell’Udc di voler correre con il Pd e di puntare per il posto di sindaco su Franco Marotto, il favorito dei sondaggi davanti a Giannetto Addis, Francesco Quargnenti e Giuseppe Pirinu.
Una decisione però che non poteva non determinare forti perplessità all’interno della stessa Udc, in quanto ritenuta da più parti frettolosa e poco rispettosa di altre credibili candidature; e che ha suscitato l’immediata reazione del segretario cittadino del Pd, Nicola Comerci che ha escluso ogni possibilità di alleanza con un partito che in città dichiara di voler guardare a sinistra e in provincia segue tutt’altra via.
Ma la decisione dell’Udc di far fronte comune con il Pd ha provocato reazioni soprattutto nel Pdl. «Procedano pure alle loro alleanze - dice il sindaco Antonello Pintus (nella foto) -. Certo sarebbe stato più corretto che l’Udc le avesse cercate innanzitutto con gli alleati di questi ultimi anni, invece ha preferito escluderle dopo vaghi tentativi d’incontro. C’era una coalizione che, prima di entrare nel merito dei risultati, ha garantito una continuità amministrativa al nostro Comune. E questo è un elemento da non sottovalutare se si devono fare dei bilanci e doveva esser il punto di partenza. Facciano pure».
Il sindaco ha anche parole dure verso la preponderanza dei partiti. «Facciano dei passi indietro, si punti sulle persone - chiede -. Si cerchino prima quelle capaci, con a cuore le sorti della comunità e non quella dei partiti. E tra esse si cerchino, in forma condivisa, quelle che si ritengono le più capaci a ricoprire le cariche di sindaco e di assessore. Esigenza più forte ora che il numero dei consiglieri passa, a causa della nuova Finanziaria, da 20 a 14 e, di conseguenza, cresce l’interesse dei partiti a inserire i propri rappresentanti nei posti di assessore, il cui numero resterà invece invariato».

UNIONE SARDA
TEMPIO.
Un gruppo di dirigenti vorrebbe subito l'accordo con l' Udc. Altri frenano

Il nome di Franco Marotto spacca il Pd. Dentro il Partito Democratico è iniziata la resa dei conti
Mercoledì 07 aprile 2010

Ieri sera incontro tra i vertici del Partito Democratico e i dirigenti dell'Udc. Nei prossimi giorni la decisione sulla alleanza per le elezioni comunali

L'Udc ha messo le carte in tavola e adesso tocca al Partito Democratico uscire allo scoperto. Ieri sera gli ex Margherita e Ds hanno spiegato ai centristi che cosa vogliono per dare la vita alla lista civica trasversale. Il nome di Franco Marotto ha messo in crisi il Pd, sul punto non ci sono dubbi. Qualcuno vorrebbe chiudere subito l'accordo, la scelta del medico che oggi siede nel consiglio provinciale piace, ad esempio, al gruppo di Gerolamo Balata. Il socialista approdato al Partito Democratico a quanto pare si è già espresso per una operazione politica di ampio respiro, un accordo elettorale con l'Udc che rimetta insieme i pezzi del vecchio centrosinistra tempiese. Altri invece ritengono l'intesa impossibile e dannosa. Soprattutto non gradiscono il nome di Marotto, schierato a tutti i livelli con il centrodestra. Il segretario cittadino Nicola Comerci ha il suo bel da fare per trovare un sintesi, ieri ha incontrato i dirigenti cittadini dell' Udc con l'obiettivo prioritario di non scontentare nessuno nel suo partito. Gli ex Margherita guidati da Giovanni Pala non intendono firmare cambiali in bianco. «Questa è una interpretazione non corretta- dice Comerci - non c'è nessuna spaccatura dentro il Partito democratico. Semmai è aperto il confronto in questa delicata fase delle trattative e noi discutiamo di tutte le possibili opzioni». Ieri all'Udc, però, sono state poste delle condizioni che dentro il Pd quasi tutti condividono. «Il nome di Franco Marotto - aggiunge Comerci - è quello di una persona degna e rispettabile. Sul punto non ci sono dubbi. Ma noi non partiamo dal nome di un potenziale candidato per discutere con gli altri partiti. L'approccio è un altro. Abbiamo chiesto all'Udc discontinuità, rinnovamento e omogeneità rispetto al quadro politico provinciale». Detto altrimenti, nessuna riconferma per gli assessori uscenti e un accordo unico che comprenda anche le elezioni provinciali. II cerino ora ritorna nelle mani dei centristi.

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 06 APRILE 2010
Mannoni, un no ripetuto da mesi

Il candidato presidente del centrosinistra non sarà l’ex vice Soru Al tavolo regionale Idv e Upc chiedono con forza la designazione

OLBIA. Il tavolo regionale del centrosinistra potrebbe finalmente sbloccare la situazione anche in Gallura dove la scelta del candidato presidente non sembra essere facile. Una cosa certa c’è, comunque: Carlo Mannoni (foto) non sarà della partita. Il nome del vicepresidente della giunta Soru aleggia da mesi fra i papabili alla successione di Pietrina Murrighile. Ma l’ex assessore regionale sin dall’inizio, ringraziando e sentendosi lusingato per l’offerta, ha opposto un fermo e cortese no alle proposte, in particolare provenienti da tutto lo schieramento del Pd gallurese. Questo perché Mannoni, stabilitosi a Cagliari da circa 40 anni, non ha intenzione di spostarsi dal capoluogo. Il no è stato ripetuto ed è diventato definitivo da tempo.
I nomi in campo, attualmente, sono quattro: l’uscente Pietrina Murrighile che però non ha il gradimento di nessuno degli alleati, Antonio Satta dell’Upc, Pierluigi Caria del Pd e Pierpaolo Spano dell’Idv. Tutti nomi che, in un modo o nell’altro sono rimbalzati sia nel tavolo regionale che in quello provinciale. La Murrighile si è autocandidata, l’Upc ha chiesto un candidato per la Gallura facendo il nome di Satta. Anche l’Idv vuole candidarsi in Gallura ma, dopo il no del parlamentare europeo Giommaria Uggias, il nome che circola maggiormente è quello del consigliere provinciale Spano. Infine Caria è stato candidato dall’ala minoritaria del Partito democratico.
Il candidato presidente della coalizione di centrosinistra però potrebbe essere un altro ancora. Di certo sembra impossibile che la scelta arrivi attraverso le primarie. Metodo bocciato senza appello da Idv e Upc, e che non piace molto neanche alla corrente del segretario del Pd Carlo Careddu. Un rebus che si spera possa iniziare a risolversi da oggi. (en.g.)

LA NUOVA SARDEGNA
MARTEDÌ, 06 APRILE 2010
Centrosinistra, ultima chance di rilancio

Oggi e domani supervertice con tutte le segreterie provinciali su nomi e alleanze

FILIPPO PERETTI


CAGLIARI. Dopo le fratture della settimana scorsa, è forse l’ultima chance per rilanciare il centrosinistra alle elezioni provinciali del 30 e 31 maggio: oggi e domani il «tavolo regionale» della coalizione si riunirà con le segreterie di tutti i partiti per decidere alleanze e nomi.
Mentre nel centrodestra il clima si è rasserenato dopo la disponibilità di Psd’Az e Udc di confermare dappertutto la coalizione regionale, il centrosinistra sardo sta conoscendo giorni sempre più difficili. L’epicentro della tensione è nel Pd e in particolare a Nuoro, dove però alle contrapposizioni dei giorni scorsi (ieri si è aggiunto un attacco durissimo dell’ex consigliere regionale Matteo Marteddu al segretario regionale Silvio Lai) hanno fatto seguito alcune aperture, prima fra tutte quelle di Efisio Arbau, il sindaco di Ollolai che vuole spodestare il presidente uscente della Provincia, Roberto Deriu.
Silvio Lai non ha voluto fare commenti. Si è limitare a dire: «E’ un momento davvero molto delicato». Ma non è apparso rassegnato. Anzi. «Entro venerdì bisogna decidere tutto». La difficoltà maggiore sinora incontrata da Lai e dalla sua segreteria è di realizzare nel concreto la linea politica vincente del congresso, quella dell’allargamento della coalizione dopo le lacerazioni degli ultimi due anni. Gli alleati sono disponibili a rinnovare o a rifare l’accordo ma si scontrano con la rigidità, dello stesso Pd, sulle regole, ad esempio le primarie di coalizione. In queste condizioni, l’allargamento della coalizione e l’imposizione delle regole del partito maggiori entrano in evidente conflitto.
Le mediazioni sono state tentate e ora non c’è più tempo da perdere. E così su iniziativa del Pd oggi e domani il «tavolo regionale» del centrosinistra si riunirà a Cagliari per discutere, in otto riunioni distinte, con i «tavoli provinciali». Si parte questo pomeriggio alle 15 con il caso Oristano, quindi seguiranno alle 16 quello del Sulcis-Iglesiente, alle 17.30 quello dell’Ogliastra e alle 19 quello di Sassari. Domani alle 10 sarà la volta, nell’ordine, di Medio Campidano, alle 11 di Cagliari, alle 12.30 di Nuoro e alle 15 della Gallura. Secondo il Pd, evidentemente, sono una visione unitaria dei problemi può consentire di risolvere i casi più scottanti (con Nuoro ci sono quelli di Cagliari e Sassari) mantenendo in equilibrio le esigenze di rappresentatività di ciascun partito.
Per porre fine al lungo logorio sulla composizione dell’alleanze, sulle regole e sui candidati, il Pd di Silvio Lai ha deciso di imporre una forte accelerazione: concluse le consultazioni con i «tavoli provinciali», giovedì ci sarà la direzione del partito e venerdì un nuovo vertice della coalizione regionale per le decisioni formali. Le liste per le elezioni dovranno essere presentate il 30 aprile, per cui se dovranno esserci le primarie non sono possibili ulteriori rinvii nelle trattative. Le fratture emerse nei giorni scorsi nel centrosinistra hanno spinto il centrodestra a non forzare la situazione e a procedere con maggiore cautela proprio per convincere definitivamente il Psd’Az (e di conseguenza anche l’Udc) a realizzare dappertutto l’accordo programmatico delle elezioni regionali del 2009. Il Psd’Az, soprattutto sul caso Sassari, deciderà sabato nella riunione del consiglio nazionale.

UNIONE SARDA
IL CENTROSINISTRA.
Venerdì nuovo vertice di coalizione con l'incognita Mannoni
Primarie, il 18 aprile è l'ultima domenica utile
Martedì 06 aprile 2010

Non si andrà oltre il 18 aprile. È quella l'ultima domenica buona per aprire le urne delle primarie, in casa centrosinistra. Diversamente, andranno spaiati i partiti dell'ex Ulivo che si sono dati appuntamenti per venerdì.
Nel frattempo spuntano nuovi dettagli sulle candidature. Tra i democratici resta in corsa Carlo Mannoni, soriano gallurese del Pd (è di Santa Teresa, seppure politicamente sia cagliaritano). Il nome è autorevole, tanto che l'ex vicepresidente della Regione non ha “uomini contro”, ma non può essere nemmeno speso per le primarie. Mannoni ha cucita addosso una veste: è uomo di sintesi, non di battaglia. Non ha mai militato in un partito, piuttosto fa riferimento a un'area, quella di centrosinistra. Ovvero, non verrebbe buttato (o si butterebbe?) nella mischia. Una differenza, questa, nettissima rispetto a un altro papabile di peso: Giommaria Uggias, l'europarlamentare Idv con un passato da sindaco, quindi da trincea.
Resta il fatto che Pd e alleati non hanno ancora trovato la regola. Ma non è tutto. Al momento i democratici sono quelli che più di tutti spingono per le primarie, seppure secondo la filosofia bersaniana. Cioè: la consultazione interna alla coalizione è un'opportunità, ma non un obbligo.
I nanetti della coalizione si sono divisi. A cominciare dall'Upc di Antonio Satta che da settimana ha contro la prua dell'Idv. I dipietristi fanno un ragionamento: se si boccia la ricandidatura del presidente uscente, Pietrina Murrighile, va fermata anche quella di Satta che è il suo vice. A proposito: la Murrighile resta saldamente in corsa, stretta com'è alla bandiera dell'Api, l'alleanza per l'Italia fondata da Francesco Rutelli. Infatti: comunque si risolva il nodo delle primarie, il capo dell'esecutivo andrà avanti fino alle urne. Con o senza l'appoggio della coalizione.
Sul fronte Rossomori, cioè gli ex sardisti nati dopo l'accordo programmatico dei Quattro Mori col centrodestra, stanno mettendo a punto la lista delle provinciali. Di sicuro non ci sarà Angelo Filigheddu, il coordinatore gallurese. ( a. c. )

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 03 APRILE 2010
Verso le elezioni. Bocciate le proposte di alleanza avanzate dall’Udc. «Nessun compromesso, coalizione di sinistra»
Le «sirene» di Casini non incantano il Pd
La candidatura di Franco Marotto adesso può portare alla scissione dei centristi
Il segretario Comerci: «Non si può essere a sinistra e a destra»
TONIO BIOSA

TEMPIO. «Non prevediamo accordi con l’Udc, che si presenta alle provinciali con il Pdl mentre per le comunali decide di scendere il campo con il Pd» dice il segretario cittadino dei democratici Nicola Comerci.
A fermare il valzer di annunciate allenze da parte dell’Udc con diversi partiti, in vista delle elezioni comunali di fine maggio, ci pensa il segretario del Pd, che bolla come improponibile la decisione (unilaterale) del partito di Casini di stringere un accordo elettorale “disgiunto” da quanto sta programmando per le provinciali. L’ufficializzazione del direttivo dell’Udc di indicare come sindaco Franco Marotto e di «procedere ad un’alleanza» col Pp desta perplessità all’interno delle altre formazioni politiche cittadine e della stessa Udc. Quì, infatti, non tutti avrebbero accettato di buon grado l’indicazione di un solo candidato a sindaco, a fronte della disponibilità di altri quali Giannetto Addis e Francesco Quargnenti, per non citare Giuseppe Pirinu, forti del favore dei sondaggi e dei rispettivi serbatoi di voti. Ed inoltre non sarebbero entusiasti dell’abbraccio con il Partito Democratico. Di qui mugugni e recriminazioni fino ad autorizzare l’evenienza di una rottura del fronte interno al partito e di derive verso altre forze elettorali in campo. «Apprendiamo dell’alleanza e ci viene anche indicato il sindaco nel nome del dottor Marotto, magari con l’alternativa di altri nomi, ma sempre rientranti in quei ranghi. Tuttavia la possibilità di un’alleanza con noi non sarà più fattibile per un fatto dirimente: la decisione dell’Udc di andare col centrodestra nelle elezioni provinciali. Non si può esser col centrosinistra a Tempio e sull’altro fronte ad Olbia. Pertanto restiamo fermi alle ultime determinazioni assunte dal partito e concordate con altre forze politiche cittadine: un cartello fra Pd, Sinistra e Libertà, Comunisti, Italia dei Valori, Rossomori e Verdi», e la tassativa risposta del Partito Democratico.

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 03 APRILE 2010

Arbau corre da solo e spacca il Pd

«Fallito il tavolo del Centrosinistra, lista col sostegno di quattro partiti»

Tra i democratici può cambiare la strategia e il rapporto con gli alleati


GIOVANNI BUA
NUORO. Cronaca di una spaccatura annunciata. Andata in scena ieri nel Pd nuorese. Dopo mesi di tira e molla, veti e accuse incrociati, tentativi di mediazioni nazionali, regionali e provinciali. Possibili e impossibili. E alla fine, a tirare fuori le catagne dal fuoco al centrosinistra, e a far tramontare definitivamente l’ipotesi di primarie di coalizione a Nuoro (e, Sassari permettendo, in tutta l’isola) ci ha pensato Efisio Arbau. sindaco di Ollolai, presidente del Bim Taloro, strenuo difensore delle primarie «sempre e comunque». Soprattutto nella sua Provincia.
Nella quale, ottocento firme alla mano, Arbau chiede da mesi di essere candidato contro (l’ex?) compagno di partito, il presidente uscente Roberto Deriu.
Sfida che farà, non alle primarie però, ma alla guida di una coalizione formata dal nuovo di zecca «Democratici per Arbau», da Alleanza per l’Italia, Sinistra ecologia e libertà, Rossomori e Verdi. Che esprimerà anche un candidato sindaco. E in cui Arbau spera di traghettare gli «scontenti» della minoranza Soru-barracciana del Pd.
«Il tavolo provinciale del centrosinistra è definitivamente fallito - attacca Efiso Arbau - Il rifiuto alla celebrazione delle primarie di coalizione per la selezione dei candidati sindaco e presidente della Provincia di Nuoro, e la conseguente decisione assunta in tavoli non ufficiali di riconfermare il presidente della provincia uscente e di “assegnare” all’Idv la candidatura a sindaco, sono la prova del fallimento di una politica chiusa in se stessa che ha paura di confrontarsi con il proprio elettorato per scegliere le candidature». «Le cinque forze politiche - continua il sindaco di Ollolai nella nota firmata in calce dai 4 partiti alleati - Alleanza per l’Italia, Democratici con Arbau, SeL, Rossomori e Verdi hanno deciso di comporre una nuova coalizione di centrosinistra aperta ad altre forze politiche, movimenti e associazioni che si collocano senza ambiguità nell’alveo del centrosinistra. La prossima settimana la nuova coalizione terrà un incontro nella propria sede di via Roma a Nuoro, per illustrare i programmi per la Provincia ed il Comune, e per presentare i propri candidati alle cariche apicali».
Candidati tra cui non dovrebbero figurare i leader della minoranza del partito, con Francesca Barracciu, Francesco Meloni, Renzo Soro, Francesco Licheri che hanno anche di recente assicurato che non avrebbero seguito Arbau fuori dal Pd. E tra cui invece probabilmente ci saranno Piero Marteddu e l’oroseino Gino Nanni.
«Finalmente i nodi vengono al pettine - tuona il segretario provinciale del partito Giuseppe Pirisi - nessuno ha negato le primarie di coalizione. Il vero problema è che sono gli stessi alleati di Arbau a non volerle. Loro vogliono solo procurare un danno al centrosinistra. Era un atteggiamento premeditato, studiato a tavolino. Hanno cercato in tutti i modi la rottura, hanno parlato di minacce di esplusioni, di primarie negate, di trattative non fatte. In realtà alla fine hanno dovuto gettare la maschera. Non gli interessavano le primarie, ma la visibilità personale. Non gli interessa costruire un’alternativa al centrodestra populista che sta distruggendo la Sardegna, ma cercare di arrecare danno, per mere questioni personali, al centrosinistra. Meglio così - chiude Pirisi - almeno ora le cose sono chiare. E chiare sono le responsabilità. Arbau è fuori dal Pd, ed è stato lui a mettercisi».
Risolta la «grana Arbau» tramonta dunque anche l’ipotesi primarie a Nuoro (e probabilmente in tutta la Sardegna, Sassari permettendo). E, con Deriu a questo punto riconfermato al 100 per cento, gli equilibri andranno trovati «usando» la poltrona del sindaco. Attualmente in quota Idv, che chiede però anche la vice presidenza della Provincia per il sindaco di Gavoi Salvatore Lai e non ha un candidato pronto per le mani per il Comune. Ambita anche dai socialisti (che però sono in serrate trattative anche con la costituenda coalizione di Psd’Az, Riformatori, Udc e Pdl). E assolutamente indigesta per Federazione della sinistra e Upc (che preferiscono una rappresentanza in giunta). La trattativa è molto delicata. Il partito di Federico Palomba potrebbe fare un passo indietro (magari in cambio della non riconferma a Cagliari di Graziano Milia, che comunque Silvio Lai ha assicurato) e a quel punto le porte si spalancherebbero per una «doppietta» Pd. Con la probabile candidatura dell’attuale capogruppo dei Ds in consiglio Alessandro Bianchi.

