POESIE
DI MAGNOLIA
Mediterraneo
Protese a mare s'odono scosse da lieve brezza cigolar di bianche persiane.
Di luce sommerse terrazze rosa e vermiglie di gerani traboccanti.
S'agitano velari mostrano a tratti inondate stanze di estiva calura.
Sui disfatti letti indolenti corpi crollano inermi.
Scivola il gabbiano scandagliando terra, bagliori di schegge specchiano d'acque.
Č stasi…
immobili restano rami e fasci di estivo paglierino.
Fisso s'arresta il moto
ed è solo…
cigolar di bianche persiane agitar di velari scivolar di gabbiani.
Maschere
Questa sera resto abbandonata, nebbie d'alcool vapori di sonorità.
A tergo al mio ignoto cospetto, m'immerge suoni musicante d'altre rive.
Maschere… Parvenze… Esteriorità… Ciascuno lo è.
Lui che ad altro ambirebbe che pestar tasti ai miei orecchi sciatti e a quelli molesti di signore saccenti.
"Musicalità è altrove" direbbe, nei suoi testi, in quelli d'altri ma non in questi.
Maschere… Parvenze… Esteriorità… Ciascuno lo è.
Io mascherata di quotidianità, sintetici elogi, artificiali consensi obbligata in siccità da lenti subdoli tempi d'oggi.
A salvarci prendiamo congedo, si china la notte deporci in alcove calata la maschera capitoliamo al sonno.
Ho pena di te
Ho pena di te Piccolo Uomo, di piede ferito di incedere zoppo.
Il tuo sguardo scuro invitante di ardimenti e benevoli patti, notti di caldi soli, lasciati sfinimenti.
Nel tuo destino si ravvisa la fonte del risarcimento. Il sorriso slavato risplenderà ancora nella stanza dei colori popolata in ogni spigolo di gaie urla di bambini.
Lo scorgo vedendoti oggi mentre nella mia stanza prepari il tuo adeguato vestire e ho pena di te Piccolo Uomo che da me aspetti un segnale di reduce forza da combattuti tormenti, nell'attesa del dì vicino che lontano indugia.
In futuro piangerò il perdono per ciò che di prezioso ti ho tolto rubando, colma di nulla da poterti restituire.
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