Gemellae N. 38

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  Arrejonende
Arrejonende cun s'anima
Arrasgiunendi cu' l'anima

di Giuseppe Tirotto

Antonello Bazzu l'ho conosciuto una decina d'anni fa come fotografo, in una mostra dove io curavo i testi, solo successivamente l'ho scoperto pure poeta. Ad un concorso letterario, forse al primo cui partecipava. La sua, come accade a chi scrive per se stesso senza confrontarsi con l'esterno, era allora una poesia istintiva, intimista, un po' candida, sregolata e, soprattutto, sovrabbondante. Però lo spessore c'era! Sensazione confermata poi dalla curiosità, dal puntiglio, dalla volontà mostrata da Antonello nel documentarsi, nello studiare, nell'affinare la propria poesia avvalendosi degli strumenti della retorica e della stilistica e delle lezioni di poetica sarda, nazionale ed internazionale. Posso dire che le poesie di questa bella raccolta "ARREJONENDE CUN S'ANIMA-ARRASGIUNENDI CU' L'ANIMA" le ho viste nella loro genesi primordiale, quand'erano materia grezza da plasmare, però una cosa è la lirica singola e ben altro impatto suscita una raccolta coesa, coerente e con una sua logica intrinseca.
Il libro è articolato in quattro sillogi, tre in logudorese e una in sassarese. Due lingue conosciute e gestite perfettamente dall'autore, ma che hanno generato esiti differenti nella stessa poetica. Se si analizzano le sillogi nel logudorese di Osidda, acquisito dai genitori immigrati che l'hanno conservato e ritrasmesso in forma inconsapevolmente mitica, ci si accorge che trattano tematiche della poesia alta, delle percezioni dell'anima scandite con registri squisitamente lirici (Curride, curride caddos / in sas tancas de s'anima; onzi tantu a modu meu / turmentadu prego a Deus; ect.). Viceversa, nella silloge in sassarese, lingua quotidiana della strada, degli amici e dei giochi, prevalgono i toni crepuscolari delle piccole cose (marròcura d'agliashru; cu' li pastheri di basiri / vasghugnosi i' li baschoni; Sassari di li brasgeri / cu' grabigli bioddi; z'accuntintabami / d'un paninu cu' li poipi; dozzi s'intendi / lu mastheddu / d'un frairaggiu / l'incudina battendi, ect.). Diversa è anche la forma del verso, con prevalenza del tradizionale legato all'oralità (endecasillabi, ottonari, settenari) in logudorese ed impiego del versicolo del registro ermetico per il sassarese. Sassarese che mai scade negli stereotipi del bozzetto espressionista e cionfraiolo, ma che, anzi, viene esaltato da Bazzu in tutta la sua dignità letteraria.
Ma "ARREJONENDE CUN S'ANIMA-ARRASGIUNENDI CU' L'ANIMA", (Edizioni Tas, Sassari, 2004) è molto altro. E' innanzitutto musicalità, suggestione fonica, allusione armonica ed onirica, è un lessico ricco e ricercato, è la trasposizione lirica (in consonanza con il titolo) di un universo sentimentale e delle esperienze emotive, psicologiche, fantastiche e memoriali (Raighinas, Domo derrutta, Incantadu ti miro, Felitzidade, Ammentos de amore, ect) di un uomo del Novecento che senza dimenticare il passato (Chirchende de sos passos mios s'istiga / insegus conchibasciu, so torradu) canta ottimista il proprio tempo (cust'era informatica / duncas canto, in dunu mundu nou cuminzo a navigare) augurando una nuova aurora alla sua amata isola (Un'avréschida noa). Canto individuale che diventa collettivo nei riferimenti alla visione ideologica, morale, etica e politica dell'autore, da quelli identitari legati alla terra-madre (Identidade, Un'avrèschida noa, Cantone, ect.) a quelli prettamente d'impegno sociale e civile (Marieddu metalmeccanicopastore; Katia; Pensabi, Gana di pazi, ect.).
Scendendo nel particolare, spicca la predilezione del poeta per la luna come fonte d'ispirazione. A titolo puramente statistico s'evince che la luna ricorre nella silloge in ben 32 delle 72 poesie complessive, un rapporto così alto da configurarla come uno stilema del poeta, anche perché non viene mai impiegata in modo superfluo, ripetitivo o improprio. Una luna sempre ispirata quindi, a volte ispasimada, nida, de prata, lèbia, lunadiga, guvarda, imberriosa, curridana, faccitonda, vasghugnosa, a volte amiga, pitzinna, amante, bidriga, mama, ect..
L'altro aspetto essenziale della poesia è la forma, forma che nella raccolta il poeta dimostra di saper controllare ed esaltare con costrutti sintattico-retorico-semantici e con una corretta ed efficace partitura metrica, dove gli accenti tonici risultano sempre perfetti a prescindere dalla lunghezza del verso. Il risultato è una poesia ricca di alliterazioni (pro si pesare lestros e partire; duncas canto, in dunu mundu nou; frittas terras aradas; ect.), assonanze (e de unu frade in paghe; ect.), sinestesie (in su boidu biancu; su sonu 'e sos nuscos; ect. ), enumerazioni (E murras e binu / e ballos ballados / a bogh'e dillu / e murras e binu / e sonos e ballos / a passu turradu; ect.), nonché enjabement, metafore, similitudini e, soprattutto, un notevole ricorso all'omoteleuto (in fittianas cuntierras; in buccas incantadas / de mamas; ateras pelèas, / ateros bisos, / ateras isperas; de sas dudas mias amorosas; in pérdidos roccalzos / de rantzigos ammentos; in iscurosas àndalas pedrosas; sos caros liberos mios disizados; ect.), che si caratterizza come cifra stilistica di questa bella ed interessante produzione poetica di Antonello Bazzu, completata da splendide foto in bianconero, anch'esse autentiche poesie.
 Associazione Culturale Gemellae

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