UNIONE SARDA
CRONACA REGIONALE

Il Pd insiste: «Primarie per evitare spaccature»Ma a Nuoro, Cagliari e Porto Torres è quasi sicura la corsa di due candidati di centrosinistra
Sabato 03 aprile 2010

Lo scisma nuorese del centrosinistra si può considerare cosa fatta, ormai è quasi ufficiale che i candidati alla Provincia saranno due: Roberto Deriu , presidente uscente, e il sindaco di Ollolai Efisio Arbau . Ma alle amministrative la coalizione sarà biforcuta anche al Comune di Porto Torres e - se Graziano Milia non confermerà il suo ritiro - in Provincia di Cagliari. Senza escludere altri strappi: perciò il leader del Pd Silvio Lai conferma di volere le primarie di coalizione, per sciogliere tutti i nodi senza dividersi.
LE PROVINCE La situazione di Cagliari sarà esaminata per ultima dai leader del centrosinistra, quando torneranno a riunirsi dopo Pasqua. Italia dei valori e Rifondazione hanno detto che non sosterranno mai Milia: sia per la recente condanna per abuso d'ufficio, sia per valutazioni politiche sul suo operato.
Silvio Lai difende il presidente, e contropropone le primarie: ma Idv e Prc non ci staranno e potrebbero candidare proprio un dipietrista (si è parlato del coordinatore regionale Federico Palomba e di quello di Cagliari Patrizio Rovelli , ma finora non ci sono vere intese). La coalizione potrebbe ricomporsi solo se Milia confermasse il ritiro e il Pd proponesse un altro nome: se ne fanno diversi, da Nazareno Pacifico a Piero Comandini .
A Nuoro, come detto, Arbau guarda già al voto del 30 maggio: ieri un comunicato preannunciava per i prossimi giorni il battesimo ufficiale della coalizione fatta da Rossomori, Verdi, Api (i rutelliani), Sinistra, ecologia e libertà, e un nuovo soggetto: i Democratici per Arbau. Deriu sarà sostenuto da Pd, Prc, Pdci, socialisti, Idv, Upc.
I due candidati sono entrambi del Pd: ma Arbau ancora per poco, si suppone. Correndo da solo, va incontro all'espulsione dal partito. Lui fa parte dell'area Soru-Barracciu: e la sua scelta in qualche modo rende più complicata la vita di Piero Carta , presidente ogliastrino uscente, della stessa area. Molti chiedevano la sua sostituzione: dopo la rottura a Nuoro, la maggioranza del partito ha un motivo in meno per respingerla. Solo che non ci sono ancora vere alternative: c'è però una rivendicazione dell'Upc.
Nel Medio Campidano si avvicina la ricandidatura per Fulvio Tocco (ma se si tenessero primarie ovunque potrebbe riaprirsi il discorso per Pier Sandro Scano ). Qualche problema residuo a Sassari per Alessandra Giudici : al tavolo regionale il bis sembra fatto, ma la minoranza del Pd vorrebbe le primarie per schierare Monica Spanedda . L'ipotesi a sorpresa di Giovanni Giagu è stata smentita dal diretto interessato.
Nessuno, tranne l'Api, intende riproporre in Gallura Pietrina Murrighile . Ma il nome che metterebbe tutti d'accordo, l'europarlamentare Idv Giommaria Uggias , è escluso dal veto di Di Pietro sui doppi incarichi (lui per altro non sarebbe interessato). Possibile che si lasci sempre all'Idv l'onere di trovare un nome d'area, magari un professionista autorevole. L'Upc però preme per Antonio Satta .
Si parla dei dipietristi anche a Oristano (magari il coordinatore Stefano Figus ), in alternativa ai nomi del Pd ( Mario Tendas e Ivo Zoccheddu ). Resta il Sulcis: dove l'intera coalizione pende dalle decisioni di Tore Cherchi , considerato l'unico vincente sicuro.
I COMUNI Strasicuro Gianfranco Ganau a Sassari, dovrebbero ripresentarsi anche Gigi Ruggeri a Quartu e Pierluigi Carta a Iglesias, benché su entrambi ci siano dissensi tra alleati. Nuoro tocca all'Idv, che però sembra puntare su un tesserato Pd ( Luigi Arru ). A Porto Torres Beniamino Scarpa non accetta di sottoporsi a primarie col sindaco Pd Luciano Mura : alla fine correranno entrambi. A Sestu l'uscente Aldo Pili gode del favore della coalizione, come Angelo Comiti alla Maddalena (Comune di forte peso politico): entrambi però hanno problemi a livello locale col loro partito. Quale? Il Pd.
GIUSEPPE MELONI

UNIONE SARDA
PROVINCIALI
Sanna (Pdl) all'Udc: «Chiarezza»

Psd'Az, doppio vertice: «Vediamo anche il Pd»
Sabato 03 aprile 2010

Questione di giorni. Quattro, per la precisione. Poi il Psd'Az Gallura deciderà con chi fare asse. Se col centrodestra, come succede in Regione da febbraio 2009, oppure con Pd e alleati (è stato così per metà giunta Soru, poi i rapporti si sono raffreddati e poi è andato tutto all'aria). Il vertice del chiarimento è fissato per martedì. Il segretario provinciale, Nello Loriga, tornerà in via Mameli, quartiere generale del Pdl, dove giovedì ha varcato la soglia da osservatore, mentre la coalizione stava mettendo a punto la macchina elettorale. Intanto, l'anima annina nel Popolo della libertà, rappresentata dal vice-coordinatore e consigliere regionale Matteo Sanna, tesse la tela della concordia: «Mi auguro che si rispetti il cartello elettorale della Regione».
IL PSD'AZ Il verdetto è vicino, le idee sono piuttosto chiare. A quattro giorni dal nuovo incontro tra i sardisti e il centrodestra, Loriga sceglie la via della riservatezza. Ma la porta resta (molto) aperta: «In questo momento - spiega - non ho alcuna possibilità di espressione. Il partito ha dato la più totale autonomia alle segreterie provinciali e noi stiamo decidendo. Non nascondo che l'orientamento è mantenere fermo l'accordo programmatico siglato in Regione, ma prima vogliamo incontrare anche il centrosinistra». Loriga attende solo che Carlo Careddu, segretario gallurese Pd, fissi la data. Poi sarà confronto con gli ex alleati nella massima assemblea sarda.
IL PDL Dal fronte An - il 30 per cento del Pdl - Sanna spinge per l'alleanza coi sardisti. «È il percorso più naturale», dice. Poi fa un passaggio sull'Udc che alle amministrative di Tempio sta flirtando con i democratici. Sanna non è molto contento: «Non dobbiamo creare confusione agli elettori, per le comunali si vota contestualmente con le provinciali». Insomma, il richiamo è servito al partito dello scudo crociato perché non tenga un piede su due staffe. Infine: nel centrodestra spunta una soluzione liste. Con (Mpa movimento per le autonomie) e Mps (movimento per il popolo sardo) potrebbe correre qualche Pdl. Probabilmente per ridurre al minimo il partito dei delusi.

A. C.

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 02 APRILE 2010

LE ELEZIONI

Scatta la ricerca dei candidati liste pronte entro un mese


TEMPIO. Un mese di tempo per predisporre le liste. La fissazione della data delle elezioni amministrative al 30 e al 31 maggio prossimi stabilisce che la presentazione delle liste debba avvenire fra il 30 aprile e il 1ºmaggio, alle 12. C’è appunto un mese giusto di tempo per trovare i candidati alla carica di sindaco e di consiglieri comunali e, dall’altro, di presidente della giunta e di membri del consiglio provinciali. Per quanto concerne i comuni di questo territorio l’incombenza ricade su Tempio, Aggius, Bortigiadas e Luogosanto, affiancati da altri nove comuni della provincia. Il primo è notoriamente il più popoloso ed importante. Esso inoltre riveste la posizione di comune capoluogo di provincia, condizione che gli assegna un consiglio composto di trenta membri, a fronte degli attuali venti, più il sindaco. Il quale, a Tempio, resta ineleggibile dopo due mandati. E’ questa infatti la condizione in cui ricade Antonello Pintus, sindaco dal 2000. Partita ormai da mesi, la ricerca dei candidati dovrà a questo punto pur approdare all’indicazione delle non poche persone prescelte, sapendo che, se liste si fermeranno a due, i candidati dovranno esser sessanta. Se poi diventano tre, com’è probabile, i candidati saranno a loro volta 90. E ciò senza andare oltre. Ad Aggius e Luogosanto, meno di 3mila abitanti, si sperimenta invece la novità del sindaco eleggibile anche per il terzo mandato. Ciò che significa che Francesco Muntoni e Mario Scampuddu potranno riproporsi alla guida dei loro paesi. (t.b.)

UNIONE SARDA
VERSO LE PROVINCIALI.
Pd e alleati in piena guerra sulle primarie e i possibili candidati
L'Idv mette il veto sul nome di Satta Nel tavolo sardo l'Api ufficializza il sostegno alla Murrighile
Venerdì 02 aprile 2010
I dipietristi fanno un ragionamento: se il Pd boccia la ricandidatura della Murrighile, non ha senso sostenere quella di Satta, che è il suo vice.

Veti incrociati. A raffica. E nuovi scenari. Viaggia sull'asse Cagliari-Olbia la vagonata di sorprese per le Provinciali. Tutte manovre targate centrosinistra. Intanto: l'Api di Rutelli ha rotto gli indugi al tavolo regionale della coalizione, ieri. Come mai era successo prima, l'Alleanza per l'Italia ha messo il bollino su Pietrina Murrighile , capo uscente dell'esecutivo. Non solo. I cristiano-popolari dell'Upc si tireranno fuori dall'alleanza, se Antonio Satta non sarà il candidato presidente. Senza passare per le primarie, vogliono i centristi. Infine: l'Idv rema contro l'Upc, lanciando un avvertimento nettissimo al Pd: «Se non va bene la Murrighile, va bocciato pure Satta che è il suo vice».
MURRIGHILE CON L'API Dunque non è finita. Per nulla. Anzi: forse sta cominciando lo scontro vero nel centrosinistra. I coordinatori regionali hanno messo in agenda altri due appuntamenti, per la settimana prossima (martedì e mercoledì). Ma ieri si sono alzati dal tavolo con la pancia piena di veleno. Intanto: il nodo delle primarie non è sciolto. Ma adesso disfarsi della Murrighile - obiettivo del Pd - diventa sempre più una strada in salita. Perché il coordinatore sardo, Marco Marraccini , silente nel vertice di giovedì, ieri ha parlato. «La Murrighile sta con noi», suonava l'incipit. E poi: «Se il Pd riconosce i suoi uscenti, deve farlo anche con gli altri esponenti della coalizione. Peraltro, la presidente ha regolarmente concluso il suo mandato». Marraccini ci va di cesello, e chiude: «Cinque anni fa la Murrighile ha portato alla vittoria la coalizione in una terra tradizionalmente di centrodestra. È un valore aggiunto di cui bisogna tener conto».
SCONTRO IDV-API E se il peso specifico dell'Api è diventato enorme in una sola giornata, non si è ridotto quello dell'Idv. Il partito guidato a Roma da Antonio Di Pietro sta puntando su due nomi. Ieri non sono stati ufficializzati, ma la corsa interna all'Italia dei valori è tra Giommaria Uggias , europarlamentare, e Pier Paolo Spano , consigliere provinciale . Ma i dipietristi non si sono fermati lì e hanno allungato la sciabola contro l'Upc. La posizione vale acqua tirata al primo mulino. Infatti: l'Idv non ha mai nascosto di avere zero simpatie per il quinquennio Murrighile. «Ma se si boccia la presidente uscente, non c'è motivo per sostenere Satta». Insomma, il Pd ha un grattacapo in più da risolvere. Infatti: tra Satta e la Murrighile, viene da sé che i democratici sceglierebbero il primo, se fossero obbligati (tuttavia non lo amano). Ma così aprirebbero una frattura con l'Idv, che è il secondo partito dello schieramento, a questo punto avvantaggiato. Dal canto loro, i cristiano-popolari rispediscono al mittente l'ipotesi delle primarie. Con la novità di aver ufficializzato al resto del centrosinistra quanto già si sapeva: l'Upc andrà da solo, se il candidato presidente non sarà Satta.
ALESSANDRA CARTA

UNIONE SARDA

TEMPIO.
Il nome del medico sarebbe gradito anche a numerosi esponenti del Pd
Comunali, l'Udc punta su MarottoIl partito ha deciso alla fine di un movimentato direttivo
Venerdì 02 aprile 2010

Il gruppo vicino agli assessori Francesco Quargnenti e Gianni Addis ha invitato il partito a proporre due nomi agli alleati.

Vedi le altre foto
L 'Udc stringe i tempi e sceglie Franco Marotto come candidato alla poltrona di sindaco. Per essere precisi: il consigliere provinciale ieri sera ha incassato il sostegno di quasi tutte le componenti del partito, il suo nome sarà proposte alle altre forze politiche (Partito Democratico) come indicazione forte dei centristi. La decisione è stata presa alla fine di un movimentato direttivo al quale ha partecipato il segretario cittadino Salvatore Diana, il consigliere regionale Andrea Biancareddu e gli assessori comunali. Sul tavolo c'erano i risultati di un sondaggio telefonico. Ma il vero tema dell'incontro era la scelta di un nome da proporre subito ai potenziali alleati.
Marotto si presentato a dirigenti e iscritti con il sostegno dei vertici dell'Udc, in realtà il suo nome è quello indicato dai colonnelli del partito in tutte le sedi. I problemi per il consigliere provinciale semmai sono in casa. Un suo diretto concorrente, ad esempio, è l'assessore Gianni Addis, alle ultime comunali uno dei più votati. Restano le divisioni, anche dopo la decisione del direttivo. Francesco Quargenti nel suo intervento ha proposto di indicare non uno, ma due nomi alle forze politiche disponibili per la civica di centro-sinistra. Alla fine però la sezione ha scelto di puntare tutto su Marotto. Da oggi il medico con un solido curriculum democristiano, scende ufficialmente in campo. Dovrà subito chiedere un serrate le fila al suo partito e convincere i riottosi a sostenerlo. Nel sondaggio telefonico, alla fine, non ha perso nessuno. Marotto ha prevalso leggermente rispetto a Quargnenti, Gianni Addis e Giuseppe Pirinu, nome nuovo che ha raccolto un buon numero di consensi. «Adesso - dice il presidente Udc Manuel Marotto - dobbiamo metterci al lavoro per creare una coalizione forte». A quanto pare, un gruppo consitente del Pd ha già dato il suo assenso per la candidatura del consigliere provinciale. ( a. b.)

