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Sanna: «La città torni a essere un centro culturale»

Pubblicato da Giovanni Gelsomino in Cultura · 7/2/2013 09:29:26

TEMPIO.
da "La Nuova Sardegna" del 07 febbraio 2013

di Giovanni Gelsomino

«Per Tempio la definizione di “nobile decaduta”, più volte adottata da vari commentatori, appare la più calzante. La vera sensazione della sua decadenza, in tutta la sua gravità, la si riscontra solo vivendoci». Impietosa constatazione di Paolo Sanna, coordinatore del comitato civico “Essere Cittadini”.
Niente che funziona quindi?

«La sola consapevolezza è oggi quella del Carnevale, l’unica ragione di notorietà e orgoglio di Tempio».
Un po’ poco, non le pare?

«Sì. Non siamo in grado di valorizzare le risorse messeci a disposizione dalla natura: un ambiente incontaminato, una montagna al tempo stessa selvaggia ma accessibile, una materia prima come il granito che i nostri padri hanno saputo utilizzare intelligentemente per farne “la città di pietra”, una risorsa rinnovabile come il sughero che ha dato a Tempio e ai suoi sugherai una notorietà internazionale. Non c’è un progetto per il futuro».
Cosa suggerisce per invertire la rotta?

«Più attenzione alle eccellenze industriali: sughero e granito, rafforzare il ruolo di città dei servizi e rilanciare l’immagine di Tempio città dell’acqua, unico modo per rimettere in gioco Rinaggju e per godere dell’approvvigionamento idrico della città con le acque oligominerali provenienti dal Limbara che potremo disporre nei nostri rubinetti praticamente a costo zero, oggi inutilmente invasate nelle diga del Rio Paggjolu. Ma soprattutto bisogna investire in cultura, per fare di Tempio un punto di riferimento culturale e per le arti non solamente in ambito gallurese dove anche questo vecchio primato sembra messo in discussione».
E’ tutto?

«No. Si potrebbe parlare di centro storico da rivitalizzare, di artigianato da sostenere... Ma credo che il primo grande intervento debba interessare la viabilità attraverso una rete viaria ad alta velocità che la colleghi con Olbia, con Sassari e con le zone costiere principali, in modo da rendere conveniente per tutti la sua posizione baricentrica. L’isolamento è il nemico numero uno e nessun amministratore questo lo può ignorare. Ce lo ripetiamo da anni ma non si riesce a concretizzare niente.
È possibile un nuovo periodo di rinascita e di benessere?

Bisogna avere un progetto. Le nostre amministrazioni hanno programmi che, se poi andiamo a leggere, non si differenziano uno dall’altro. È necessario un progetto-città senza voli pindarici alla rincorsa di vani miraggi; solo così, Tempio tornerebbe ad essere quello che nell’immaginario dei galluresi sarebbe sempre dovuta essere: un posto dove è bello vivere e abitare, trascorrervi le vacanze, organizzare convegni o semplicemente farci una gita».


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