Non s'è ancora spenta l'eco provocata
dal suo nuovo album, che già si torna a parlare di Lucio Dalla: l'occasione è
l'uscita d'un cofanetto a lui dedicato nella serie
"Parole e canzoni" (Einaudi, libro +VHS L.35.000), come di consueto
curata dal giornalista televisivo Vincenzo Mollica. Nel video sono raccolte
le prime apparizioni in tv e le canzoni di una vita, da "4/3/1943"
a "Il motore del 2000", da "Com'è profondo il mare" a
"L'anno che verrà", fino a "Caruso", "Attenti al
lupo" e "Ciao"; il volume - prefato da un saggio originale di
Roberto Roversi, arricchito da una lunga intervista di Mollica al Nostro -
contiene i testi di tutti i brani, a partire da
"1999" sino al recente "Luna Matàna",
commentati con interviste e note brevi dello stesso autore.
Ne viene fuori il ritratto d'un artista peculiare ed
inconfondibile, la cui musica è evidente contaminazione di generi differenti,
dal jazz al folk alla sinfonica: non a caso egli ha avuto modo di suonare con
gente del calibro di Chet Baker, Charlie Mingus, Eric Dolphy e Bud
Powell; non senza ragione egli gode della stima incondizionata d'una nota
cantante folk come Giovanna Marini; non incidentalmente compare un accenno
alla prima sinfonia di Mahler in "Ulisse coperto di sale" e
s'affaccia la "Internazionale" nella parte seconda delle
"Mille miglia".
"Dalla si può intanto, e subito, riconoscere come detentore di una
grande vibratilità mentale, culturalmente molto
coinvolgente; una rara sensibilità per fiutare e catturare le innovazioni, che
il nostro tempo ossessivamente propone, e per inserirle nella propria trama
operativa; per comunicare tutto al pubblico non passivo a
cui si rivolge; a cui intende rivolgersi" scrive acutamente
Roversi nella prefazione di cui sopra: in effetti, caratteristica precipua
del cantautore bolognese è sempre stata quella di cercare - e felicemente
trovare - la sintonia con la gente che lo ascolta, senza tuttavia indulgere a
banalità o semplificazioni.
L'arte sua, insieme colta e popolare,
raffinata nella semplicità, s'inscrive nei cieli della canzone nostrana nel
segno d'un talento inesausto, mai pago e
continuamente capace di rinnovarsi.
Caro amico ti scrivo
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