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 02 APRILE 2010

Bersani: siamo in piedi, si riparte

E tuttavia nel partito Democratico le polemiche non si placano

NICOLA CORDA

ROMA. «Siamo in piedi» dice Pierluigi Bersani, nonostante tutto. Scrive ai circoli, la base forse un po’ troppo disorientata da un voto deludente, dalle analisi in parte reticenti del giorno dopo. E chissà se il segretario del Partito Democratico intendeva riferirsi anche a quelle «picconate alla ditta» ripartite puntualmente dalla minoranza. «Siamo in piedi, nonostante la delusione per aver perso alcune regioni e per una manciata di voti la guida di Lazio e Piemonte» scrive Bersani che sollecita gli iscritti a ripartire. Agli iscritti dice che «dal voto emergono chiaramente alcuni problemi nel rapporto tra i cittadini italiani e la politica».
Disaffezione crescente, e distacco, «perché la percepiscono lontana dai loro problemi». Ma la linea non cambia, il progetto resta quello di offrire un’alternativa al governo incapace di dare risposte alla crisi «di offrire un’altra possibilità agli italiani». Ribadisce però il suo approccio alla discussione sul Pd: «C’è spazio per una discussione larga libera sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini».
Scrivendo ai circoli Bersani pone il tema del radicamento al centro dell’azione del partito. «Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per dare radicamento a un Partito concepito come una grande forza popolare». Una carica che suona oltre la minoranza che aveva chiesto «di cambiare passo» e di non chiudersi nel bunker.
Un «consiglio» arrivato anche da Veltroni che non si azzarda a contestare la leadership ma chiede un partito più coraggioso. «Nessun processo - promette l’ex segretario - ma si dica che è andata male». Veltroni poi considera un falso problema quello delle alleanze, «perché la maggioranza si conquista nel paese e non mettendo insieme le sigle dei partiti». Loda Bersani la vecchia guardia e questo per molti non sarà di grande aiuto al segretario. «Nessun Papa straniero - dice Franco Marini - il Pd ha il suo leader che può andare avanti fino al 2013 e poi sfidare Berlusconi per il governo».
Ma nel Pd il vizio delle picconate resta così come quello dei duelli e così accade pure di assistere alla zuffa sui giornali tra due «enfant prodige» del nuovo partito. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi dà del vile al presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti per non essersi candidato nel Lazio. «Capisco che per qualcuno rispettare l’impegno con gli elettori sia meno importante della carriera, per me non è così» è la replica intinta nel veleno. Zingaretti poi va giù ancora più duro e scrive di «mostri che si stanno formando nel partito e non solo una vecchia classe politica ma anche il rischio che taluni nuovi riescano a esprimere solo il metallico rumore del nulla».
In serata Renzi non replica ma ribadisce: «Con Zingaretti e Chiamparino vincevano Lazio e Piemonte». Da qualche tempo in posizione critica, il sindaco di Torino intanto incassa un incontro a due col segretario Bersani per «riorganizzare il partito nel nord», dove la Lega è sempre più un pericolo e non solo dentro le fabbriche. Chiamparino si smarca dal gioco delle candidature e replica secco «le possibilità che io diventi segretario del Pd o essere candidato alla premiership nel 2013 sono pari a zero».
Di Pietro, il principale alleato, però insiste. Entro l’anno va scelto il candidato premier da contrapporre a Berlusconi. E non può essere Bersani: «Serve un nuovo Pd».

LA NUOVA SARDEGNA

VENERDÌ, 02 APRILE 2010

Le primarie dividono Pd e alleati

Delogu: «Tra centrodestra e sardisti più vicino l’accordo a Sassari»

VERSO LE ELEZIONI Amministrative, scelte difficili per le due coalizioni All’Idv andrà il candidato a sindaco di Nuoro

ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. C’è solo una tregua, offerta dalle ferie pasquali, per il Centrosinistra e per il Centrodestra impegnati a definire le candidature per la prossima tornate delle elezioni amministrative. Il Pd è alle prese con le primarie ma soprattutto con la divisione interna mai superata nemmeno con il nuovo corso, il Pdl si confronta con gli alleati, Psd’Az e Udc. I lavori della coalizione di centrosinistra, ieri, sono entrati nel vivo del confronto ma senza fare passi in avanti e il confronto riprenderà martedì prossimo. Ma andiamo per gradi.
Centrosinistra. Ieri mattina quello che è diventato il «tavolo permanente di confronto» è ripartito dalla necessità, ribadita dal segretario del Pd Silvio Lai, di procedere con le primarie. Una strada bocciata da Prc, Pdci, Upc, Partito socialista e anche dall’Italia dei valori.
Le divisioni del Pd tra la maggioranza interna e i «soriani» porterebbe alla candidatura nelle primarie di un secondo rappresentante del partito democratico. I partiti alleati ritengono che, in quel caso, il Pd, prima di effettuare le primarie di coalizione, dovrebbe fare quelle interne; come dire: risolvere una volta per tutte i propri problemi. L’altro aspetto, sollecitato dagli alleati della coalizione, è che il tempo è ormai davvero ristretto, (si vota a maggio), per poter svolgere primarie «vere». Da qui l’esigenza di mediare. E su questo punto si è visto qualche risultato quando si è passati a discutere della situazione nelle province di Sassari e Nuoro. Se nel primo caso l’accordo è quello di confermare sia il sindaco che la presidente della Provincia, su Nuoro c’è stata l’apertura a una candidatura di un rappresentante dell’Italia dei valori. Ma è solo un primo abboccamento; le decisioni saranno prese martedì nel tavolo regionale. Resta il «buco nero» su Cagliari, dopo la rinuncia di Graziano Milia che, se confermato, porterebbe l’Idv a presentare una lista propria. Per la provincia del Sulcis, invece, il nome ampiamente condiviso è quello di Tore Cherchi, deputato e senatore e ora presidente dell’Anci.
Centrodestra. I sardisti trattano con le «mani libere» con il Centrodestra e con il Centrosinistra. Confermata per le comunali a Quartu l’alleanza tra Psd’Az e centrodestra, posizioni più vicine al Centrodestra anche su Sassari. Ma, in realtà, nessuna decisione dei Quattro Mori è ancora ufficiale: tutto è rinviato al Consiglio nazionale dei Quattro Mori in programma il prossimo 10 aprile.
La questione Sassari è stata discussa dalla coalizione di Centrodestra ieri mattina a Cagliarie, alla fine, il coordinatore regionale del Pdl, Mariano Delogu, ha spiegato: «C’è ancora da discutere anche se sulla questione di Sassari c’è stato un passo in avanti per il raggiungimento dell’obiettivo che da sempre perseguiamo e cioè quello della conferma della coalizione che governa la Regione in tutte le Province e in tutti i Comuni. Ci dobbiamo rivedere, ma sono più fiducioso».
Giovanni Colli, segretario regionale del Psd’Az, però, prefrisce la strada della prudenza: «Nulla è chiuso e nulla è precluso», afferma. L’eventuale sì dei sardisti ad alleanze solo con il Centrodestra risolverebbe definitivamente la questione Udc: il partito di Giorgio Oppi ha ripetuto a più riprese di essere pronto ad allearsi con il centrodestra. A patto però che non ci siano deroghe e «mani libere» per le altre forze che governano la Regione.

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 26 MARZO 2010

Le primarie telefoniche dell’Udc: tre a pari merito per la carica di sindaco

Il partito di Casini si presenta agli elettori con la Lega, i Rossomori e il Psd’Az: «Abbiamo il nostro candidato»


GIAMPIERO COCCO
TEMPIO. Il responso del sondaggio telefonico, commissionato dall’Udc per le prossime elezioni comunali, è stato sorprendente per gli stessi addetti ai lavori. Alla carica di sindaco gli oltre 2000 cittadini interpellati gradirebbero tre candidati dell’Udc, distanziati nelle preferenze espresse via cavo da pochissimi punti di distacco. «Abbiamo ottenuto preziose indicazioni», dicono i dirigenti del partito di Casini.
Tore Diana, membro del direttivo Udc, spiega che le informazioni raccolte in questa sorta di primarie «saranno sicuramente utili nella scelta del candidato a sindaco, del quale però al momento non intendiamo svelare l’identità». Ma il segreto preelettorale è simile a quello di pulcinella.
I quattro esponenti dell’Udc per i quali è stato chiesto ai 2000 cittadini di tracciarne il profilo a tutto tondo - a cominciare dalla popolarità e proseguendo con l’impegno politico, la capacità di reggere le sorti dell’amministrazione e infine, cosa che in questi tempi non guasta, la stima e moralità che ognuno di essi trasmette - sono il consigliere provinciale Franco Marotto, gli assessori Francesco Quargnenti e Giannetto Addis e il consulente del lavoro Giuseppe Pirinu, elencati in ordine di preferenze.
I primi tre si sono “piazzati” quasi ex aequo, con differenze (nelle 10 domande che hanno tracciato il loro profilo) che variano da uno a tre punti, mentre il quarto, il personaggio meno conosciuto, e stato distanziato di oltre dieci punti. Le preferenze di ognuno dei tre candidati a sindaco si sono stabilizzate attorno al 30% degli interpellati.
«Uno dei progetti elettorali che ci eravamo prefissati - dice Tore Diana -, era appunto quello di interpellare un campione di cittadini dai quali ottenere indicazioni di carattere generale, e non soltanto politico, sui nostri potenziali candidati alla carica di sindaco. Ora queste linee guida le abbiamo ottenute e saremo in grado, in una prossima riunione del direttivo, di approntare le liste. Che saranno presentate sotto il simbolo dell’Udc, con l’appoggio degli alleati che abbiamo individuato nelle formazioni dei Rossomori, della Lega Nord e del nuovo Psd’Az. I due schieramenti maggiori, Pdl e Pd, non hanno ancora sciolto le loro riserve, e noi abbiamo quindi deciso di andare alle elezioni da soli, senza alcun patema d’animo e pronti a confontarci con il responso delle urne, che poi è quello che boccia o promuove l’indirizzo politico».

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 26 MARZO 2010
L’Upc di Satta chiede spazio

Avanza la candidatura più decisa e dice no alle primarie

Situazione di stallo in attesa dei risultati delle regionali

ENRICO GAVIANO


OLBIA. Pausa di riflessione anche in Gallura, in attesa dei risultati delle elezioni regionali nella penisola. Il tavolo provinciale del centrosinistra si è fermato, ma alcune cose si muovono comunque. A cominciare dal tema delle primarie e delle candidature alla presidenza.
Fra i partiti della coalizione, chi ha avanzato in maniera compatta e decisa la candidatura alla guida della Provincia è l’Upc di Antonio Satta. Un’idea lanciata nel tavolo regionale e ripresa anche in quello provinciale. Il partito dell’attuale vicepresidente provinciale ha un’altra posizione precisa: niente primarie, altrimenti corriamo da soli. Una contrapposizione netta rispetto a quello che pensa Pietrina Murrighile che, messa alla porta dai tavoli istituzionali dell’alleanza, pensa di rientrare dalla finestra giocandosi la carta delle primarie.
«Aspettiamo con fiducia - dice lo stesso Antonio Satta -, saranno importanti le indicazioni regionali, che ci auguriamo facciano sintesi e dettino delle direttive valide per tutti. Altrimenti toccherà al tavolo provinciale raggiungere questa sintesi».
Per quanto riguarda la sua eventuale candidatura, Satta per ora frena decisamente. «La proposta di un candidato del nostro partito - dice - è concreta, è stata fatta. Da qui a dire quale sarà il nome, però, ci corre. Faremo le nostre proposte e sentiremo con grande rispetto la parola degli alleati di coalizione».
Ma un punto è fermo. Lo ribadisce il segretario provinciale Giorgio Spano. «L’Upc non intende passare dalle primarie - dice il coordinatore territoriale dell’Upc -. Pensiamo che si possa raggiungere un buon accordo sul nome del presidente da candidare, evitando di spaccare la coalizione in un momento in cui conta essere uniti al massimo».
La candidatura dell’Upc ha preso consistenza anche perché l’Idv dovrebbe scegliere un proprio candidato in un’altra provincia, dopo la rinuncia (praticamente scontata) fatta dal parlamentare europeo Giommaria Uggias. Il quadro potrebbe ulteriormente evolversi a seconda delle scelte fatte dall’Udc e da Andrea Biancareddu, che ha in mano il pallino gallurese del partito di Pierferdinando Casini. Una candidatura di Satta potrebbe accelerare l’avvicinamento dell’Udc. E il Pd? Per ora ha visto la candidatura di Pierluigi Caria, consigliere regionale in attesa della soluzione della diatriba con Elio Corda. Proposta fatta dalla corrente minoritaria guidata da Antonio Perinu. Che si chiede perchè non debba essere il Pd a proporre il proprio candidato alla presidenza. Se non si arrivasse a un accordo, sarebbero davvero necessarie le primarie, che si svolgerebbero probabilmente il 18 aprile. Con un quadro, presumibilmente, molto disarticolato.

UNIONE SARDA
PROVINCIALI.

Il leader nazionale arriva in città. Esordiscono “Le donne per Pietrina”
La Murrighile con l'Api, arriva RutelliPronta la carica Psd'Az: c'è l'ex An di Monti Quirico Sanna
Venerdì 26 marzo 2010
Al momento, alle primarie del centrosinistra lo sfidante più probabile della Murrighile è l'ex vicepresidente della Regione, Carlo Mannoni.

L e hanno celebrate in gran segreto. Ma a giorni ci saranno pure le foto delle nozze tra Pietrina Murrighile e l'Api (Alleanza per l'Italia). Perché il leader Francesco Rutelli sta per sbarcare in città. La data certa non c'è ancora, ma manca poco. Ovvero, si fa blindata la corsa della presidente uscente verso le primarie del centrosinistra. Ma più di una pedina si muove anche a destra, non senza colpi di scena.
ORA È UFFICIALE Dunque come annunciato una settimana fa da L'Unione Sarda , la Murrighile - presidente senza tessera Pd - ha trovato lo sponsor alleato che la porterà fino alle primarie. O magari direttamente alle urne di maggio, nel caso in cui i democratici le proveranno tutte per scavarle la fossa (tavolo regionale slittato a martedì). A giorni il capo dell'esecutivo solleverà la bandiera dell'Api accanto al leader Rutelli. Ma già domani si aggiunge la mossa del raddoppio. Alle 11, all'hotel Delta (strada per Pittulongu) “Le donne per Pietrina”, uscite allo scoperto con una raffica di sms, si sono date appuntamento con la presidente. Endorsement in rosa, questa volta senza bandiere, ma da lì non si esce: si tira la volata a lady via Nanni. Intanto si fa sempre più probabile la sfida a due tra la Murrighile e Carlo Mannoni , il soriano del Pd su cui il partito sta costruendo la convergenza. Con un obiettivo: l'ex vicepresidente della Regione può essere speso per una campagna elettorale che passi attraverso il G8 mancato e lo “scippo” dei fondi destinati alla Sassari-Olbia, come amano ripetere da quella parte. Non solo. Mannoni, gallurese di Santa Teresa, ma politicamente cagliaritano, non sconta i logoramenti interni al partito locale. Cioè qui non ha abbastanza nemici in grado di osteggiarlo.
NEL CENTRODESTRA Sul fronte opposto la novità è ancora un nome di donna. In uno degli otto colleghi olbiesi, in quota al Pdl potrebbe correre Patrizia Bigi , imprenditrice, dirigente della Cna, e di famiglia cozzara (il padre Raffaele fu uno storico mitilicoltore). Sorpresa pesante dal Psd'Az. Nel collegio 21 (Monti-Telti-Sant'Antonio) coi sardisti entra in campagna elettorale Quirico Sanna , avvocato classe '67, ex An, luogotenente montino dell'olbiese Gigi Carbini (stesso ex partito), il più votato in paese alle uniche provinciali per le quali corse, nel '95. Sanna, che resta di anima Pdl, darà battaglia proprio agli annini . In particolare al vice-coordinatore provinciale Matteo Sanna , suo nemico giurato, che in quel collegio ha difficoltà a piazzare l'uscente Gianfranco Pinducciu , ex sindaco di Telti. Il seggio Pdl dovrebbe andare a Gianni Raspizzu , primo cittadino a fine mandato. Sempre in quota Psd'Az, a Santa Teresa (e Aglientu) posto in lista per Giambattista Conti , pilota di rally, vice in Municipio quando c'era Nino Nicoli . A Olbia spazio al neosegretario cittadino (votato all'unanimità) Stefano Fancello .
ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 25 MARZO 2010

LA POLEMICA

Il coraggio della democrazia contro il disegno destabilizzante della destra di Berlusconi e Bossi

Bisogna reagire contro una strategia di sistematica demolizione dei valori e degli equilibri sanciti dalla Costituzione

Gli attacchi di Berlusconi al ruolo costituzionale del Presidente della Repubblica richiamano argomenti dibattuti anche in occasione del decreto legge salva-liste. Le differenze emerse allora hanno coinvolto anche il comportamento del Presidente Napolitano. Se non avesse firmato, avrebbe certamente ricevuto dalla sinistra più applausi e meno sconsiderate reazioni. Queste, tuttavia, non devono portarci a trascurare la delusione di quella parte dell’opinione pubblica che attendeva una decisione diversa, nell’errato convincimento che il pericolo incombente sulla democrazia italiana giustifichi la rinuncia allo scrupolo costituzionale. Napolitano, perciò, non avrebbe dovuto limitarsi a esercitare un «potere neutro», ma andare oltre.
Napolitano, in diversi interventi, ha chiarito il senso di «potere neutro» affermando di «considerare fuorviante attribuirmi la tendenza a una salomonica equidistanza, come se a me spettasse dividere i torti e le ragioni tra due parti in conflitto e non richiamare tutti al rispetto di regole, esigenze, equilibri che il nostro ordinamento repubblicano ha per tutti reso vincolante». E ha ricordato che nel disegnare la figura del Presidente della Repubblica i costituenti si sono ispirati al principio enunciato da Benjamin Constant due secoli fa, principio secondo il quale il potere neutro è «un potere di equilibrio e di limitazione degli eccessi degli altri poteri».
Berlusconi mira proprio a scardinare l’equilibrio costituzionale per dar vita a un regime autoritario nel quale il capo del governo sia sovraordinato agli altri poteri. Ha già addomesticato la maggioranza, ha costretto i candidati del centrodestra nelle imminenti elezioni a dichiarare fedeltà al suo disegno ed esaspera l’attacco alle altre istituzioni. A maggior ragione la risposta alla trama eversiva deve anteporre la salvaguardia dei principi costituzionali alla convenienza politica contingente.
La battaglia in difesa della Costituzione si vince a Roma se si combatte anche in Sardegna, dove il degrado della vita pubblica ha raggiunto livelli insopportabili, l’autonomia è stata mortificata dalla suggestione servile della «Regione amica del governo amico» e il trasformismo dilaga. La colpa è del popolo sovrano, del torpore politico e morale che lo avvolge? E’ vero, capita anche al popolo di sbagliare. Ma la responsabilità è sempre della classe dirigente, che abdica al suo ruolo. La classe dirigente regionale - politica, sociale, amministrativa, intellettuale - ha avuto il grande merito di aver guidato il popolo sardo nella lotta per la Rinascita. Da vent’anni a questa parte è andata, però, via via scadendo e oggi si è ridotta a vivacchiare, in parte cortigiana e in parte terzista, all’ombra del Prepotente. E a scaricare le proprie difficoltà e responsabilità, in stile prettamente berlusconiano, sulle istituzioni, Unione europea compresa. Ecco, dunque, tutti a Bruxelles, in massa per dimostrare che i sardi sono uniti, capeggiati dal Presidente della Regione. A far cosa? A premere per il riconoscimento dell’insularità. Ma a cancellare questo principio dal Trattato di Amsterdam sono stati i governi, quello italiano compreso. Dov’era, allora, la nostra classe dirigente? A spiegare che la democrazia è solo un optional, e che quel che conta è il presidenzialismo. E perché oggi non si rivolge al governo, il quale condivide con gli altri governi il potere legislativo dell’Unione?
D’accordo, occorrono politiche nuove, grandi riforme statutarie e nuovi piani di rinascita. Ma se non si comincia dalla classe dirigente, si continuerà a masticar brodo.

