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Le canzoni del carnevale hanno la voce di Peppino

Pubblicato da Maria Pintore in Personaggi · 27/12/2011 16:50:22

Maria Pintore
Le canzoni del carnevale hanno la voce di Peppino


Il carnevale tempiese ha una storia lunga, scritta da uomini e donne che con impegno, tenacia, passione e carisma, hanno caratterizzato questa grande festa. Non solo sfilate, non solo carri allegorici, ma anche e soprattutto musica, ballo, ironia ed originalità. Peppino Sechi, da trenta anni rappresenta l’anima e lo spirito del carnevale. E’ facile farlo abbandonare ai ricordi:
“ E’ stata un’avventura bellissima….” racconta, “ iniziata quando è nata la sei giorni, negli anni 70, io suonavo con amici, avevamo un gruppo, ci divertivamo! Iniziammo a suonare da “Giordo”. Ma quando la Pro Loco prese la gestione della sala da ballo al teatro del Carmine, tutta la gente seguendo l’entusiasmo degli organizzatori di allora, decise di abbandonare “Giordo” per andare al Carmine. Io ricordo quel carnevale come il più triste della mia vita, perché noi non eravamo dove c’era la gente. Ci pagarono comunque, ma mangiammo fiele per sei giorni! Finalmente la Pro Loco cominciò a gestire “Giordo”. Quella fu una stagione strepitosa! Pensa che ho cantato in entrambe le sale per tutta la sei giorni: ad una certa ora mi coprivano con una coperta e mi portavano al Carmine, dopo un’oretta mi ricoprivano e mi riaccompagnavano da “Giordo”.
Giordo si riempiva fino all’impossibile; avevo capito che quando le teste della gente all’interno della sala raggiungevano gli angoli, voleva dire che davanti a me c’erano oltre 2000 persone.”.
Peppino è amato da sempre non solo per la sua innata simpatia e la sua indiscutibile arte nel comunicare, ma anche per le canzoni che con il passare degli anni sono diventate la sua bandiera. Ogni canzone ha una storia legata ad un momento, ad un fatto, ad una persona e per Peppino ricordare è un piacere:
“ Allora suonavano con me Antonello Iandolo, Paolo Fresu, Tito Corda, al ritorno da una serie di serate in Corsica, sul traghetto, non facevamo che cantare il ritornello del Paso Doble “ Espana Cane” che in Corsica avevamo suonato fino alla nausea. Iandolo ha l’idea di scrivere un testo in gallurese adatto alla musica, nacque cosi “Lu Carrasciali “ . La cosa in sala piacque moltissimo e così l’anno seguente inventammo il rifacimento de “O Saraccino”. Da li è stato un continuo. Nel periodo dell’austerity, alla fine degli anni '70, abbiamo scritto “l’Appila” .
“Chi scriveva i testi?”
” Perlopiù io, poi per “l’appila” ha collaborato anche Gianni Puliga, ma il più delle volte io avevo l’idea e poi con gli altri si limava il tutto!
Spesso m’ispiravo a persone che in quegli anni andavano per la maggiore. Per la canzone “Tu sei fora”, (nota come “Lu commissariu” ) l’idea arrivò grazie ad un commissario che lavorava a Tempio, era il periodo di Falko con “Der Kommissar”, la trovata fu geniale! Beniamino Esposito, morto poi suicida, grandioso musicista di Renzo Arbore, scrisse la melodia del ritornello che si trova sul disco. Beniamino era un gran frequentatore del nostro carnevale…
In sala la frase “…lu commissario è gobbo…. “ ha fatto storia! “
Qualche anno fa è stato pubblicato il disco con tutte le canzoni del carnevale. Ogni canzone ha una storia, ed ogni canzone è stata un successo….
Con l’arrivo del primo Teatro Tenda, si rinfrescano anche i ricordi divertenti e Peppino non si ferma:
“ Giorni prima del carnevale vennero i tecnici per sistemare il tendone e per collaudarlo: era tutto perfetto! Ma qualcuno passando da quelle parti, dopo avere attentamente osservato e ammirato la struttura, disse “… è bellissimo, ma se fiocca!”, parole profetiche. Dopo la prima serata una sconvolgente nevicata buttò a terra il mega tendone ! “, continuo Peppino, ”. mi svegliò mia sorella, io ero stanco morto, avevamo finito di suonare solo due ore prima, alle sette. Dalla finestra della mia camera vidi i microfoni e gli strumenti coperti di neve, ma non mi scoraggiai. Chiamai gli altri, smontammo tutto e dopo avere risistemato la strumentazione da “Giordo” quella sera ricominciammo a suonare!” Il Teatro Tenda è poi diventato una costante del carnevale, e Peppino racconta di avere suonato e cantato davanti a 8000 persone.
“ Erano anni fantastici, facevamo le carnevalate, ma sapevamo quando interrompere per lasciare che la gente si calmasse ballando un lento. Facevamo anche un’ora di lenti, vedevo coppie formarsi, sciogliersi, intuivo tradimenti e nuovi amori. Dall’alto del palco vedevo tutto. In tanti, negli anni, hanno considerato le nostre canzoni responsabili di nascite non sempre programmate!”
Poi arrivò il Maxi Tendone portato da Tonino Pirrigheddu.
“Per due anni abbiamo suonato davanti a migliaia di persone, poi tutto è cambiato, negli ultimi anni non ho più cantato, non mi diverto più!”
Qualche anno fa con Gian Mario Sotgiu e Nino Demuro ha formato il gruppo “@ssayè”, ha inciso un cd: “ Matalena poni a bì” che è andato a ruba. Ora pensa ad un nuovo lavoro. Oggi Peppino è un maturo signore di 56 anni, al quale brillano gli occhi per la gioia quando, davanti ad una bevanda, parla del prossimo lavoro in preparazione e con un po’ di nostalgia racconta il suo passato da Re, incontrastato, del Carnevale.
Grazie Peppino! A nome dei tanti, che negli anni, si sono divertiti ascoltandoti , e che manterranno indelebile nella memoria il ricordo di quel periodo irripetibile.


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