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Omaggio al Picconatore
Pubblicata da Sebastiano Posadinu il giorno giovedì 19 agosto 2010 alle ore 15.15
Potenti in pellegrinaggio davanti alla bara di Cossiga
da L'Unione Sarda Giovedì 19 agosto 2010
DAL NOSTRO INVIATO LORENZO PIRAS ROMA
«Adesso le picconate mandale dal cielo, presidente». La voce commossa di un emigrato di Orosei rompe il silenzio nel giardino con prato e dicondra davanti alla chiesa madre del Policlinico Agostino Gemelli, sede scelta per ospitare la camera ardente di Francesco Cossiga. Al fresco delle 8 le prime troupe televisive fanno a gara per accaparrarsi la posizione migliore: ci sono da riprendere senza sosta vip (pochi) e autorità (numerosissime) rientrate nella Capitale in fretta e furia dalle vacanze per rendere omaggio al presidente emerito della Repubblica, morto martedì per un arresto cardiocircolatorio.
I FIORI Il portone è ancora sprangato: accanto svettano le corone floreali inviate dal sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e dall'amministrazione civica. Salvatore Coronas, muratore di Sos Alinos con qualche acciacco dovuto ai suoi 63 anni e a un lavoro non sempre leggero, si fa sfuggire una lacrima mentre ricorda «il Cossiga senatore, lui che quella volta che andai a Sassari quando ero ragazzo fece un comizio quasi tutto in sardo». In limba, per onorare la sua Regione. L'Isola che, per dirla con le parole sussurrate dal figlio Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, alle porte della sacrestia, «era un chiodo fisso, il suo amore appassionato».
IL CARDINALE Frase lasciata sospesa dall'arrivo del cardinal Tarcisio Bertone e dall'abbraccio che il segretario di Stato vaticano ha riservato a lui e alla sorella Anna Maria privatamente: «Era uno statista cattolico», dice il porporato subito dopo aver benedetto la salma. «Porto ai familiari il cordoglio del Papa». Poi arrivano alla spicciolata le più alte cariche dello Stato. Da Napolitano a Fini, da Letta a Schifani. Davanti alla bara in mogano circondata da rose rosse e cinta da un inginocchiatoio con il leggìo per la Bibbia, si avvicendano quasi tutti i ministri, e nel primo pomeriggio anche il premier Silvio Berlusconi, rientrato dalla Gallura per sottolineare l'affetto e l'apprezzamento verso l'uomo, il politico, l'amico.
IL CLIMA Al Policlinico, città sanitaria che si estende senza soluzione di continuità in uno dei punti più alti di Roma, medici e infermieri lavorano come ogni giorno, ma non come se nulla fosse. Anche perché non capita tutti i giorni di notare al pianerottolo dell'ambulatorio una così alta concentrazione di figure istituzionali. Giorgio Napolitano arriva praticamente assieme al suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dalla moglie Franca. «Ho salutato un amico e un grande uomo di Stato», si è limitato a dire il presidente. E quando Ciampi va via, quasi in contemporanea arrivano il presidente della Camera Gianfranco Fini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
LE AUTORITÀ La camera ardente ora è aperta, ma solo per i familiari e per le autorità. Si fanno le dieci meno un quarto e i vigili urbani autorizzano in anticipo l'ingresso anche ai curiosi. Il sole ha già reso i sette colli incandescenti come le spiagge della Sardegna a Ferragosto. Nella via del secondo ingresso, intitolata al professore Francesco Vito, sfreccia l'auto blu del presidente del Senato Schifani. La seconda carica dello Stato ha annunciato che alla ripresa dei lavori a Palazzo Madama «ci sarà una solenne commemorazione». E, quando nessuno se l'aspettava più, sulle scale della chiesa spunta anche Giulio Andreotti.
GLI EX DC Il bagno nell'universo scudocrociato non deve aver fatto male al senatore a vita proprio di nomina cossighiana. Ha rivisto Paolo Cirino Pomicino e Vincenzo Scotti, giusto per citare i presenti più pesanti di una Balena bianca di cui nessuno ha mai cantato il requiem. Non passa inosservato anche il popolare giornalista di gossip Roberto D'Agostino. Molti i sardi tra la folla. Pochi i politici isolani, in verità. Giusto il vicesindaco di Sassari Gavino Zirattu. C'è il deputato del Pdl Salvatore Cicu, accanto al collega Piero Testoni, il nipote giornalista, il prediletto di Cossiga. E se per Cicu «il suo insegnamento resterà per sempre nella storia d'Italia», il ricordo di Testoni è più diretto: «Era un preveggente, conosceva le regole della politica ed era in grado di prevederne le cause e gli effetti». Concetti ribaditi dall'ex ministro della Difesa ulivista Arturo Parisi: «Il ricordo che ho di Cossiga, del politico, dell'uomo e dell'insegnante con cui ho sostenuto l'esame di Diritto Costituzionale all'Università, sono istantanee che resteranno sempre nitide nella mia memoria». Prima delle 13 ai familiari arrivano le condoglianze sul posto dei ministri Calderoli, Tremonti e Prestigiacomo, del capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto e del sindaco di Milano Moratti.
PARATA Alla rappresentanza sarda si è poi aggiunto il governatore Ugo Cappellacci, dopo la parata che ha visto succedersi davanti al feretro anche Oscar Luigi Scalfaro, accompagnato dalla figlia Marianna. «Se ne va un uomo straordinario, che lascia in tutti noi sardi un vuoto incolmabile», dice Cappellacci. «Ha saputo incarnare appieno i sentimenti e i valori più alti della sardità. Lo ha fatto con una originalità tutta sua, come emerge anche dalle sue ultime volontà». Mezz'ora prima della chiusura della camera ardente arriverà anche Renato Soru. Si è trattenuto fino al tardo pomeriggio il presidente della Commissione parlamentare antimafia Beppe Pisanu, commosso in prima fila davanti alla bara, il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli e il generale di Corpo d'armata dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli. Centocinquanta tra carabinieri, poliziotti e uomini della guardia di finanza presidiavano la chiesa e le aree circostanti.
ARRIVA BERLUSCONI Alle 15,15 nella chiesa centrale del Gemelli fa la sua comparsa Silvio Berlusconi. Con lui, il supervisore del Pdl sardo Romano Comincioli e il ministro Mara Carfagna. Prima di andar via, la Carfagna scriverà nell'album delle visite: «Grazie per avermi spronata a continuare nella strada dela politica». Il premier ha raggiunto i figli del presidente emerito ricordando loro la stima profonda che nutriva nei confronti di Cossiga ed è andato via dopo circa venti minuti, facendosi il segno della croce di fronte alla bara. Dopo di lui sono arrivati il leader radicale Pannella e l'ex presidente del Senato Scognamiglio. Poi il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e quello della Federazione della Stampa Franco Siddi.
I FUNERALI Oggi alle 8 la salma sarà trasportata a Sassari dove, alle 10.30, si terranno i funerali nella chiesa di San Giuseppe in forma strettamente privata. Piergiuseppe Cualbu, quarantenne, gruista di Porto Torres, commenta: «Il presidente tornerà a casa per sempre, ma quando mai la Sardegna avrà più politici come lui?».
Caro Francesco, dopo Antonio Segni ed Enrico Berlinguer -