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 25 MARZO 2010

Bilancio, varo tra le polemiche

L’opposizione ha reso incandescente il consiglio comunale

TONIO BIOSA

TEMPIO. Seduta incandescente quella del consiglio comunale di due notti fa, una delle ultime in cartellone prima del suo rinnovo. C’era forse da attenderselo vista la presenza all’ordine del giorno del bilancio, che alla fine è stato approvato col voto della maggioranza.
Che da quei banchi non dovesse arrivare indulgenza alcuna sull’operato dell’amministrazione si è capito già nel momento in cui, presentate come conferme le aliquote di Irpef e Ici, il consigliere Giovanni Pala ha sottolineato che essendo già al massimo livello, fossero inaumentabili: giusto - ha rimarcato - sarebbe stato diminuirle. Ma il vero fuoco di fila dell’opposizione ha preso avvio dopo quasi due ore nelle quali gli assessori hanno illustrato il bilancio preventivo generale per l’annualità in corso, quindi le competenze specifiche.. Tradotto in cifre, il bilancio prevede entrate e uscite per oltre 33 milioni e 750mila euro, con spese correnti per 16 milioni e 731 mila e investimenti per 7 milioni e 825 mila.
«E’ solo un documento contabile senz’anima, privo di un progetto politico che guardi al futuro della città» è stato il leit motiv degli interventi dell’opposizione, da Antonello Addis a Gianni Monteduro, da Gerolamo Balata a Vittorio Masu a Romeo Frediani. Che hanno puntato l’indice contro la voglia di far cassa dovuta alla scarsità di risorse da Stato e Regione proprio per l’immobilismo dell’amministrazione. L’assenza dell’indicazione di uno sviluppo per la città è, per Monteduro, testimoniata dalla mancanza di un quadro di investimenti in energie alternative; per altri, la prova è la carenza di attenzione su vari settori lasciati scoperti dalle previsioni di bilancio.
Dai banchi della maggioranza c’è stato il contrattacco, soprattutto dagli assessori Giannetto Addis, Francesco Quargnenti e Angela Masu. Sottoposto al voto del consiglio per l’approvazione, il bilancio è passato con quello favorevole della maggioranza. Come da copione.

UNIONE SARDA

Finanziaria da 33 milioni e 757mila euro, respinti gli emendamenti
Duro scontro in Consiglio sul bilancio. Il documento approvato nel corso di una discussione di 6 ore
Giovedì 25 marzo 2010
Approvato a tarda sera il bilancio del Comune di Tempio: clima di grande nervosismo in aula, gli emendamenti dell'opposizione sono stati respinti.

Dopo sei lunghe ore di discussione e soli dieci secondi dedicati al voto si è chiuso il capitolo bilancio. L'approvazione del documento contabile si è trasformata in un attacco reciproco, tra giunta e minoranza, che non si sono risparmiate accuse e responsabilità in un crescendo che a notte fonda si è trasformata in rissa verbale. Da quel che è emerso in alcuni interventi la finanziaria cittadina, dall'importo di 33 milioni e 757mila euro, è stata un pretesto perché le due parti potessero, da un lato, elencare tutti gli interventi annuali divisi per singolo assessorato, e dai banchi dell'opposizione per stilare un “bilancio” nei confronti della giunta, priva del supporto dei consiglieri di maggioranza, tutti assenti tranne Salvatore Mureddu.
La pacata relazione introduttiva dell'assessore al bilancio Franco Anziani, che rimarcava le difficoltà finanziarie del Comune, tra mutui, ristrettezze di liquidità e ostacoli nel reperire fondi statali e regionali, ha prestato il fianco al centrosinistra. Vittorio Masu (Pd) ha definitivo la sintesi contabile: «Un bilancio fallimentare, con entrate tributarie ai massimi livelli ulteriormente caricate sulle spalle dei cittadini per colmare debiti pregressi». La replica di Anziani mirava a stabilire come origine delle difficoltà finanziarie i mutui contratti nelle passate giunte.
GLI EMENDAMENTI Tutti i cinque emendamenti presentati dal consigliere Gianni Monteduro sono stati respinti con motivazioni tecniche. L'unico accolto è stato quello dell'assessore Anziani. Il presidente del consiglio, Raffaele Pileci, per cinque volte ha letto la relazione dei revisori dei conti che giudicavano inammissibili le proposte di variazione. L'esponente della minoranza ha chiesto lo storno di vari importi (da 10mila, fino ad un massimo di 60mila euro) dal compenso agli assessori verso l'edilizia popolare, l'abbattimento delle barriere architettoniche e per due progetti di formazione civile e ambientale nelle scuole cittadine. La giunta non solo ha rifiutato gli emendamenti, ma il sindaco Antonello Pintus è andato oltre giudicando «strumentali e provocatorie» le proposte dell'opposizione.
LE CONTESTAZIONI Antonello Addis (sempre Pd) ha bollato il documento «un bilancio indegno di un capoluogo, dove la consistenza numerica è ritornata ad essere quella dell'anno 2000. Crescono le tasse, passate da 4 milioni nel 2000, con un bilancio più corposo, a 5 milioni e mezzo con importi contabili più ristretti. Poi con il mantenimento dell'addizionale Irpef allo 0,80 per mille, pensionati e chi ha reddito fisso saranno ancor più penalizzati. Ma cosa ancora più grave: avete contratto debiti per pagare altri debiti». La maggioranza insorge. Non ci sta ad essere dipinta come inconcludente e insensibile. L'opposizione affonda gli ultimi colpi con Gerolamo Balata: «Fate di ogni critica una atto di lesa maestà. La verità è che questo bilancio è privo di novità e senza nuovi introiti». «Avete gestito male le finanze pubbliche - ha tuonato Gianni Monteduro - e pur di fare cassa vendete terreni per investimenti dissennati».
FRANCESCO COSSU

LA NUOVA SARDEGNA
Voto, il centrosinistra si ricompatta

Segnali di distensione anche nel centrodestra, mentre fa discutere un sondaggio telefonico dell’Udc per conoscere il candidato preferito

24 marzo 2010

TEMPIO. La partita senz’altro si giocherà, ma in quale domenica del prossimo mese di maggio non è dato saperlo. La data delle elezioni comunali e provinciali non è stata ancora fissata, di certo per legge non potranno avvenire oltere il 15 giugno e prevedendo possibili ballottaggi, domenica 30 maggio è l’ultima disponibile. Nel frattempo le squadre si scaldano in attesa delle formazioni ufficiali, ancora indefinite.
In città a tener desti gli allenamenti e a incuriosire le tifoserie sono i sondaggi telefonici condotti su un campione di tempiesi per calcolare il gradimento intorno a quattro candidati a sindaco: Giuseppe Pirino, Francesco Quargnenti, Franco Marotto e Giannetto Addis. Gli addetti ai lavori sanno che si tratta di candidati targati Udc ma il sondaggista questo elemento non lo svela, inducendo a far credere che i quattro siano i soli candidati a sindaco di Tempio. Fatto evidenziato dagli avversari politici, che gridano all’inganno.
Il più votato dovrà essere poi sottoposto al gradimento dei compagni di cordata per il prossimo appuntamento elettorale. Anche se quale sia (e se ci sia) non è affatto chiaro.
Fino a due settimane fa era data come ultraprobabile l’alleanza fra Udc e Pd ma attualmente sembra svanita. Si ricompatterebbe infatti il centrosinistra: dal Pd ai Rossomori, dall’Italia dei Valori ai Comunisti italiani fino a Sinistra e Libertà. Sempre che - sussurra qualcuno - l’unità sia garantita dal nome di un candidato a sindaco di forte rappresentatività, preferibilmente donna.
Ma c’è chi non esclude un ricompattamento anche nell’ambito del vecchio centro destra, con le new entry di
Lega e sardisti. Colloqui sotterranei sarebbero già in atto. Anche in questa metà del campo la questione sarebbe l’individuazione del candidato a sindaco. Gli aspiranti non mancano. (t.b.)

UNIONE SARDA
LA MADDALENA.
Carlo Careddu vuole chiudere il duello Zanchetta-Comiti
Pd, il segretario in trasferta per mettere pace
Martedì 23 marzo 2010

La trasferta del segretario è in agenda, in cima all'agenda. Carlo Careddu, numero uno del Pd Gallura, sta per sbarcare a La Maddalena. Obiettivo: riportare pace nel partito diviso da una fiammata, comunque destinata a spegnersi senza nemmeno passare per le primarie. Questa la contesa: il circolo cittadino fa pressing sulla candidatura a sindaco di Pierfranco Zanchetta, assessore provinciale uscente (è titolare dell'Ambiente), ma le probabilità che la spunti sono vicine allo zero. Anche se, certo, tutto può succedere. In nettissimo vantaggio resta l'uscente, Angelo Comiti, che ha già incassato, seppure informalmente, l' endorsement del partito. Sia in Gallura che a Cagliari.
Dunque è conto alla rovescia sulla visita di Careddu nell'isola. Il segretario sa bene di dover viaggiare con ago e filo in mano. E lo dice: «Voglio lavorare per l'unità del partito», come a gennaio aveva ripetuto anche in campagna elettorale. Careddu non esclude le primarie («Sono un'opportunità»), ma dopo la linea tracciata dal numero uno regionale risulta difficile che le urne si aprano a La Maddalena. Infatti: nei giorni scorsi Silvio Lai ha confermato che il partito darà la precedenza agli uscenti. Non solo. L'intero schieramento di centrosinistra sta facendo quadrato intorno a Comiti, ovvero non ci sono potenziali sfidanti dentro l'ex Ulivo (dall'Idv a Rifondazione, passando per Sardegna democratica e i Comunisti italiani). Anche questo Careddu lo sa bene, seppure usi il condizionale: «Parrebbe che la coalizione abbia deciso di sostenere il sindaco uscente, ma ogni dettaglio lo verificheremo tutti insieme».
Resta il fatto che la responsabile del circolo, Mariapia Pilolli continui a fare leva sulle 75 firme che il Pd maddalenino ha raccolto. Firme contestate da Comiti. Ma adesso ci penserà Careddu a mettere d'accordo tutti. ( a. c. )

UNIONE SARDA

PROVINCIALI.

In quota Idv si fa largo il nome del consigliere uscente Pierpaolo Spano
I democratici fanno il tifo per Mannoni. L'ex assessore regionale possibile candidato alla presidenza
Martedì 23 marzo 2010
Per le primarie resta in corsa Pietrina Murrighile. Sul fronte degli uscenti si riaprono le urne per Piero Sotgiu e Gianni Ricciu

Niente di ufficiale. E non potrebbe esserlo, visto che i giochi sono ancora tutti da fare. Ma nel Pd il nome gira, come un asso da calare. Il candidato presidente alla Provincia potrebbe essere Carlo Mannoni , soriano di ferro, ed erede di Soru alla guida della Regione negli ultimi mesi di legislatura targata centrosinistra. Quanto basta perché le quotazioni delle primarie salgano ancora. Con un dettaglio: la sfidante più probabile di Mannoni resta l'uscente Pietrina Murrighile , fresca di sponsor Api, l'Alleanza per l'Italia che fa capo a Francesco Rutelli . L'inquilina di via Nanni tace, ma non si esclude nemmeno che la partita del voto interno alla coalizione sia sfida a tre, con l'Idv Pierpaolo Spano .
LA NOVITÀ L'hanno conservato per ultimo, forse perché è il nome buono, quello definitivo. Mannoni, al momento, non sembra avere rivali in casa Pd, quando mancano tre settimane alle primarie, slittate (ma la data potrebbe cambiare nuovamente) all'11 aprile. Nato a Santa Teresa, ovvero gallurese doc, sull'ex vicepresidente della Regione non ci sono veti. Del resto i soriani, minoranza del partito, almeno un candidato presidente devono deciderlo. Qualcosa di più si saprà venerdì, quando sul tavolo sardo del centrosinistra si risolleva il sipario, a Cagliari.
IN QUOTA IDV A proposito di alleati: in Gallura si fa largo un'ipotesi. È questa: se il candidato alla presidenza non andrà in quota Pd, la seconda scelta spetta ai dipietristi. In pole position c'è l'europarlamentare Giommaria Uggias , ma ai democratici piace parecchio Pierpaolo Spanu, consigliere provinciale uscente. In pillole: ex Margherita («Molto ex», ama ripetere), promotore finanziario, classe '71. Spano, dalla sua, ha un solo neo che, a seconda di come lo si legga, potrebbe essere un vantaggio: cinque anni fa, quando l'aula guerreggiò per scegliere il capoluogo, l'Idv era uno che diceva più o meno così: “O Olbia o morte”. Però ci ha sempre messo la faccia. In buona sostanza, fosse stato per Spano, Tempio non sarebbe mai diventato capoluogo-gemello.
GLI SFIDANTI Sul fronte primarie, invece, la corsa della Murrighile non si ferma. La presidente non parla, ma il coordinatore regionale, Marco Marraccini , è sibillino: «La segreteria sarda del Pd ( Silvio Lai ) ha chiesto al partito massima coerenza nell'appoggiare gli uscenti. Mi aspetto che lo stesso trattamento venga riservato agli amici della coalizione». La posizione di Lai, di fatto, rimette in gioco Piero Sotgiu e Gianni Ricciu , presidente dell'assise il primo, ex assessore e consigliere il secondo. Erano i due nomi di peso nella black list gallurese, ovvero i probabili esclusi dalle urne. Fuori dalle primarie, non fosse altro perché lui non ha intenzione di farle, c'è Antonio Satta , leader Upc, vicepresidente della Provincia. I cristiano popolari o corrono col candidato presidente o vanno per conto loro, con il listone civico.
ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 20 MARZO 2010

SANT’ANTONIO

Le elezioni a maggio arriva il commissario

SANT’ANTONIO. A Sant’Antonio si voterà contemporaneamente alle amministrative di maggio, che coinvolgono ben 181 comuni della Sardegna. La giunta regionale, nel ratificare lo scioglimento del consiglio comunale, ha anche nominato il commissario straordinario che amministrerà il Comune sino al voto. L’ex sindaco Benito Scanu non vuole però essere ricordato come il primo cittadino dimissionato dalla dichiaraione di autonomia del paese. «Spero di non essere ricordato solo per questo» dice l’ex sindaco Benito Scanu. E’ stato scaricato da alcuni consiglieri e mezza giunta, e in meno di 24 ore si è trovato in minoranza. «Il giorno prima - ricorda - abbiamo votato il bilancio». Neppure 24 ore dopo sono arrivate le lettere di dimissioni. «Mi dispiace per la popolazione, perchè gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti. Ma c’era ancora una cosa che avrei voluto fare: la casa di riposo». E questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Sono convinto che un ripensamento sulla casa di riposo ci sarà e chi subentrerà riprenderà in mano la questione. Che significa posti di lavoro e dotare il paese di una struttura necessaria. Ringrazio chi ha creduto nella nostra amministrazione, gli impiegati del comune per la loro collaborazione. Io pensavo a lavorare, ma qualcosa mi sfuggiva». (g.g.)

LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 20 MARZO 2010

La segreteria cittadina del Pd

Masia si dimette, inizia la corsa alla successione


OLBIA. E’ durata pochi mesi la segreteria di Tore Masia nel Pd olbiese. L’esponente del partito democratico mercoledì ha infatti rassegnato le dimissioni, lasciando dunque un vuoto che il coordinatore provinciale Carlo Careddu conta di coprire al più presto.
Non è stato un regno facile quello di Masia, in un momento in cui il partito sta cercando finalmente di coaugularsi in Gallura e in città dopo un avvio stentato e sconfitte elettorali pesanti. Il segretario ha spiegato la sua decisione con problemi legati allo stress e al suo stato di salute.
La corsa alla successione è già aperta e potrebbe concludersi presto, forse già lunedì se non dovessero esserci riunioni importanti a livello regionale che impegnino il segretario gallurese Careddu. Il quale ha convocato la direzione cittadina, composta da 40 membri, appunto per dopodomani. All’interno del partito ci si augura un passaggio di consegne indolore, magari con una nomina per acclamazione, come avvenuto già per Masia. Diversi i candidati che ambiscono alla carica. (en.g.)

UNIONE SARDA
CRONACA DI TEMPIO
Tempio
Elezioni comunali Ultimatum Udc ai democratici
Sabato 20 marzo 2010

L'Udc tempiese ha già lanciato l'ultimatum ai dirigenti del Partito democratico. Nel giro di qualche giorno i centristi pretendono la risposta definitiva sul progetto di una lista civica comune per le imminenti consultazioni amministrative. A quanto pare il segretario cittadino Udc Salvatore Diana ha informato gli iscritti del suo partito: l'accordo con il Pd è appeso a un filo, soprattutto a causa dell'atteggiamento degli ex ds e margherita che non hanno ancora deciso il da farsi. I centristi hanno convocato un'assemblea per fare il punto della situazione. Difficile pensare ad una decisione definitiva in tempi strettissimi, di sicuro Salvatore Diana e gli altri dirigenti della sezione tempiese Udc non vogliono più aspettare. «Non possiamo - conferma Deiana - prolungare all'infinito questa situazione. Lo dico con un certo rammarico, mi sembra che manchi l'interesse a chiudere in un quadro di chiarezza questa trattativa. Ci arrivano segnali diversi e contradditori, noi abbiamo bisogno invece di risposte precise e univoche. Altrimenti andiamo avanti con il nostro progetto per Tempio, che non può certo attendere». I centristi, tutti di scuola democristiana, conoscono bene le tattiche dilatorie. Per questo vogliono evitare un lungo logoramento e soprattutto non intendono affidare ad latri le scelte importanti, in particolare quella del candidato sindaco. La partità sarà chiusa probabilmente già entro la prossima settimana. ( a. b. )

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 19 MARZO 2010

Sanità. Pierluigi Caria, consigliere regionale del Pd, sottolinea le contraddizioni del disegno di legge

«Quella riforma è da buttare via»

«Provvedimento sbagliato, ora ci danno ragione anche nel Pdl gallurese»

Diversi sindaci di centrodestra contrari. Si acuisce la spaccatura interna nel partito di Berlusconi

ENRICO GAVIANO


OLBIA. La vicenda della riforma sanitaria scopre ancora una volta i mal di pancia all’interno del Pdl gallurese. La provincia è gran serbatoio di voti per il partito di Berlusconi, ma la composizione della classe dirigente è un coacervo di personaggi di varia provenienza.
Ci sono gli ex dc, i forzisti della prim’ora, quelli che arrivano da An e non dimenticano le loro origini. Fra Generazione Gallura, ribelli, liberi, sembra di essere dentro a un movimento sessantottino. In realtà le divisioni sono enormi, ricalcando quel che succede in Regione e soprattutto in campo nazionale. La strada della riforma imboccata dall’assessore Liori sembra trasformarsi in una via crucis più che in una via di redenzione per gli atavici problemi della sanità regionale.
Mette il dito sulla piaga Pierluigi Caria, consigliere regionale gallurese del Partito democratico, ancora in sella in attesa della definizione in cassazione del contenzioso con Elio Corda. «Mi fa piacere - sottolinea Caria non senza un pizzico di ironia - che dopo mesi di battaglie condotte dal centrosinistra e dal sottoscritto per bocciare la riforma della sanità, anche diversi sindaci ed esponenti del Pdl in Gallura si siano allineati. Hanno in pratica l’identica nostra posizione a proposito della moltiplicazione delle poltrone, che avrebbe appunto effetti deleteri nel nostro territorio».
La riforma è stata oggetto di critiche profonde da parte di alcuni sindaci, come quelli di Olbia e Tempio, esponenti di primo piano del Pdl. Ma il trend era stato disegnato anche dal deputato Settimo Nizzi e dal consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu. «Spaccare in due l’azienda sanitaria numero 2 sarebbe un enorme errore. L’ente - dice ancora Caria - lo conosco molto bene. Non ha bisogno di alcuna modifica organizzativa. Procedere su questa strada servirebbe solo a indebolire le strutture che, nel tempo, si stavano consolidando in Gallura».
Il Pdl appare in grave difficoltà per chiudere la riforma. Tanto che ieri c’è stato un inghippo sulla programmazione dei lavori. «La commissione sanità, che doveva procedere all’esame del disegno di legge - aggiunge ancora Caria - non si è tenuta. L’assenza di quattro consiglieri regionali del centrodestra ha fatto mancare il numero legale. Dunque la riunione è stata rinviata. Noi del Pd e del centrosinistra, comunque, stiamo lavorando sodo su questo tema. E preparando una vasta serie di emendamenti. La riforma, così com’è non può passare. E se anche nel centrodestra iniziano a esserci scriccchiolii sull’argomento, noi non possiamo essere che soddisfatti».

UNIONE SARDA
ROVINCIALI.
A sinistra salgono le quotazioni delle primarie. Satta (Upc) resta in corsa
Per la Murrighile lo sponsor di RutelliLa presidente uscente si ricandida con l'Alleanza per l'Italia
Venerdì 19 marzo 2010
La strategia doveva rimanere segreta. Ancora per un po'. Ma un sms di troppo ha fatto saltare il coperchio sulle nozze Murrighile-Api.

Galeotto è stato un sms. Un messaggino di troppo. Quanto è bastato per mettere a nudo la strategia. Pietrina Murrighile ha pronta la bandiera dell'Api, l'Alleanza per l'Italia messa in piedi da Francesco Rutelli. E con quella la presidentessa della Gallura tenta la scalata alla ricandidatura. Passando, se fosse il caso, anche dalle primarie. A proposito: le quotazioni di un possibile voto interno al centrosinistra per scegliere il candidato della coalizione, restano molte alte.
MOSSA A SORPRESA La Murrighile, dunque, veste i panni della rutelliana. La mossa doveva restare segreta. Ma Riccardo Porcu , del direttivo regionale Api, ha fatto male i conti. O, quantomeno, è stato incauto. Gli sms spediti per accreditare l'Alleanza al tavolo provinciale dell'ex Ulivo, quindi la Murrighile, non ha tardato a fare il giro degli amici. Chissà, un errore da principiante, a cui il coordinatore regionale nonché comandante Meridiana, Marco Marraccini , prova a mettere una pezza: «Non mi risulta che la Murrighile faccia parte dell'Api. Ma se dovesse succedere, saremmo ben lieti di accoglierla nella nostra alleanza». Dal canto suo, la presidentessa, che proprio sulle pagine de L'Unione Sarda ha rotto un lungo silenzio, una cosa la sa bene: potrà correre nuovamente per la guida dell'esecutivo gallurese solo sotto la spinta di un qualche partito. E siccome tessere non ne ha, men che meno quella Pd, andare a nozze con i rutelliani vale un ingaggio sicuro. Non solo. Il profilo dell'Api si sposa bene con il suo curriculum, almeno sul fronte dei valori cattolici che la Murrighile condivide ampiamente.
LE PRIMARIE Altro capitolo sono le primarie (se si faranno, le urne si aprono il 28 marzo). Qui i distinguo non mancano. Intanto: al più tardi domani il Pd approva il regolamento. I democratici ci tengono parecchio al voto interno alla coalizione: non lo considerano un obbligo, ma un'opportunità (necessaria) per fare sintesi. Con un paletto: chi perde, non deve sbattere la porta, ma contribuire da candidato “semplice” alla competizione elettorale di maggio. Di segno opposto l'Upc di Antonio Satta : ai cristiano-popolari viene l'orticaria a sentire la parola “primarie”. Il partito vuole solo una cosa, già ufficializzata al tavolo regionale. Ovvero scegliere il candidato presidente, che sarebbe proprio Satta. Un nome, questo, che finora non ha incassato né il “sì” né il “no” della coalizione. Per una ragione, su tutto: se l'ipotesi Satta dovesse tramontare, l'Upc avrebbe pronta una lista civica. Obiettivo: cooptare verso il centro gli scontenti della sinistra e della destra, salvando così la corsa del leader. Marraccini, invece, sulle primarie è prudente: «Sono uno strumento per far coesistere la coalizione. Ma qualora si trovi un accordo senza passare per le urne, l'importante è che a tutti i partiti venga garantita pari dignità».
ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 18 MARZO 2010

Gallura bipartisan sulla riforma: non piace a destra e a sinistra

OLBIA. Pochi sindaci alla conferenza provinciale convocata dalla Murrighile per discutere gli effetti della riforma della sanità in Sardegna. In compenso il malumore è tanto. Curiosamente, mentre nell’aula di via Roma a Cagliari il centrodestra difendeva a spada tratta la sua creatura contro gli strali dell’opposizione, in Gallura sembra che la nuova via alla sanità voluta da Antonangelo Liori e compagni non raccolga consensi. Bipartisan le critiche, visto che ieri mattina a fare le pulci alla nuova legge ci si sono messi in tanti, a cominciare dal sindaco di centrosinistra della Maddalena, Angelo Comiti, ma anche quello di centrodestra di Olbia, Gianni Giovannelli, e di Loiri Porto San Paolo, Giovanni Inzaina. Il consesso era abbastanza limitato: fra sindaci o delegati dei comuni si arrivava appena a nove presenti, contro i 26 comuni galluresi.
La riunione, come hanno spiegato il presidente della provincia Pietrina Murrighile, l’assessore alla sanità Pietro Giorgioni e il direttore amministrativo dell’Asl2 Mario Altana, doveva servire a dare indicazioni alla commissione regionale che sta lavorando sul testo da portare all’approvazione definitiva.
La Murrighile, in sede di presentazione ha posto l’accento sui problemi della Gallura: territorio ampio, bassa densità di popolazione, collegamenti carenti e insularità, che creano difficoltà alla diffusione capillare del servizio.
Con diverse sfumature, le critiche verso la riforma sono arrivate dai sindaci del territorio (erano rappresentati Olbia, Arzachena, Loiri, Monti, Luras, Tempio, Calangianus, Oschiri e La Maddalena). In particolare, da parte di tutti i presenti, c’è la richiesta di una maggiore attenzione verso la periferia e verso l’utenza, mentre si boccia senza pietà la moltiplicazione delle poltrone che di certo va contro il tentativo di risparmiare denari. La prossima settimana nuova riunione per riassumere i suggerimenti galluresi alla commissione, con la speranza di una maggiore partecipazione. (en.g.)

UNIONE SARDA
CONFERENZA PROVINCIALE.
Nuovo incontro tra sette giorni. Ma la Asl difende il riordino
Sanità, il fronte anti-riforma si allargaNove sindaci contestano «la moltiplicazione delle poltrone»
Giovedì 18 marzo 2010
Nel mirino finisce la “Macro-area Sardegna”, il consorzio che prenderebbe in mano in mano le competenze amministrative della sanità.


Niente firma. Niente via libera. Alla Gallura non piace la riforma della sanità, così come l'hanno scritta a quattro mani la giunta Cappellacci e i Riformatori. Tanto che ieri, la Conferenza provinciale dei sindaci, convocata dalla presidente Pietrina Murrighile, ha chiesto una raffica di chiarimenti. Soprattutto sulla Macro-area Sardegna , ovvero il supervisore del sistema sardo. Prenderà in mano le competenze amministrative sotto il controllo diretto della Regione. Dai concorsi agli acquisti. «Non ci stiamo alla moltiplicazione delle poltrone né all'accentramento di poteri», incalzano i sindaci. E alla Asl due - presente col commissario straordinario, Giovanni Antonio Fadda, e il direttore amministrativo, Mario Altana - non ci sono rimasti benissimo.
I COMUNI CONTRO Dunque l'ok atteso non è arrivato. Ma era tutto previsto, vista l'aria che tirava. Ieri, dalle pagine de L'Unione Sarda i big del Pdl Gallura avevano gridato il loro «“no” alla riforma delle poltrone». Ma da cinque che erano, adesso a remare contro il riordino della sanità sono in dodici. Oltre ai parlamentari Settimo Nizzi e Fedele Sanciu, oltre al consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu più i primi cittadini Gianni Giovannelli (Olbia) e Antonello Pintus (Tempio), si sono aggiunti Loiri Porto San Paolo, Monti, Oschiri, Calangianus, Luras, Arzachena e La Maddalena. Nove Comuni su 26, gli altri 17 nemmeno si sono fatti vedere.
LE CONTESTAZIONI La guerra alla Regione, ieri, l'ha aperta Giovanni Inzaina (Loiri): «Con un tratto di penna, si vogliono cancellare trent'anni di rivendicazioni per il decentramento della sanità. La Macroarea non aumenterà i costi per pagare più dirigenti, ma comporterà il trasferimento del personale verso Cagliari». Tasto ribattuto da Giovannelli e Pintus: «Il buco della sanità sarda (900 milioni dal 2003 al 2008) ci obbliga a valutare con la massima attenzione costi e benefici, prima di avallare la riforma». Così anche Gianni Raspizzu (Monti), Antonio Scanu (Calangianus), Marisa Careddu (Luras), Renato Asara (assessore a Oschiri) e Alessandro Depperu (dirigente ad Arzachena). Angelo Comiti (La Maddalena) ha sollevato il caso del Merlo, l'ospedale che «non può diventare una semplice promanazione della struttura olbiese». Con la riforma, difesa da Fadda e Altana, «in Gallura si passerebbe a due aziende: una provinciale (gestirebbe prevenzione, cure post acuta e riabilitazione, sarebbero otto in tutta l'Isola), l'altra ospedaliera che controllerebbe le strutture di Olbia e Tempio», chiariscono i due. La Murrighile ha avvallato la posizione dei sindaci, insieme all'assessore alla Sanità Pietro Giorgioni. Nuovo confronto tra una settimana. Ma sembra difficile che in sette giorni nodi e dubbi vengano sciolti. «I sardi hanno bisogno di servizi ed efficienza, non di nuove poltrone».

ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
GIOVEDÌ, 18 MARZO 2010
Verso le elezioni. La presidente uscente convitato di pietra nelle riunioni del centrosinistra per decidere le candidature

La Murrighile e una riconferma mancata

«Nessuno mi ha dato spiegazioni. Se c’erano dubbi, perché non fare come in Puglia?»

ENRICO GAVIANO

OLBIA. Il tavolo regionale del centrosinistra ha deciso: Pietrina Murrighile non sarà ricandidata alla presidenza della Provincia. Lei ha incassato con molta amarezza, ma dice «sarò sempre e comunque una esponente del centrosinistra».
Negli incontri che si succedono sia a livello provinciale che regionale, nella coalizione di centrosinistra la Murrighile sembra essere il convitato di pietra. Una presenza che non si può ignorare. Nel senso che bisognerà pur spiegare all’elettorato i motivi che hanno portato, o porteranno se ancora c’è qualche margine, alla sua esclusione. Un passaggio che in qualche modo non potrà non essere indolore. Lei, evidentemente, si aspettava una soluzione diversa.
«Almeno - dice - un passaggio tipo quello che si è avuto in Puglia. Lì era stato scelto un altro candidato, ma Vendola ha vinto alle primarie. Anche qui ci poteva essere un laboratorio alla Vendola».
Cosa è successo? Perché non sembra esserci neanche una minima chance per la Murrighile? Magari il fatto che la presidente uscente non è tesserata con il Pd? «Ma quella scelta - dice oggi la Murrighile - era stata dettata dal fatto che la confusione al momento era davvero enorme all’interno del nuovo soggetto politico. E comunque quello che conta, per me sono i programmi».
Del resto, quando vinse cinque anni fa, la Murrighile aveva scelto di correre con la lista Progetto Gallura. «Una sorta di civica che raccoglieva con Progetto Sardegna, anche i verdi, Rifondazione, i socialisti e il Pdci. Era la lista del presidente, che diede un bel contributo al successo finale».
Un’eternità fa. Cinque anni. Ora è anche il tempo di tirare le somme. Di una presidenza che ha attraversato momenti difficili. Con un’accusa sempre evidente nei confronti della presidente: una donna spesso e volentieri sola al comando. «Non sono d’accordo - replica lei -. Penso invece di aver collaborato con tutti: consiglio e giunta. Ma non è stato facile essere i fondatori della Provincia. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, e nessuno ha la bacchetta magica».
Un passaggio difficile il cambio di vicepresidenza. «Quando venne nominato Antonio Satta non c’erano alternative. I numeri sono lì a dirlo: senza l’appoggio del suo partito saremmo andati tutti a casa. Invece siamo ancora qui, a chiudere la legislatura».
Ma i contrasti con Satta si sono accesi quasi subito. Come per il G26. «Penso che abbia sbagliato lui, e che comunque la manifestazione non sia stata un flop. La giunta era d’accordo con me, sulla data».
Ora, però, non sembra esserci spazio per la riconferma. «Non ho ancora capito perché. Sarei l’unico presidente di Provincia, a parte Gaviano per ovvi motivi, a non avere la chance. Nessuno ancora mi ha spiegato i motivi».

UNIONE SARDA
L'INTERVISTA.
Le certezze: «Abbiamo costruito tanto, forse tutto. A partire dai due capoluoghi, perfettamente baricentrici»
Le primarie? «Io sono prontissima»Pietrina Murrighile e i suoi primi cinque anni di mandato
Giovedì 18 marzo 2010
Era il 26 maggio 2005. E Pietrina Murrighile entrava due volte nella storia: prima presidente della Gallura, prima donna. Tra due mesi si torna alle urne e il capo dell'esecutivo provinciale ci sarà.

Un pezzo di storia è anche suo. E lo sarà per sempre. Ventisei maggio 2005: Pietrina Murrighile, l'avvocato, il caschetto biondo del foro, diventa la prima presidente della Gallura. Alle sette di sera, di quella sera diventata due volte inchiostro per gli annali: una donna varca da leader il palazzo bianco della Provincia. Cinque anni di mandato che alla Murrighile hanno cambiato un po' gli amici della politica, ma non l'anima. Chi allora la portò al trionfo - da Nardino Degortes a Gian Piero Scanu - oggi non si strappa i capelli per ricandidarla. Lei - ex soriana di Progetto Sardegna, vicepresidente al Consiglio delle autonomie locali (rappresenta le sette province sarde di centrosinistra) derubrica lo scenario a «esagerazioni». E ribadisce: «Ogni mandato è una missione. Io l'ho fatta con spirito di servizio, l'ingrediente chiesto a chi si mette in gioco».
Due mesi e si torna alle urne. Sulle schede ci sarà il suo nome?
«Difficile rispondere. Certo che sul mio quinquennio il sentire della gente è diverso da quello proposto dalla politica».
Si riferisce agli alleati che vogliono farla passare dalla tagliola delle primarie?
«Se nei tavoli si deciderà per le primarie, io sono pronta».
Un buon motivo per ricandidarla?
«Cinque anni fa ero l'aspirante presidente di una Provincia che non c'era. Oggi l'ente di Olbia-Tempio esiste, perfettamente baricentrico rispetto ai due capoluoghi che hanno pari dignità. In numeri, sette servizi amministrativi, 157 dipendenti che diventeranno 201 col nuovo piano delle assunzioni. Abbiamo costruito moltissimo, oserei dire tutto. Non abbiamo impegnato il nostro tempo a fare comunicazione».
È l'errore che si rimprovera?
«Forse sì. La Provincia, di per sé, non viene percepita dai cittadini. Perché sviluppa quella programmazione di area vasta che interessa le istituzioni».
Il passaggio delle competenze dal vecchio ente è arrivato alla scadere del mandato.
«Solo col collegato alla Finanziaria 2009 è stata normata la materia. Davvero nessun ritardo. Noi ci siamo dovuti vestire camminando, in questi anni. Abbiamo presenziato da adulti ai grandi tavoli e partecipato col peso di una Provincia fatta. Ma nel frattempo l'abbiamo dovuta mettere in piedi».
Cosa le è riuscito meglio?
«Lavorare per trovare la condivisione intorno allo spirito di identità, abbattendo i campanili, facendo comprendere che le 158mila anime della Gallura sono poco meno di una piccola città».
Nel centrosinistra l'accusano di essere una donna sola al comando.
«La politica è spirito di condivisione, ma una donna al comando si spenderà sempre con vigorosità e forza. Bisogna anche essere decisionisti».
Trova che il peccato originale del suo mandato sia l'aver portato nella prima giunta i non eletti in Consiglio?
«Fu una scelta operata con i partiti per dare il giusto risalto a quanti hanno concorso alla nascita dell'ente».
Dalle pagine de L'Unione Sarda, Degortes non le mandò a dire che aveva smarrito la strada.
«Mantengo con tutti rapporti chiari, e trasparenti di anima, senza recondite difficoltà di approccio. Francamente non sento che si sia creata alcuna frattura».
Nemmeno col senatore Scanu?
«Abbiamo tutti lavorato tanto, per trovare il tempo di vederci spesso. Anche perché nel nostro cammino abbiamo fatto i conti con la nascita del Pd. Ci sono stati spostamenti importanti che, in certi momenti, hanno fatto apparire l'aula come scollata dai partiti. Ma non ritengo che il centrosinistra possa entrare in logiche interne di dileggio».
La Gallura roccaforte del centrodestra: sono avversari temibili?
«Mostrano notevoli difficoltà a schierare gli uomini in campo e sconteranno le tante risposte inevase. Su tutto mi riferisco a La Maddalena, ora il punto nevralgico della Gallura».
La politica è roba da uomini?
«La politica dev'essere praticata dalle donne. Siamo capaci di cogliere al meglio bisogni e istanze della gente».
La battaglia delle battaglie?
«Il doppio capoluogo. Esserci arrivati è stata l'emozione più grande. Olbia non può pensare di fare a meno di Tempio. E viceversa. Così come in Gallura tutti i 26 Comuni devono essere i protagonisti dello sviluppo sociale ed economico».
Il G26, però, non le portò benissimo.
«È falso. Mancavano i sindaci, ma i galluresi c'erano: 1.500 persone a tavola ogni giorno».
La prova che il sentire della gente è diverso rispetto a quello che veicola la politica?
«Può darsi».
Un rammarico?
«Non ne ho».
Un'incompiuta?
«Semmai cosa non ho fatto in tempo a vedere. Cioè i nuovi cantieri: 25 solo per la viabilità, pari a 5 milioni di lavori. I dodici investimenti sulle scuole ne valgono altri 2,5. Per l'ambiente abbiamo speso 2.350.000 euro. In cinque anni abbiamo messo in moto 25 milioni. Questa Provincia si è distinta anche sulla cultura, resuscitando l'identità culturale, promuovendo pubblicazioni, sostenendo associazioni, patrocinando eventi».

ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
MERCOLEDÌ, 17 MARZO 2010

Il sindaco contro il Pd: «Non servono altri musei c’è quello degli Scolopi»

Antonello Pintus: «Il segretario Comerci non è informato bene»

GIAMPIERO COCCO


TEMPIO. Il Museo del costume provinciale, e la contestata decisione di non volerlo da parte del sindaco Antonello Pintus, offre l’occasione al primo cittadino di togliersi diversi sassolini dalle scarpe, e lo fa attaccando il segretario del Pd locale, Nicola Comerci.
«Ancora una volta il giovane e assente segretario del Pd si cimenta, confusamente, in questioni amministrative che ben altra conoscenza avrebbero richiesto. Già disinformato in alte circostanze (rivelatesi sempre diverse rispetto alla sua interpretazione), sul caso specifico del Museo del costume, che l’amministrazione provinciale intendeva realizzare in città, dimostra disinformazione sull’argomento e ignora le più elementari norme amministrative che guidano i rapporti fra enti. Comerci dovrebbe sapere che esistono strumenti chiamati protocolli d’intesa che disciplinano tali rapporti, e dovrebbe sapere che esistono norme di buona educazione che impongono, per lo meno, che un padrone di casa venga informato di ciò che altri vogliono realizzare all’interno della sua casa. Dovrebbe infine conoscere il significato del termine “sinergia”, collaborazione indispensabie fra Enti quando si vuole amministrare con oculatezza un territorio. Tutte queste cose il segretario del Pd le ignora, come le ha ignorate l’amministrazione provinciale che, dopo aver dimenticato la città di Tempio per oltre quattro anni, si ricorda della sua esistenza alla vigilia delle elezioni. Se la Provincia avesse tenuto con la città e i suoi amministratori un rapporto continuo e costruttivo, avrebbe sicuramente saputo che l’amministrazione tempiese ha già realizzato, nell’antico e prestigioso convento degli Scolopi, uno spazio museale dove, oltre al museo Demuro, al museo De Andrè e al centro culturale avrebbe sicuramente trovato spazio anche il museo del costume ipotizzato dalla Provincia. Riservando i locali del Palazzo Pes Villamarina a usi più consoni. Un accenno all’isolamento della città di cui parla il segretatio Pd. Se egli fosse più presente e meno distratto avrebbe sicuramente saputo che Tempio è da sempre comune capofila in decine e decine di progetti importanti per il territorio, delle cui istanze è anche portavoce e difensore. Alcuni esempi: l’istituzione dell’Unione dei Comuni, la costituzione del “Gal Gallura”, soggetto-pubblico privato al quale la commissione regionale ha assegnato una premialità di 4,7 milioni di euro. Mi chiedo a quale isolamento, e a quale città, si riferisca il segretario del Pd Nicola Comerci»

LA NUOVA SARDEGNA
MERCOLEDÌ, 17 MARZO 2010
Il centrosinistra si tuffa nelle provinciali

Lunedì primo tavolo di coalizione. Uggias: «Serve un patto forte di legislatura»
ENRICO GAVIANO
OLBIA. Cominciano a spuntare i primi nomi nel centrosinistra per la candidatura alla presidenza della Provincia. Dopo quello di Pierluigi Caria, portato avanti da una parte degli esponenti del Pd, e quello dell’attuale vicepresidente provinciale Antonio Satta, dell’Upc, ecco dal tavolo regionale spuntare il nome di Giommaria Uggias. Designato come il candidato ideale dalla coalizione sarda. Lui ringrazia e porta a casa, ma a correre per il dopo Murrighile sarà qualcun altro.
«Gli attestati di stima ricevuti dal tavolo cagliaritano - dice l’europarlamentare dell’Idv - fanno piacere, ci mancherebbe. Ma i ragionamenti da fare, qui in Gallura, sono altri. Intanto già lunedì abbiamo iniziato con il primo tavolo provinciale. Perfettamente aderente a quello regionale, ma con la possibilità di discutere e mettersi d’accordo salvaguardando le specificità del nostro territorio».
Il tavolo di lunedì, insomma, segna l’inizio del lavoro in vista delle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione provinciale. Candidature ancora allineate e coperte, dunque, mentre è da definire ancora il percorso per arrivare alla definizione del presidente in pectore della coalizione. «Primarie e scelta dirette? Per la verità importa poco, al momento. Ciò che conta è che fra i partiti che faranno parte del cartello del centrosinistra ci sia un patto di legislatura fortissimo, e poggiato su due pilastri portanti: prima di tutto un programma incisivo e condiviso e secondo un accordo su un metodo di governo che ci metta al riparo dai dissidi interni e che premi i ruoli rispettivi di esecutivo, consiglio provinciale e partiti».
A proposito della scelta del presidente, interviene Giorgio Spano dell’Upc. «Detto che l’apertura del tavolo ha un significato importante, serve precisare che al di là del tavolo regionale, sarà in Gallura che decideremo il da farsi. Le primarie? Sicuramente rappresentano una opportunità per il centrosinistra ma non necessariamente un obbligo».
Anche Natale Tedde, di Sinistra ecologia e libertà, saluta positivamente l’avvio degli incontri fra i rappresentanti dei partiti del centrosinistra. «Abbiamo posto le prime basi per il lavoro in Gallura. Una tappa sicuramente buona. Ora c’è da lavorare parecchio per arrivare alla candidatura del presidente, la composizione delle liste e soprattutto sul programma da presentare agli elettori».
All’incontro hanno preso parte sei partiti: con l’Idv presente con una piccola delegazione capeggiata da Giommaria Uggias, l’Upc con Giorgio Spano, e Sinistra e libertà con Natale Tedde, erano presenti il Pd con il segretario Carlo Careddu, i Rossomori con Angelo Filigheddu e Rifondazione con Lorenzo Scagliotti

UNIONE SARDA
La bozza della nuova legge si discute a Cagliari, ma già incassa l'altolà del partito provinciale
«No alla riforma delle poltrone»Sanità, il Pdl Gallura stoppa il riordino regionale
Mercoledì 17 marzo 2010
Tutti sulla stessa scia. Per il Pdl Gallura la riforma sanitaria, così com'è, aumenta la spesa di 30 milioni annui.

La mossa è preventiva, ma vale comunque un altolà. Perché la riforma sanitaria, quella planata in commissione regionale, non piace ai big del Pdl gallurese. Sulla bilancia politica, cinque nomi di peso. A cominciare dai parlamentari Settimo Nizzi e Fedele Sanciu, per continuare con il consigliere della massima assemblea sarda Gianfranco Bardanzellu. E poi i sindaci dei due capoluoghi, Gianni Giovannelli (Olbia) e Antonello Pintus (Tempio). Nel mirino della contestazione, seppure con sottolineature diverse, finisce «la moltiplicazione delle poltrone». Così, il quintetto della Gallura (ma la lista si sta allungando con altri primi cittadini) sintetizza la riorganizzazione di ospedali e medicina specialistica.
LA RIFORMA Mette insieme due documenti, la riforma regionale. Praticamente una sintesi tra la proposta di legge presentata dai Riformatori (primo firmatario Franco Meloni, ex general manager al Brotzu di Cagliari) e il disegno di legge firmato dalla giunta Cappellacci, su indicazione dell'assessore alla Sanità, Antonello Liori. Giuridicamente si modificherà la 10, ovvero la norma sulla tutela della salute in vigore dal 2006. Questa la sostanza: dalle attuali undici Asl si passerebbe a quindici, tra aziende sanitarie provinciali, quelle ospedaliere e le universitarie. Più una Macroaerea Sardegna, una sorte di supervisore, cui passerebbero in mano le competenze amministrative. Meloni fa i conti: «Oggi i dirigenti sono 33. Si arriverebbe a 45», a cui va sommato il direttore generale della Macroarea. «Ma - sottolinea il consigliere regionale - col tempo, anche se ce vorrà, i 55 servizi amministrativi si dimezzeranno, man mano che la macchina amministrativa entrerà a regime. Il risparmio sarà importante e compenserà i costi per i nuovi incarichi».
LE RAGIONI DEL “NO” Se l'esponente dei Riformatori la vede così, di tutt'altro segno è la posizione dei parlamentari. Il deputato Settimo Nizzi, che è medico di base specializzato in ortopedia, non usa mezzi termini: «Nei bilanci della sanità sarda c'è un buco da 900 milioni. Una vera e propria voragine. È impensabile aumentare i costi». Nizzi ha in mano un carteggio, una stima sulla nuova spesa dopo la riforma. «Sono stati quantificati trenta milioni di euro in più ogni anno. Davvero troppo. In Sardegna bisogna moltiplicare i servizi, non le aziende sanitarie». Insomma, per il deputato la parola d'ordine «è fare maggiori economie senza perdere di vista l'efficienza». Una bussola che a Nizzi fa strappare un plauso per il centro unico di acquisto, «una giusta soluzione per contenere la spesa». Il pensiero va dritto ai fondi Fas (aree sottoutilizzate): «Non possiamo rischiare che vengano destinati a coprire i buchi della sanità».
LE SOLLECITAZIONI Nemmeno Sanciu fa sconti: «Novecento milioni di rosso, lasciati dal disastroso quadriennio Soru, impongono al governo regionale di contenere la spesa per i posti di comando. Quattro Asl in più delle attuali equivalgono a un aumento di dodici dirigenti, tra direttori generali, amministrativi e sanitari. È necessario che si rifletta prima di firmare la nuova legge. Rischia di avvicinare la sanità isolana al commissariamento, per via della spesa fuori controllo». Ragion per cui Bardanzellu, che proprio in aula sarà chiamato a votare la riforma (e di sicuro gli emendamenti), tira il freno, e al tempo stesso rassicura: «L'assemblea è sovrana nelle scelte e la valutazione dei costi sarà un punto chiave del confronto. Andrà prestata la massima attenzione, sono sicuro che succederà». Anche Giovannelli torna sul debito: «Venerdì scorso, a Tempio, l'assessore La Spisa ha fatto il punto sui conti della sanità. I 900 milioni che pesano sulle spalle dei sardi sono una cifra insopportabile. Va sbarrata la strada a soluzioni che non contemplano il contenimento della spesa. Dobbiamo farlo da cittadini prima che da politici. Per questo chiediamo una valutazione approfondita su costi e benefici della riforma». Pintus è sulla scia: «Non si può avallare una legge senza valutarne gli effetti economici. Agli enti locali viene continuamente chiesto di tagliare la spesa. Lo stesso rigore si applichi alla sanità».
ALESSANDRA CARTA

Lai: nel 2010 può nascere una nuova coalizioneL'auspicio del segretario del Pd: «Dalle Provinciali riparta un serio progetto autonomista»
Mercoledì 17 marzo 2010

«Dalle Provinciali dovrà nascere una nuova coalizione alternativa al centrodestra, a carattere autonomista»: malgrado l'ostilità di Rossomori e altri partiti per le intese locali coi sardisti, il leader del Pd Silvio Lai non rinuncia ad allargare l'alleanza. Ma il centrosinistra è ancora lontano dall'accordo definitivo sul voto.
Come mai tante difficoltà su coalizioni e candidati?
«Ci stiamo rimettendo insieme dopo un po' di tempo, qualche problema ci può stare. Ma il documento politico firmato lunedì è un gran passo avanti».
Non risolutivo, si direbbe.
«Però importante: si inizia a lavorare sui territori, si scelgono le primarie come metodo per risolvere i casi ostici. E mi sembra che gli otto noni della coalizione accettino la possibilità di alleanze col Psd'Az e altre forze autonomistiche».
Otto noni? Non sono solo i Rossomori a dire no ai partiti che sostengono la Giunta Cappellacci, c'è anche la sinistra.
«Io vedo che tutti riconoscono l'esigenza di confrontarci anzitutto con chi governa con noi nei vari territori. Coi sardisti, per altro, cerchiamo anche un rapporto politico organico».
Se invece l'alleanza col Psd'Az si limitasse a Sassari, sarebbe deludente?
«Io penso che ci siano le condizioni per convergenze sui programmi in molti altri casi».
La chiamata a nuove intese vale anche per l'Mpa?
«Per tutte le forze autonomistiche interessate a un nuovo progetto, che dia forza alla Sardegna nell'era del federalismo fiscale. Chi rifiuta l'apporto di simili forze pensa ancora a un'alleanza come sommatoria, non come progetto politico».
Perché questa insistenza sul tema dell'autonomia?
«Perché alle prossime amministrative si sceglie la Sardegna di domani. Serve una Regione più forte nel rapporto con lo Stato: chi vuole davvero una legislatura di cambiamento su questi temi, non può essere soddisfatto del centrodestra».
Di dialogo con l'Udc, invece, non si parla più?
«Il centrosinistra deve avere un suo progetto autonomistico forte, aperto a tutte le forze che vogliono condividerlo. Secondo me l'Udc ha forti dubbi sul rapporto col centrodestra e sul futuro della legislatura: se ci sono le intenzioni per un dialogo serio e a lungo termine, il Pd non si tirerà indietro».
Nel 2005 avete vinto 7 Province su 8: quale risultato riterrebbe soddisfacente, stavolta?
«Il 2005 era un'altra epoca. Se guardiamo ai voti delle Regionali di un anno fa, il centrodestra dovrebbe vincere 6 a 2. Ogni risultato migliore di questo, per noi, sarà un successo».
Intanto avete ancora molti problemi sulle candidature. A Nuoro, per esempio.
«Il Pd ha proposto la riconferma degli uscenti, perché riteniamo che abbiano governato bene. Se la coalizione ritiene che ci siano proposte migliori, pensiamo che si possa ipotizzare una sostituzione solo attraverso le primarie: niente accordi a tavolino».
Non sembrava che foste così sicuri di riproporre gli uscenti in Ogliastra e nel Medio Campidano.
«Noi riproponiamo tutti con la stessa convinzione, perché siamo convinti che gli uscenti siano i più forti. Senza differenze».
Dentro il Pd, intanto, sembra ripartito lo scontro con l'area soriana.
«No, c'è una normalissima e ordinata dialettica interna. Di cui la segreteria ha il compito di fare sintesi, come ha detto lo stesso Soru, di recente, nella direzione regionale».
Il codice etico approvato dalla coalizione apre la via alla ricandidatura di Graziano Milia. Ma la condanna non crea problemi di opportunità politica?
«La coalizione valuta caso per caso, e della Provincia di Cagliari si parlerà nei prossimi giorni. Ma sul piano politico, come negli altri casi: su Milia non sono emersi problemi di candidabilità».
GIUSEPPE MELONI

UNIONE SARDA
PROVINCIA GALLURA
Tempio

Roberto Cossu (Idv): «Avanti col Pd, con l'Udc solo se si rinnoveranno»
Lunedì 15 marzo 2010
A lleato preziosissimo, qualora si costituisse il centrosinistra, più propenso a rimarcare una netta distanza, se il Pd convergesse verso un'alleanza con l'Udc. L'Italia dei valori continua a dialogare e avanza proposte per una coalizione distante dai partiti di centrodestra che hanno governato la città per 10 anni.
«Il nostro interlocutore naturale - ha detto Roberto Cossu, segretario cittadino di Idv - non può che essere il Partito democratico dal quale aspettiamo segnali precisi. Quanto a un patto esteso all'Udc, non saremmo pregiudizialmente contrari, ma a condizione che al suo interno vi sia un forte rinnovamento nelle candidature. I nomi che circolano sono in continuità con l'attuale e le precedenti amministrazioni. Vi fosse discontinuità e maggiore spazio per i giovani, potremmo essere disponibili a considerare un accordo».
Allo stato, l'Idv potrebbe essere obbligata ad un accordo coi partiti di sinistra, tagliati fuori da un accordo bilaterale tra democratici e Udc. «Se costretti - ha concluso Cossu - potremmo dar vita ad un patto che sia espressione di una comunanza di programmi e rappresenti una svolta».
Costretto ad allungare i tempi di attesa, anche il circolo dei comunisti (Prc-Pdci) che auspica l'alleanza dei partiti di sinistra con un ruolo di guida per il Pd. «Siamo dell'opinione - ha detto Gian Piero Cannas - che il Pd debba esprimere un suo candidato per la scelta del sindaco purché gradito alla cittadinanza. Notiamo, però, un certo immobilismo».

FRANCESCO COSSU

UNIONE SARDA
LA MADDALENA.
Il centrodestra cerca l'unità ma Sanna non si presenta al vertice
Il Pdl agli alleati: «Azzeriamo le liste»Nel Pd incoronazione per il sindaco uscente Angelo Comiti
Domenica 14 marzo 2010
Il Pdl punta su Roberto Ugazzi. Domani Rosanna Giudice scioglie il nodo della sua candidatura: potrebbe allearsi con Del Giudice.

Cabala amara per il Pdl, il 13 non ha portato bene ai colonnelli galluresi del partito. Ieri si erano dati appuntamento sull'isola, per definire la partita delle amministrative. Ma tre sedie sono rimaste vuote. All'appello non hanno risposto il vice-coordinatore e consigliere regionale Matteo Sanna, più due suoi fedelissimi, il maddalenino Giacomo Grondona e il palaese Chicco Cannas. Ovvero, i sostenitori di Franco Del Giudice, l'armatore Delcomar-aspirante sindaco. L'assenza della terna ex annina vale una certezza: non faranno alcuna marcia indietro. Poche ore più tardi, invece, Angelo Comiti ha festeggiato la ricandidatura. Parterre delle grandi occasioni, con i big del Pd arrivati da Olbia per mettere il sigillo alla corsa bis del primo cittadino uscente.
PDL Niente da fare. Il Pdl resta spaccato. Un pezzo del partito è andato con Del Giudice, e non lo mollerà. Tanto che il coordinatore Fedele Sanciu, accompagnato ieri dal deputato Settimo Nizzi e dal consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu, ha deciso la strategia. «Agli alleati - spiegano - abbiamo chiesto di azzerare le candidature e aprire il confronto per arrivare a un nome condiviso». Una prima risposta è già arrivata da Franco Vitiello che ha deciso di deporre le armi in nome dell'unità. Si attende adesso la reazione di Michele Demontis, il medico democristiano che conta sull'appoggio di alcuni Pdl. Il partito, in ogni caso, sembra orientato a puntare su Roberto Ugazzi, ex segretario cittadino di Fi. Domani scoprirà le carte l'ex sindaco Rosanna Giudice, tornata in corsa col “Movimento popolare La Maddalena”. Pare che l'ex donna forte di An entri nella lista di Del Giudice.
PD Di tutt'altro segno l'atmosfera che si respirava in casa Pd. Vinta la battaglia con l'assessore provinciale Pierfranco Zanchetta, ieri Comiti si è goduto l'incoronazione. In prima fila Nardino Degortes, maggiorente del Pd Gallura, uno che ha spinto fortissimo sulla riconferma del sindaco uscente. I trecento del parterre non hanno risparmiato applausi. A conti fatti, un elettorato trasversale. Comiti tornerà alla urne appoggiato da Sardegna democratica, Rifondazione, Idv, più i voti di destra che gli portano in dote il vicesindaco ex An, Michele Secci, e l'assessore Nicola Gallinaro. «Non posso che essere soddisfatto», dice il primo cittadino. «In questi anni - va avanti - abbiamo costruito un percorso che possiamo continuare col contributo di tanti maddalenini. Tutti con la consapevolezza che la strada è ancora lunga, ma l'obiettivo è arrivare alla fine».

ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
DOMENICA, 14 MARZO 2010
Il giorno dopo la sentenza il terremoto nel Pd continua. La guerra tra i sorrisi dei due consiglieri arriverà fino alla cassazione
Il giudice non mette pace tra Corda e Caria


Lo spodestato: «Sono sereno, ma farò ricorso»; il vincitore: «È la fine di un sopruso»

OLBIA. Tutti felici, neanche si fossero presi a colpi di tribunale, si fossero cordialmente odiati, avessero deciso che a scegliere il consigliere gallurese del Pd in Regione dovesse essere un giudice. Entrambi sostengono che non conta troppo fare il consigliere. Che in fondo non ci tengano troppo alla carica. Ma Elio Corda e Pierluigi Caria da un anno a stento si salutano. Da quando appena dopo le elezioni Corda aveva deciso di fare ricorso in tribunale contro Caria.
L’ex direttore sanitario dell’Asl aveva sbagliato i tempi per le dimissioni. Le aveva presentate troppo tardi. Un cavillo per alcuni. Ma un cavillo vincente. Per due volte i tribunali hanno dato ragione a Corda. Ora Caria si aggrappa alla Cassazione per sperare di conservare la poltrona. In mezzo alla bolgia silenziosa si trova il segretario provinciale del Pd, Carlo Careddu, nella scomodissima situazione di mediatore, tutto a un passo dalle Provinciali. «Abbiamo avuto un incontro della direzione a Tempio - dice Careddu -. Abbiamo deciso di ripartire dalle Provinciali e dalla ricandidatura di tutti i consiglieri uscenti del Pd. Nel tavolo regionale continuiamo a studiare i criteri per scegliere il candidato alla presidenza. Come Pd proporremo il sistema delle primarie, ma dobbiamo capire se anche gli alleati le accetteranno. Sono certo che Pierluigi ed Elio abbiano un tale senso di responsabilità da mantenere il partito fuori da questa vicenda. Io sono il segretario di entrambi e tutti accetteremo quello che la magistratura deciderà». Il consigliere che sembra avere perso la sua poltrona, almeno per ora ostenta tranquillità. «Sono serenissimo - dice Caria -, lo giuro. Dalla mia parte ho due cose. I 4mila voti, 800 più del mio avversario, Corda, e l’età. Sono giovane e sono abituato alla competizione politica. Ritengo che sia ingiusto falsare il volere dell’elettorato. Corda vuole cambiare la scelta del popolo del Pd. Hanno votato me, mi hanno voluto. In democrazia sarebbe sufficiente. Il torto è stato fatto agli elettori e non a me. Io ho seguito le indicazioni della legge statutaria. Ho presentato le dimissioni entro 7 giorni dallo scioglimento del consiglio. Poi la corte costituzionale ha cancellato la statutaria, le leggi sono cambiate. Ma io non ho colpa. In ogni caso con la massima serenità attendo di leggere le motivazioni. Farò ricorso in Cassazione. Mi spiace si sia scelta questa via del ricorso contro un collega di partito. Si crea un precedente grave. In altri tempi una cosa simile non sarebbe mai stata tollerata. Credo sia necessario ripartire dalle Provinciali. E dalla ricandidatura dei consiglieri uscenti. Per quello che riguarda la mia candidatura se il partito e le primarie mi indicheranno valuterò cosa fare. Sono sereno come sempre». Molto pacato Elio Corda, che cerca di spargere camomilla su una vicenda al curaro. La sentenza della corte di apello lo mette in sella al seggio in consiglio regionale. «È normale che Caria faccia ricorso in Cassazione - afferma - è un suo diritto. Io mi ritengo soddisfatto da quello che i due gradi di giudizio hanno stabilito. Ho subito un sopruso, ritengo che Caria nel momento in cui si è presentato non avesse il diritto di farlo. I giudici per ora la pensano come me. Dico tutto questo senza astio, ma con la massima serenità. Non credo che la vita del partito possa essere condizionata da questa decisione dei tribunali. Al contrario sono convinto che la serenità all’interno del Pd sia massima e che il buon senso prevarrà. In ogni caso prevarrà lo spirito di collaborazione. Lo stesso che ci proietta verso le Provinciali».

CRONACA DI TEMPIO
Sotto il simbolo dello scudocrociato potrebbero confluire anche Lega e Psd'az
Elezioni comunali, verso la sfida a trePd e Pdl ancora fermi, già avviata la strategia dell'Udc
Venerdì 12 marzo 2010
Grandi manovre nei partiti in vista delle prossime elezioni amministrative.

A tre mesi dalla competizione elettorale prevale l'immobilismo tra le forze politiche, anche se all'orizzonte si profila una terza lista fuori dai poli.
L' Udc lancia il primo sasso nelle acque stagnanti e decide di correre da sè. Freschi di direttivo gli esponenti dello scudo crociato hanno deciso di rompere gli indugi. Se è vero che manca l'ufficialità, è però innegabile che la preparazione dei 30 nomi della lista è già iniziata, e sotto il cappello del partito di Casini potrebbero ritrovarsi anche Lega e Psd'Az. All'unità d'intenti, segue una folta proposta di aspiranti alla carica di sindaco. Sono ben 4 sulla rampa di lancio, ovvero Gianni Addis e Francesco Quargnenti, entrambi assessori nell'attuale giunta Pintus, Franco Marotto, consigliere provinciale, e Giuseppe Pirinu. Il segretario cittadino, Tore Diana, non esclude di commissionare un sondaggio telefonico per capire quale sia il più gradito alla cittadinanza. Anche per le provinciali, i centristi giocano d'anticipo e oltre alla riconferma di Gigi Pintus, si profila la candidatura di un indipendente come Mario Medda, ex sindacalista della Cisl. Il terzo posto verrà assegnato ad uno dei tre esclusi dalla poltrona di sindaco.
Pdl . Da tempo gli azzurri hanno lanciato l'idea di una lista unica nell'interesse generale della collettività, senza ottenere grandi consensi. Il Pd ha già declinato l'offerta e l'Udc avverte come conclusa l'esperienza del centrodestra. «Siamo aperti a tutte le proposte senza pregiudizi, ma non accettiamo imposizioni», ha ribadito Tore Scano, responsabile cittadino del partito berlusconiano. Più volte l'attuale sindaco, Antonello Pintus, ha caldeggiato la candidatura di Angela Masu, sorretta da un'ampia coalizione. Decisivi i prossimi giorni. Per le provinciali non si va oltre il nome di Franco Anziani e, forse, dello stesso sindaco.
Pd Una divisione in tre blocchi del partito ha impedito fin qui una presa di posizione netta su alleanze e strategie. Numeri alla mano a detenere i maggiori consensi è l'ala attendista di Antonello Addis. Una posizione dalla quale dissentono esponenti come Gerolamo Balata e Tomaso Visicale, favorevoli all'accordo con l'Udc, e quella dei giovani Vittorio Masu e Nicola Comerci più propensi con un accordo con i partiti di sinistra. Quasi certa la candidatura di Gerolamo Carboni alle provinciali.

FRANCESCO COSSU

UNIONE SARDA
CRONACA DI TEMPIO
Tempio
Bilancio approvato
Venerdì 05 marzo 2010
Breve ma intensa baruffa verbale tra maggioranza e opposizione convocate per esprimersi sul bilancio di previsione. A movimentare la discussione è stata la decisione del presidente dell'assemblea, Raffaele Pileci, di escludere interrogazioni e interpellanze in base all'articolo 28 del regolamento. «Ma questa è un'interpretazione superflua - ha tuonato Nico Aisoni - perché siamo nella presa d'atto del bilancio, non nella fase dell'approvazione». Interviene l'assessore al bilancio, Franco Anziani, e il segretario comunale Mario Carta, ma i consiglieri di opposizione insistono nelle proteste. «Pretendiamo una relazione sul bilancio per capire quale filosofia sta dietro i numeri», ha rimarcato Gerolamo Balata (Pd). Sarcastico Gianni Monteduro: «Considerati i 2mila euro di costo della seduta del consiglio non era preferibile rinviare questa convocazione, dato che non è possibile interloquire?». Poi all'unanimità viene approvata la presa in visione del documento contabile.
FRANCESCO COSSU

UNIONE SARDA
PROVINCIALI.
Intanto il Pd si spacca sul libro nero degli esclusi per il voto di maggio
Satta e la pazza idea di una lista civicaCosì il vice di Olbia-Tempio può fare il candidato presidente
Venerdì 05 marzo 2010
Sembra tramontare definitivamente la ricandidatura del presidente uscente Pietrina Murrighile. A Satta è molto gradita la Mazzone.

Opzione lista civica. Ovvero un grande serbatoio di scontenti. Li potrebbe cooptare, da sinistra e da destra verso il centro, Antonio Satta , seconda carica della Provincia. Con un risultato: il segretario nazionale dell'Upc (unione dei cristiano popolari) sarebbe il candidato alla presidenza. Il tassello si è aggiunto ieri, nel mercoledì nero per gli esclusi eccellenti dalla corsa alle urne, in quota Pd. Tanto che tra i democratici si sono rotte le righe delle alleanze interne. Soprattutto in difesa di Piero Sotgiu , presidente uscente del Consiglio in odore di bocciatura: nel partito sta all'opposizione, ma in maggioranza ha più di un sostenitore.
CORSA A TRE È sopravvissuto al de profundis della Dc, ha superato indenne il crollo del Campanile. Adesso Satta potrebbe scombinare, almeno in Gallura, i giochi del bipolarismo. La sua lista civica sarebbe il terzo incomodo e gli consegnerebbe la candidatura alla presidenza. Perché una cosa è sicura: il Pd non lo vuole. E non gradisce nemmeno il bis di Pietrina Murrighile , sempre più vicina alla pensione. La soluzione di Satta è pensata per raccogliere quelli che non troveranno posto né col Pd né col Pdl.
LA LISTA NERA Intanto, la lista nera dei democratici continua ad allungarsi. Per l'ente di Olbia-Tempio rischia di trovare la strada sbarrata anche Pierfranco Zanchetta , passato a metà legislatura dal Consiglio all'esecutivo (è titolare dell'Ambiente). Zanchetta sta tentando la scalata al Municipio di La Maddalena, mettendosi contro il sindaco uscente Angelo Comiti . Stesso partito e una chance in più: Comiti è appoggiato dai colonnelli sardi del Pd, ovvero all'assessore è consigliato di non forzare la mano per non bruciarsi la ricandidatura in Provincia.
LE REAZIONI Certo è che dopo il toto-esclusi, i democratici sono al fuoco incrociato. Renato Masu , capolista di Progetto Gaddhura - la mozione ha sostenuto il neosegretario Carlo Careddu - difende Sotgiu: «I candidati - dice - devono sceglierli i circoli, non sono ammesse decisioni calate dall'alto». Identica posizione la esprime il segretario cittadino di Calangianus, Giuseppe Melis : «L'autonomia delle scelte va salvaguardata». Così Rino Piccinnu , consigliere comunale a Olbia, anche lui come Sotgiu in minoranza: «Vista l'inconsistenza delle destre, è nostro dovere scegliere i nomi migliori senza veti aprioristici». Nel Pd, Satta starebbe guardando pure a Pierluigi Caria , il consigliere regionale che il 12 marzo attende il verdetto del tribunale civile. Un ex della massima assemblea sarda, Elio Corda , vuole strappargli la poltrona per presunta ineleggibilità. Nella lista civica potrebbe correre anche Maria Antonietta Mazzone , senza tessera Pd da due anni, abbastanza vicina a Caria e molto gradita a Satta. Due condizioni senza le quali la Mazzone non sarebbe mai diventata assessore alle Attività produttive.
ALESSANDRA CARTA

LA NUOVA SARDEGNA
VENERDÌ, 05 MARZO 2010
Alleanze, la partita intorno al caso Psd’Az

Giochi trasversali ai due schieramenti, la situazione decisiva è quella di Sassari

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Non c’è un caso liste e listini come nel Lazio e in Lombardia, ma pure in Sardegna gli scontri politici non mancano sulle elezioni provinciali di primavera. E non manca l’incertezza. A partire dalla data del voto. Inizialmente prevista per il 9 o il 16 maggio, potrebbe infatti slittare a metà giugno: la commissione regionale non ha infatti ancora concluso il lavoro di riordino dei collegi provinciali di Oristano dopo la recente sentenza del Tar. Anche su questo punto, dato che si spostano gli equilibri di diversi seggi, ci sono forti tensioni.
L’incertezza vera è comunque politica e riguarda le alleanze e le candidature dei singoli partiti. Sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Con alcune situazioni, come quella di Sassari, che sono trasversali ai due grandi schieramenti.
Ieri sera, dopo cinque ore di dibattito, la direzione del Pd ha rinviato qualsiasi decisione sulle alleanze politiche. Il confronto interno proseguirà domani nell’assemblea regionale sulle norme statutarie, decisive in questa fase per le primarie. Nel frattempo il segretario Silvio Lai andrà avanti sulla linea tracciata al congresso (ricostruzione del centrosinistra e allargamento a centristi e sardisti) mentre la minoranza interna che fa capo a Renato Soru (intervenuto ieri in direzione) è contrarie alle aperture a Psd’Az e Udc in quanto componenti della giunta regionale di Ugo Cappellacci.
Al centro del confronto politico c’è proprio il Psd’Az. Dopo il vertice interlocutorio di lunedì con gli altri partiti del centrodestra, il segretario Giovanni Colli riunisce oggi la direzione. Al Pdl di Mariano Delogu, che ha ottenuto il mandato unanime di pretendere alle provinciali la conferma dell’alleanza regionale, Colli ha già spiegato che le federazioni del Medio Campidano e dell’Ogliastra sono disponibili a discutere del programma col centrodestra, mentre a Sassari (sia per la Provincia, sia per il Comune) l’orientamento (chi decide è la federazione) è quello di confermare le attuali intese con il centrosinistra di Alessandra Giudici e di Gianfranco Ganau. Viste le insistenze degli alleati (l’Udc ha detto: deroghe a nessuno o a tutti), il segretario sardista ha scelto di consultare il partito.
Il caso sardista riguarda entrambe le coalizioni. Perché un «no» del Psd’Az a Sassari potrebbe spingere l’Udc a rompere col centrodestra in alcune Province. Sarebbe un indebolimento per la giunta di Ugo Cappellacci e un premio per la politica del segretario del Pd Silvio Lai.
E in una logica interna, la minoranza del Pd, guidata da Soru, e i Rossomori, che all’ex governatore sono vicini e che domani si riuniscono nella costituente del movimento, spingono perché il Psd’Az e l’Udc stiano dappertutto con il centrodestra e perché fallisca il progetto di allargamento proposto da Lai.
Il centrodestra sembra proporre al Psd’Az la presidenza della Provincia, mentre la minoranza del Pd a Sassari vuole mettere in discussione la Giudici sia per motivi di riequilibrio interno (contro la maggioranza pigliatutto) sia per togliere ai sardisti la ragione (conferma del presidenza con cui hanno governato) per la quali sono propensi a restare col centrosinistra.
Insomma, sino a quando non sarà risolto il caso Psd’Az con decisioni definitive, quasi tutti i giochi resteranno aperti. Anche se ci sono realtà che presentano vere e proprie peculiarità. Come Nuoro e Oristano. A Nuoro la minoranza del Pd con Renato Soru (ne ha parlato anche ieri) e Francesca Barracciu chiede le primarie per la Provincia, mentre Silvio Lai vuole confermare Roberto Deriu. In Gallura, dove la presidente uscente Pietrina Murrighile sembra essere rimasta senza sponsor, il Pd di Lai, che punta le carte principali su Sassari, Nuoro e Cagliari, ha offerto la postazione provinciale agli alleati. E si è subito fatto avanti il segretario dell’Unione popolari cattolici, Enrico Piras, che, nel vertice di lunedì ha prenotato la candidatura a presidente. Non lo ha detto, ma è per Antonio Satta, attuale vice della Murrighile.

UNIONE SARDA
Oggi i due summit del centrodestra. Amministrative, si riuniscono il Pdl e le forze di maggioranza
Lunedì 01 marzo 2010
La maggioranza comincia a tirare le somme sulle alleanze. E il Pdl riunisce il coordinamento.

Doveva essere il giorno più lungo per il centrodestra. Il coordinamento regionale del Pdl di mattina, il vertice dei partiti di maggioranza di pomeriggio. A tre mesi dalle elezioni, appuntamenti che servono per capire come presentarsi di fronte agli elettori: alleanze, candidati, programmi. Invece si rallenta, si dialoga, si riflette, perché il rapporto con i sardisti (ne parliamo qui sotto) frena la macchina politica della maggioranza. Ma non è solo la corsa con o senza il Psd'Az a tenere banco, sul tavolo ci sono il vivace confronto interno nel Pdl, la posizione attendista dell'Udc, gli altri alleati che a loro volta aspettano che lo scenario sia più chiaro. Se l'opposizione continua a farsi del male, la maggioranza non ha il sonno tranquillo. Seppure il leader del centrodestra, Ugo Cappellacci, svestiti per un attimo gli abiti del presidente, predichi tranquillità e usi l'arma della diplomazione, prendendo fra le mani le redini di una coalizione in movimento. Tre princìpi per proseguire: «Il partito più forte ha il dovere di svolgere il suo ruolo di guida; non credo che ci siano posizioni immutabili, dentro l'alleanza; l'obiettivo di vincere dappertutto è comune e quindi la politica delle mani libere non è quella consigliabile».
Nessun nome, non ci sono ancora candidati già collocati. Anche sulle Province, perfino a Cagliari, non esistono certezze sui volti da presentare ai sardi.
L'ALLEANZA Il Pdl gradirebbe guidare lo stesso bus che arrivò felicemente al traguardo un anno fa, senza che nessuno scenda in corsa: ecco perché questa sarà una giornata di passaggio, di tante parole e poche decisioni. Si punta a tenere insieme i pezzi: «Ho un ottimo rapporto con tutti i rappresentanti della maggioranza, è ancora presto per chiudere la porta a qualcuno o pensare che qualcuno si schieri con l'opposizione», dice Cappellacci. Ovvero, con i sardisti si dialogherà, non solo oggi, per capire le ragioni di alcune, possibili scelte. E con l'Udc, che vuole contare di più a livello locale, il rapporto è più saldo, anche se l'ex assessore all'Ambiente Giorgio Oppi ripete che le (famose) deroghe devono valere per tutti, non solo per i Quattro Mori. Nel pomeriggio (si comincia intorno alle 16), se i Riformatori si confermeranno allineati alle posizioni del Pdl, al vertice delle forze di maggioranza il Movimento per le autonomie, l'Uds e Sardegna socialista chiederanno garanzie: Franco Cuccureddu, numero due nazionale dell'Mpa e non certo avaro di critiche sul lavoro della Giunta in questi mesi, vuole vederci chiaro su accordi e soprattutto sulle rappresentanze nelle stanze di governo. Così come Mario Floris (Uds), che segue con attenzione anche movimenti romani sul fronte centrista.
IL PDL «Aggiorneremo il coordinamento regionale sull'incontro dell'altro giorno», dice Cappellacci, «il partito più forte della coalizione deve viaggiare verso il voto di maggio con la massima sintonia al suo interno, pur rispettando le diverse posizioni». Il presidente della Regione, con un'azione inattesa ma necessaria proprio per garantirsi un sostegno solido al suo governo, nel corso dell'incontro di venerdì scorso con il gruppo consiliare - summit allargato al coordinatore Mariano Delogu - ha teso la mano ai dissidenti, ha cercato un riavvicinamento delle parti impegnandosi a incontrare singolarmente i consiglieri del Pdl per «restituire a ognuno la reale opportunità di rappresentare i territori di provenienza». Cappellacci ha raccolto l'ondata di dissenso all'interno del gruppo con un obiettivo, trasformarla in «energia positiva, che ci spinga a dare il massimo per andare incontro a quello che ci chiede il nostro elettorato».
Sarà il coordinamento regionale di questa mattina (sessanta i componenti) a dare a Delogu il mandato per trattare con gli alleati. Ma senza fretta, è ancora il tempo del dialogo.
ENRICO PILIA

(ANSA) - CAGLIARI, 5 GEN - E' 'buono' lo stato di salute del Pd in Sardegna in vista della fase conclusiva dei congressi chiamati ad eleggere, il 16 gennaio prossimo, i segretari provinciali e cittadini. Lo afferma il segretario regionale, Silvio Lai, secondo il quale 'ci sono diversi candidati giovani tra i 30 e i 40 anni che fanno presupporre un rinnovamento della classe dirigente del partito'.
'La presenza di piu' candidati in una stessa provincia - chiarisce il leader del Pd all'ANSA - e il fatto che vi sia almeno il 75% delle assemblee in cui vi sara' un candidato unitario rafforza la linea del partito: anche in quattro congressi cittadini su cinque, Quartu, Iglesias, Carbonia e Sassari, ci sara' un candidato unitario'. 'E' quindi un bilancio piu' che positivo - conclude Lai - essere riusciti a completare in meno di tre mesi, dal 25 ottobre, il 100% della dirigenza del partito'. (ANSA).


I candidati ai congressi provinciali

ELENCO CANDIDATI ELEZIONI SEGRETARI PROVINCIALI PD

Sono state presentate le liste con i candidati alla carica di segretario del Pd nelle otto aree provinciali delle Sardegna. Le elezioni dei segretari, provinciali e cittadini avverrà il 16 gennaio.

L’Elenco dei candidati:

Cagliari
*
Thomas Castangia, ingegnere elettronico dipendente azienda privata nato a Cagliari nel 74, già militante dei Ds.
*
Davide Carta 45 anni ingegnere, ex segretario della Margherita, ex presidente del centro studi Paolo VI
Sulcis
* Emanuele Cani, già assessore provinciale ai Lavori pubblici di Carbonia Iglesias, ex coordinatore del Pd nel Sulcis Iglesiente
Medio Campidano
*
Mirko Vacca, 35 anni, segretario del circolo del Pd di San Gavino, ex capogruppo al Consiglio comunale.
Oristano
*
Gianni Sanna, 54 anni, ex assessore comunale a Oristano, consigliere comunale e insegnante
Nuoro
*
Giuseppe Pirisi ex consigliere regionale, già presidente provincia di Nuoro, architetto
*
Francesco Meloni sindaco di Orgosolo
Olbia
*
Antonio Perinu sindaco di Oschiri
*
Carlo Careddu, capogruppoPd in Consiglio comunale a Olbia
Sassari
*
Giuseppe Lorenzoni ex sindaco di Castelsardo
Ogliastra
*
Franco Sanna, ex consigliere regionale, pensionato
*
Franco Murgia assessore provincia Ogliastra

Pd, 150 mozioni contro Pintus

la Nuova Sardegna — 28 giugno 2009 pagina 04 sezione: OLBIA

di Giovanni Gelsomino TEMPIO. Se il Pd ha orecchie per intendere, intenda. Oltre 150 le persone che si sono fermate al gazebo approntato in piazza d’Italia per esprimere, in questa “Prima giornata dell’ascolto democratico”, problemi e avanzare anche proposte per quanto concerne la città. «Siamo andati ben oltre le aspettative - dice il segretario del Pd cittadino Nicola Comerci - ad avvicinarsi, nelle tre ore che siamo rimasti in piazza, sono state anche molte persone di centrodestra evidentemente non convinte dalla politica di questa amministrazione alla quale, devo dire, non sono state lesinate le critiche». L’esperimento di ridare voce alla gente, di coinvolgerla maggiormente nei problemi del paese è quindi riuscito, «e ora - aggiunge Comerci - porteremo in Consiglio i diversi suggerimenti che abbiamo raccolto e vediamo se questa amministrazione così autoreferenziale apre anche gli occhi sui problemi concreti della città». Tra le segnalazioni, una delle più gettonate è stata quella dell’abbandono delle periferie dove, a detta di chi ha lasciato scritto il proprio commento, non si è fatta neppure l’ordinaria manutenzione di strade e vie. Altri parlano della «Mancanza di progetti di sviluppo» che consegna Tempio a vivere sempre «Con la mente rivolta al passato» in una situazione quasi di stallo e sempre impegnata in battaglie di retroguardia «a cominciare dalla viabilità e dall’isolamento che caratterizzerebbe la città ed è alla base del lungo e inarrestabile declino». Non sono mancate le critiche per la questione dei dipendenti della Zir, senza stipendio da diversi mesi, non più della Regione e neanche del Comune ma in un limbo nel quale non sono chiare quali strade potranno essere intraprese.



Giochi già aperti per il dopo-Pintus

la Nuova Sardegna — 14 giugno 2009 pagina 04 sezione: OLBIA

TEMPIO. Mancano ancora dieci mesi alla fine del mandato di Antonello Pintus ma più di un possibile candidato alla poltrona di sindaco, sia a destra sia a sinistra, comincia a scaldare i motori. Scontata l’assenza per somma di legislature di Pintus che potrebbe andare alla Provincia in qualità di vice presidente (una presidenza ad un tempiese è fuori discussione) qualora il centrodestra riuscisse a vincere le elezioni, si aprono i giochi per mettere a punto eventuali candidature. Una potrebbe essere quella di Franco Marotto, attuale consigliere provinciale (piuttosto defilato a dire il vero) dell’Udc. A suo favore giocano alcuni elementi non secondari. Il primo riguarda proprio il suo partito: in città è più votato del Pdl, il secondo riguarda un patto non scritto con Andrea Biancareddu attuale consigliere regionale. Quando questi entrò nell’Udc il candidato alla regionali doveva essere Franco Marotto che fece invece un passo indietro cedendo il posto a Biacareddu. Ora si attende solo che il conto venga saldato e la candidatura di Marotto a sindaco chiuderebbe definitivamente il cerchio. C’è da scommettere quindi che Andrea Biancareddu l’appoggerà con convinzione e il resto del partito, che già in precedenza lo aveva indicato tra i suoi rappresentanti più significativi, non si tirerà indietro. Giochi fatti quindi? No. Perché il resto del centrodestra potrebbe togliere dal cilindro il primo sindaco donna della città. Argomento forte, questo, che potrebbe far presa sull’elettorato non solo del centrodestra. Sotto il profilo politico non facilmente attaccabile in quanto l’eventuale candidata, e parliamo di Angela Masu attuale vice sindaco, è persona che riesce a non apparire decisamente di partito, anche se ne fa parte, vista la sua disponibilità a dialogare con chiunque e a non crearsi nemici né nella maggioranza né verso la minoranza. Dalla sua non ci sarebbe solamente il fatto che è donna (e questa sarebbe comunque una grossa novità per la città) ma anche riconosciute capacità (è da quindici anni che fa l’assessore) e conoscenza dei problemi. Nel centrosinistra non è poi tanto simulato l’interesse di Gerolamo Balata, ex socialista, ex assessore, attuale consigliere del Pd, buon seguito di voti, ma, la si potrebbe presentare come la novità che gli elettori si aspettano? Novità che invece potrebbe essere rappresentata da Tomaso Visicale, dentista, su cui pesa però la scarsa esperienza amministrativa. E il neo segretario Nicola Comerci cosa pensa? «Penso che il problema della candidatura sia giusto metterselo ma io proporrò le primarie di coalizione, senza se e senza ma. Chi si vuole presentare si presenti. Io punterò sui giovani - dice Comerci - e sul rinnovamento è posso garantire che non sarà la segreteria a scegliere il candidato». - Giovanni Gelsomino

Home Page | Città di Tempio | Comitato Cittadino | Segreteria | Agenda | Congressi | Rassegna Stampa | Programmatici | Opinioni in libertà | Contatti | Forum | Commissioni 2009 | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu